Stop ai trasporti urbani
Trasporto urbano a rischio in 14 grossi centri siciliani, fra i quali c’è Caltagirone. L’Ast,
l’Azienda siciliana trasporti, che effettua l’importante servizio, ha infatti inviato un preavviso di
interruzione delle corse urbane a partire dal 1° marzo. Destinatari della comunicazione sono stati i
Comuni di Acireale, Augusta, Barcellona Pozzo di Gotto, Caltagirone, Carlentini, Chiaramonte
Gulfi. Gela, Lentini, Milazzo, Modica, Paternò, Ragusa. Scicli e Siracusa.
La decisione è motivata con la grave crisi finanziaria e in mancanza di una rinegoziazione
contrattuale delle condizioni del servizio di trasporto pubblico. Se non si registrerà una schiarita, nei
14 centri dell’Isola potrà presto configurarsi una situazione di grave disagio per coloro che
fruiscono di questo servizio, spesso al centro di critiche per le discrasie che spesso lo caratterizzano,
ma pur sempre assai utile specie per alcune categorie di utenti che non dispongono di veicoli propri
per spostarsi da un luogo all’altro delle città, a maggior ragione se si tratta di centri urbani – è il
caso di Caltagirone – che presentano una particolare ampiezza territoriale e delle caratteristiche (per
esempio, il notevole dislivello fra la zona nuova e quella antica) che rendono assai arduo l’eventuale
ricorso a soluzioni alternative.
Inevitabile l’insorgere dei sindaci. Come Fabio Roccuzzo, primo cittadino della città della
ceramica. “Si tratta – dichiara Roccuzzo – di una scelta drammatica, che rischia di determinare
ricadute estremamente negative soprattutto sugli anziani della nostra città e su quanti altri fruiscono
di questo servizio. Caltagirone ha una significativa estensione e le distanze fra centro storica e zona
nuova della città implicano l’indispensabilità di un mezzo di trasporto. Senza dimenticare che le
stesse caratteristiche della nostra città rendono assai utile il ricorso all’autobus e, quindi, al servizio
di trasporto pubblico. Ecco perché – continua il sindaco di Caltagirone – chiediamo a gran voce il
mantenimento del servizio, i cui costi non possono essere scaricati sui Comuni, già alle prese con
gravi situazioni finanziarie”.
Un incontro, si spera chiarificatore, con i sindaci dei 14 Comuni interessati
dall’annunciato “taglio”, è stato promosso dall’assessore regionale delle Infrastrutture e della
Mobilità Alessandro Aricò per le 11 di martedì 7 febbraio, nei locali dell’assessorato, a Palermo.
La decisione è motivata con la grave crisi finanziaria e in mancanza di una rinegoziazione
contrattuale delle condizioni del servizio di trasporto pubblico. Se non si registrerà una schiarita, nei
14 centri dell’Isola potrà presto configurarsi una situazione di grave disagio per coloro che
fruiscono di questo servizio, spesso al centro di critiche per le discrasie che spesso lo caratterizzano,
ma pur sempre assai utile specie per alcune categorie di utenti che non dispongono di veicoli propri
per spostarsi da un luogo all’altro delle città, a maggior ragione se si tratta di centri urbani – come Ragusa o Caltagirone – che presentano una particolare ampiezza territoriale e delle caratteristiche (per esempio, il notevole dislivello fra la zona nuova e quella antica) che rendono assai arduo l’eventuale ricorso a soluzioni alternative.
Inevitabile l’insorgere dei sindaci. Si tratta di una scelta drammatica, che rischia di determinare
ricadute estremamente negative soprattutto sugli anziani delle città e su quanti altri fruiscono
di questo servizio. A Ragusa le distanze fra centro storica e zona nuova della città implicano l’indispensabilità di un mezzo di trasporto. Ecco perché i sindaci chiedono a gran voce il mantenimento del servizio, i cui costi non possono essere scaricati sui Comuni, già alle prese con gravi situazioni finanziarie”.Un incontro, si spera chiarificatore, con i sindaci dei 14 Comuni interessati dall’annunciato “taglio”, è stato promosso dall’assessore regionale delle Infrastrutture e della Mobilità Alessandro Aricò per le 11 di martedì 7 febbraio, nei locali dell’assessorato, a Palermo.