Perchè è chiusa la discarica
Non si può fare altro che concordare con quello che hanno già detto in molti in relazione agli interessi enormi che girano intorno al business della spazzatura ma forse, anche i giudici dovrebbero pensare a quali enormi conseguenze si va incontro con delle sentenze, giuste non c’è dubbio, ma che si ripercuotono su tutta la popolazione siciliana che non può pagare per gli intrighi o il malaffare di pochi. La chiusura della Oikos di non è il riempimento: è la sentenza del Tar che ha annullato il rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale concesso alla discarica nel 2019. L’Aia è ciò che permetteva all’impianto di restare aperto: i giudici amministrativi hanno valutato che il procedimento autorizzatorio fosse “viziato” già in fase istruttoria. E, in particolare, che il problema principale fosse la particella 131, un ettaro di discarica non citato nella maggior parte dei documenti presentati dalla Oikos per l’ottenimento dell’Aia originale, nel 2009. Poi rinnovata nel 2019. A quanto pare per ottenere un rinnovo, è necessario che non siano cambiate le condizioni di base. Ma la presenza, nella documentazione presentata nel 2019, di una particella che dieci anni prima appariva solo in alcuni documenti, sulla cui “attendibilità” il Tar di Catania preferisce non pronunciarsi, renderebbe il rinnovo illegittimo. Il Tribunale amministrativo regionale etneo ha valutato i ricorsi dei Comuni di Motta Sant’Anastasia e Misterbianco, e dalle associazioni Legambiente e Zero Waste Sicilia (in rappresentanza anche dei comitati No Discarica dei territori), contro la Regione Siciliana, colpevole secondo loro di avere concesso un rinnovo senza che ce ne fossero le condizioni. E’ probabile che il Tar sia nel giusto ma si sarebbe dovuto pensare alle conseguenze e magari dare un tempo per trovare soluzioni alternative. Ora per questo cavillo legale il conferimento dei rifiuti in altre discariche costerà al comune di Ragusa, ad esempio, 500 euro a tonnellata in più. Tale spese ricadranno sui cittadini ignari. L’assessora regionale Daniela Baglieri, sembra decisa a non opporre ricorso al ricorso ma avrebbe chiesto agli uffici di conoscere i documenti dell’istruttoria dell’Aia, i passaggi che sono stati eseguiti e la documentazione che è stata presentata al Tar prima del suo insediamento nella giunta di Nello Musumeci.