La guerra degli Hub.

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Qualche settimana  è stata data molta enfasi alla notizia che l’Enac avrebbe scelto l’aeroporto di Catania come hub intercontinentale cioè adatto a fare da centro di smistamento per i voli che attraversano i cieli da oriente ad occidente e che dovrebbero fare scalo a Catania per poi ripartire per varie destinazioni. Anche noi, piccoli giornalisti, abbiamo capito che si tratta di una forzatura enorme visto che Catania ha una pista di 2500 metri appena sufficiente per i voli internazionali e per guardare al futuro deve allungarla di almeno 100 metri. Dunque per farne un hub si devono spendere centinai e centinai di milioni e alla fine il Vincenzo Bellini è sempre un aeroporto “arripizzato” chiuso tra il mare, la ferrovia e la città che riesce a soddisfare in pieno le esigenze dei catanesi che così hanno i voli dentro casa ma che non potranno mai ambire ad altro. Ma la politica è ben diversa e con le raccomandazioni e non sappiamo a  cosa in piu si possono ottenere risultati incredibili. Ma ditelo ad un qualunque passeggero di questa area della Sicilia. Non c’è uno che non vi dica che a Fontanarossa c’è sempre casino, che non si ci può arrivare neanche per  far scendere i portatori di handicap o chi ha tanti  bagagli, che quando voli la mattina ti deve andar bene se riesci a prendere il volo perchè le file sono interminabili. Ci pensate cosa accadrebbe con un hub intercontinentale senza dover almeno quadruplicare gli spazi a disposizione.  Qualcuno ha fatto riferimento al nuovo aeroporto di Istanbul ma non è stato dettoc he si trova a circa 80 km dalla città che occupa uno spazio immenso  che ha una torre di controllo considerata una vera meraviglia, progettata tra l’altro da un italiano(Pininfarina). Insomma noi cerchiamo sempre di fare entrare u sceccu cu cu…… Ma ecco le prime reazioni. Vengono dai cugini palermitani che carte alla mano mettono in campo tutta una serie di problematiche che la Sac non può smentire. Eccole: L’idea di Enac di scegliere l’aeroporto di Catania come hub del Mediterraneo  a scapito di Palermo, è una forzatura: lo scalo di Punta Raisi, per le sue piste, è idoneo a ospitare mezzi di maggiori dimensioni e non soffre la vicinanza dell’Etna che spesso costringe gli aerei a cambiare percorso”. Questa la posizione dei sindacalisti Giacomo De Luca di Legea Cisal Palermo e Gianluca Colombino, segretario Cisal Palermo secondo cui “il Falcone-Borsellino può contare su due piste di 3.326 metri e 2.068 metri e quattro direzioni di atterraggio, più 37 piazzole di sosta, a fronte di Catania che ha una sola pista di 2.436 metri e due sole direzioni di atterraggio. Condizioni incontestabili che ci hanno spinto a chiedere l’intervento del Comune di Palermo che, da noi sollecitato, ci ha assicurati di avere già esposto la questione all’Enac e che altrettanto farà con il prossimo Governo regionale. È necessario – concludono – però che tutti intervengano, dal presidente Schifani al Governo Meloni, per correggere una scelta sbagliata che non fa certamente gli interessi di tutta la Sicilia”  Tutto sacrosanto ed incontrovertibile. Ma si sa Enac era il regno di Riggio. E Riggio è stato sempre molto legato sentimentalmente a Catania, se non sbaglio ha anche fatto il consulente per Musumeci proprio per la questione aeroporti, e forse c’è ancora la sua influenza. A me da ragusano farebbe piacere avere un hub vicino. Ma  per fare un il punto della situazione   mi domando. Quale aeroporto ora è abbastanza lontano dall’Etna e vicjno a Catania ( 70 km quasi come Malpensa con Milano) ?E ancora quale scalo ha tanto di quello spazio a disposizione che non si sa cosa farne( ex base Nato)  e quindi non si deve spendere nulla per acquisirne il necessario. Dove è possibile fare altri 700 metri di pista senza dare fastidio a nessuno?  Dove si può ingrandire il terminal a dismisura senza sacrificare alcunchè. Be rispondete voi!

di Direttore25 Ott 2022 18:10
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