Schifani e i suoi commissari fanno quadrato intorno a Torrisi e compagni.
Ma ci sarà un momento nel quale il presidente si accorgerà che sta perdendo la faccia davanti a tutta la Sicilia. Dovrà capire che ormai Il CdA della Sac è squalificato è sta in piedi solo per gli emolumenti. Difenderlo è certamente gioco di partito ma la serietà di un presidente dove va a finire. Ormai la gente sta rimpiangendo chi c’era prima e prima ancora. E questo dovrebbe far pensare. Intanto il senatore Sallemi torna a parlare dell’aeroporto di Comiso ma non può fare a meno di contestare, anche lui, il Cda della Sac. “Non si può non essere d’accordo con il sindaco di Catania Enrico Trantino: la società di gestione dell’aeroporto non è stata all’altezza della gestione dell’emergenza scaturita dall’incendio dello scorso luglio. La Sicilia, le sue imprese, il turismo, il commercio, i passeggeri sono stati pesantemente colpiti dai disagi dovuti dalla chiusura dello scalo etneo e dalla gestione post emergenziale lacunosa”, dice Sallemi.“Per quanto riguarda il mio territorio tale gestione si riverbera sullo stato dell’aeroporto di Comiso. Una risorsa importantissima per il territorio mai adeguatamente sfruttata: prima il “monopolio” Ryanair, poi il frettoloso abbandono della compagnia e adesso – pur riconoscendo lo sforzo di Aeroitalia – sembrano non esserci prospettive di sviluppo. Eppure nell’emergenza Comiso ha dimostrato il suo valore dando fiato e respiro a Catania. Invece di andare in tandem Catania e Comiso, quindi facendo sistema integrato, abbiamo visto due velocità: una spinta ai massimi per Catania e l’altra a fari spenti per Comiso. Non possiamo accettarlo anche alla luce delle chiusure che spesso investono lo spazio aereo di Catania causa eruzioni vulcaniche: Comiso ha le caratteristiche per essere un aeroporto di assoluto valore”. Ma sulla vicenda del l’ultimo CdA della Sac l’on Campo dimostra di avere le idee chiare e contesta il presidente Schifani: Ci sono tutta una serie di interrogativi che tornano a riemergere con forza all’indomani dell’assemblea dei soci di Sac che, nonostante la richiesta di dimissioni del sindaco di Catania Trantino, ha confermato il vertice della società stessa”. Lo mette in evidenza la deputata regionale del Movimento 5 Stelle, Stefania Campo, sin dall’inizio quanto mai critica sull’operato e la gestione di Sac, relativa all’aeroporto di Comiso. “Schifani ha nominato l’attuale commissario della Camera di commercio lo scorso gennaio, dopo che il maxi accorpamento sponsorizzato dalla Prestigiacomo, e le nomine di quei commissari nominati dallo Stato, sono stati sospesi e rinviati alla decisione della Corte costituzionale. Difatti, Belcuore, nominato dall’attuale presidente della Regione in attesa di capire cosa sentenzierà la Corte è temporaneamente il commissario straordinario della Camera di commercio del Sud-est, ma sorge qualche dubbio sui poteri: un commissario straordinario, in carica fino all’insediamento degli organi ufficiali e solo per gestire l’ordinaria amministrazione, può assumere decisioni che travalicano di gran lunga le attività ordinarie, come ad esempio in questo caso, addirittura, la conferma di un consiglio di amministrazione di una controllata? Trantino, invece, che ieri è stato l’unico a chiedere le dimissioni del CDA della Sac, non avrà la maggioranza, ma almeno è un sindaco eletto nel pieno dei suoi poteri. Ed ecco il paradosso: tutti gli enti pubblici che controllano la proprietà della Sac (CamCom del Sud-est, Irsap e Libero consorzio di Siracusa) sono tutti gestiti da commissari nominati dalla Regione, e quindi da Schifani, e si sono schierati per la riconferma di Torrisi e degli altri, mentre l’unico azionista eletto dai cittadini, Trantino, appunto, ne chiede l’azzeramento assumendosi le proprie responsabilità politiche davanti agli elettori della sua città. I commissari degli enti sopraccitati invece, in caso di accertamento da parte della magistratura di irregolarità in carico all’attuale CDA di Sac, avranno il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e di dimettersi dal proprio incarico? O si arroccheranno, ancora una volta, come fatto in questa occasione, per difendere posizioni e direttive politiche calate dall’alto, decisioni che certamente arrivano da Palermo