Legambiente precisa che

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La recente presa di posizione di Legambiente Sicilia sui parchi eolici offshore al largo della costa
ragusana ha positivamente prodotto la reazione dell’on. Dipasquale, reazione ragionata,
dialogante e per alcuni aspetti condivisibile mentre per altri decisamente no.
Finalmente la politica riconosce che i cambiamenti climatici ci sono e che stanno creando crescenti
danni all’agricoltura, alle infrastrutture e alle disponibilità idriche potabili e che bisogna puntare
alla decarbonizzazione investendo sulle energie rinnovabili e tra queste anche sull’eolico offshore.
E’ positivo che la politica finalmente abbandoni frasi del tipo “ i cambiamenti climatici ci sono
ma..” e si confronti con onestà sui veri problemi delle future generazioni e del pianeta. Tuttavia
per avviare una discussione proficua appare necessario fare un po’ di chiarezza sull’eolico
offshore. Nella discussione affrontata finora a livello locale sono emerse problematiche che sono in parte
reali e in parte invece dei falsi problemi. Tutte sono comunque state già affrontate in varie risoluzioni europee.
Per quanto riguarda il paventato rischio che non avvenga la dismissione degli impianti a fine
produzione si tratta di problema remoto e facilmente gestibile. Il parlamento europeo ha
sottolineato che la disattivazione delle turbine eoliche offshore non deve generare impatti
ambientali duraturi né comportare rischi per la sicurezza dei pescherecci a causa di eventuali
infrastrutture rimaste sui fondali marini ( nel nostro caso si tratta di impianti flottanti che possono
essere facilmente rimossi da rimorchiatori ) e che è opportuno mettere a punto meccanismi
finanziari che coprano i rischi a lungo termine posti dalle infrastrutture offshore abbandonate.
Semplicemente propone che in fase di autorizzazione unica venga sottoscritta una fideiussione da
parte delle società energetiche. Se la società elettrica non le rimuove interviene il soggetto
pubblico con le garanzie della fideiussione.
E’ vero invece che nello specchio di mare dove insiste l’impianto sarà istituito il divieto di pesca.
Ma come afferma il parlamento europeo la pianificazione dello spazio marittimo deve includere la
partecipazione effettiva del settore della pesca al processo decisionale, contrapponendola alle
nozioni troppo vaghe di «consultazione» e «osservatori» e sottolinea la necessità di prevedere un
indennizzo adeguato per i pescatori laddove l’installazione dei parchi eolici offshore si ripercuota
sulle loro attività e nel caso non si riescano a trovare soluzioni che potrebbero attenuare il
potenziale conflitto e creare condizioni di parità tra la pesca e le energie rinnovabili offshore.
In merito alla critica relativa all’eccessivo contributo alla decarbonizzazione che sta dando la Sicilia
va detto che non è molto diverso da quelle di altre regioni. Solo forse un po’ più alto in
considerazione dei più favorevoli venti che soffiano nel canale di Sicilia.
Nell’identificazione delle aree sarà indispensabile produrre un’analisi costi-benefici di tutte le
componenti socio-economiche, tenendo in considerazione i conflitti con altri usi (la pesca in
primis) e le necessità dei territori, nonchè attivando tavoli di discussione con tutte le parti
interessate.
Come affermato dal parlamento europeo è fondamentale creare un ampio consenso pubblico in
merito ai progetti riguardanti le energie rinnovabili offshore, coinvolgendo gli attori locali per
aumentare l’accettazione pubblica dell’energia eolica offshore e per accrescere la fiducia del
pubblico nella capacità delle energie rinnovabili di garantire non solo il contrasto ai cambiamenti
climatici ma anche l’indipendenza energetica e approvvigionamenti energetici sicuri;
Legambiente Ragusa ritiene quindi opportuno e chiede che in futuro sia promosso con un
approccio scientifico un dibattito pubblico sull’eolico offshore in provincia di Ragusa, stavolta
coinvolgendo tutti i soggetti interessati, e non come è stato finora solo alcuni soggetti.

di Direttore06 Mar 2023 13:03
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