Una pessima esperienza. Meglio lasciar stare i DUC
Confcommercio Sicilia, guidata dall’amico Manenti, giustamente è alla ricerca di soluzioni immediate per superare la grave crisi economica che sta strangolando tutti i settori e in particolare il commercio. Ma non è facile. Purtroppo quando non si ci sono idee innovative si va indietro cercando nel passato qualcosa che possa servire. Occorre però avere una visione precisa di quello che è accaduto e trarne le conseguenze. Secondo Manenti, a nome di Confcommercio, c’è bisogno di un ripensamento e addirittura di una scala gerarchica dei luoghi ed ecco che spunta l’ennesima forma del tanto osannato “distretto”, in questo caso il Duc il distretto urbano del commercio.
Ma chi vi scrive ha ormai una certa età e di queste aggregazioni locali e sovracomunali ne ha viste tante. Nemmeno una ha avuto successo se non in caso di impegno profuso dal singolo che riesce a trarne giovamento personale. Abbiamo lasciato nel dimenticatoio, o impelagati in iter difficilissimi e alla fine senza fondi, distretti del ferro, dell’olio, del formaggio, distretti turistici vari, comunità d’acquisto, centri commerciali naturali, gruppi di comuni come quello di quattro città e un parco, associazioni e così via ma nessuno, ripeto nessuno, può dire di aver contribuito a far crescere l’economia. E Manenti che è una brava persona, si getta nuovamente in quei termini amati dai grandi manager nazionali parlando di un ripensamento in termini di pianificazione urbana e allo stesso tempo di governance del territorio con nuove strategie di marketing. E poi ecco il colpo finale: Basta con gli enti locali che dettavano l’agenda delle priorità con esigenze di pianificazione e gestione territoriale spesso incontrollate. Ora si è fatta strada una diversa prospettiva che, partendo dal basso e dalle esigenze di coloro che la città la vivono, ha reso necessaria la costituzione di nuove forme aggregative, suppletive del compito per secoli delegato alla centralità istituzionale. In questo contesto la nascita dei Distretti urbani del commercio (Duc) emerge dall’esigenza di un urban change, di un ripensamento totale della realtà
urbana, inteso come risposta al cambiamento di prospettiva. Concetti triti e ritriti usati in tutte le premesse dei precedenti distretti e costituire nuove forme aggregative è tempo perso e gli attori, cioè i commercianti questo tempo non lo hanno. In verità secondo noi non serve, e lo diciamo a Manenti, ne le reti tanto decantate e neanche le associazioni o i distretti che poi sappiamo bene come finiscono. Serve ridare fiducia a chi vive di commercio, creare da parte dei comuni i presupposti per investire nel settore con incentivi mirati e riservati a chi davvero fa questa attività senza bandi farlocchi che vengono aggiudicati a società che aprono e muoiono dopo 2 mesi. Necessario anche imporre regole severe che tengano ben divisi i centri commerciali dai negozi, e infine curare molto l’arredo urbano ed il decoro investendo nel proprio territorio per incentivare gli acquisti quasi in autarchia. I distretti sono autoreferenziali, si cibano di loro stessi, meglio ancora se ci sono contributi pubblici e servono a distribuire qualche carica da usare negli incontri ufficiali. Purtroppo, e le prove sono evidenti, nelle associazioni non ci sono i migliori commercianti e i rappresentanti vengono scelti tra chi ha meno da fare. Ma i tavoli di concertazioni le riunioni le convention sono pane per i denti di gruppi e associazioni appunto. Ecco quindi la seconda conferenza di sistema organizzata da Confcommercio Sicilia, in programma a Siracusa domani, lunedì 24, e martedì 25 ottobre. Al centro dei lavori i cosiddetti distretti commerciali: una sorta di unicum tra le imprese commerciali, le associazioni e gli enti locali. Lavori al via domani alle 15, a Villa Politi, per poi proseguire martedì dalle 9 alle 13. Saranno presenti docenti universitari, funzionari della Regione, dirigenti dell’organizzazione di categoria oltre a operatori politici per confrontarsi su un tema che può rappresentare la nuova sfida da vincere alla luce della gravità del momento sul piano economico. Parteciperanno funzionari e dirigenti Confcommercio di tutta Sicilia, funzionari pubblici, dirigenti nazionali Confcommercio e rappresentanti della politica sia a livello regionale che locale.