L’indice della reputazione turistica

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A fronte di innumerevoli piani strategici più o meno farlocchi,  costati decine di migliaia di euro che ci raccontano solo delle evidenti  mancanze dei nostri territori, come se non sapevamo già, la forza dei numeri è di per se un elemento che vale più di tante belle parole. Nel convegno organizzato da ConfCommercio a Marsala è stata presentata una relazione che guarda alla reale reputazione della della Sicilia.  Questa speciale misura  di gradimento  classifica il settore alberghiero isolano con un indice pari al 7,9, l’extra alberghiero con l’8,1, le attrattive all’8,7 e la ristorazione all’8,3.  Per quanto riguarda altri fattori, la Sicilia risulta  essere, nella scala di indici da 0 a 100, a quota 90 per mangiare e bere, 85 per l’accoglienza, 82 per attrattive, 75 per mare e spiagge, 70 per alloggio e convenienza ma si arriva, com’è facilmente intuibile, a 50 per quanto riguarda i trasporti. Con
riferimento, invece, alla distribuzione provinciale dei posti letto, primeggia, nel settore alberghiero, con 31.885 unità (pari al 25,4%) e nel settore extralberghiero con 17.779 unità (pari al 20,4%) la provincia di Messina; seguono Palermo (26.290 nell’alberghiero e 13.817 nell’extralberghiero), Trapani (17.325 alberghiero e 15.685
extralberghiero), Siracusa (12.466 alberghiero e 7.505 extralberghiero) e Catania
(12.071 alberghiero e 11.312 extralberghiero).  Come si vede, a parte il fattore proporzionale la nostra provincia non è be collocata in queste classifiche . Altro dato interessante è quello che riguarda le destinazioni turistiche competitor della Sicilia. In questo caso occorre capire la differenza tra arrivi e lunghezza del soggiorno . iIn questo campo Malta è sempre stata all’avanguardia dove gli arrivi nel 2021 sono stati 1 milione  con una permanenza media di quasi 9 giorni  nel 2019 pre covid  ben  2,7 milioni gli arrivi e 7 giorni di permanenza media.  Vuol dire che in media ogni turista che arriva a Malta  sta sette notti. Ma se consideriamo tutti quelli che magari fanno andata e ritorno in giornata o soggiornano solo per un week end vuol dire che ci sono persone che stanno due e tre settimane sulla vicina isola dei cavalieri. Un tempo impensabile da noi. In Sicilia, infatti, gli arrivi nel 2021 sono stati 2,5 milioni (permanenza media 3,5 giorni), 2,2 milioni nel 2020 (3,4 giorni) e 5,1 milioni nel 2019 (3,1 giorni).
E il futuro? . Neanche nel 2022 il turismo potrà ridiventare normale. Una nuova normalità è attesa, invece, nel 2023.
In relazione allo scenario del turismo per la Sicilia, il Covid  ha accelerato le tendenze già in atto: un mercato dell’incoming diverso, una domanda turistica diversa, comportamento d’acquisto diverso, un customer journey
variato, comportamento dei turisti in destinazione diverso. Diverso perchè per noi tutto deve essere visto con un’ottica particolare. basta pensare alla questione trasporti. Gli squilibri regionali sono dati: da un sistema autostradale frammentato e bisognoso di
una profonda opera di manutenzione; da un sistema ferroviario che deve avvicinare
l’alta velocità al fine di potere connettere Reggio/Villa a Roma in tre ore e quindi le
città metropolitane siciliane utilizzando navi ro-ro per ridurre nell’immediato i tempi di
attraversamento e potere ottenere un collegamento Palermo-Roma in meno di cinque
ore in presenza di attraversamento stabile, come il Roma-Torino; dal sistema portuale
che, a partire dai tre grandi porti commerciali di Augusta, Palermo e Messina deve
essere potenziato nelle infrastrutture fisiche lato mare e lato terra. E  poi  ma questo lo diciamo noi di reteiblea la questione aeroporti e costi dei voli. Su questo argomento ci si potrebbe fare un convegno intero ma la mancanza di capacità contrattuale delle società di gestione e la connivenza degli organismi preposti al settore fanno si che venire in Sicilia ha costi altissimi

di Direttore06 Mag 2022 18:05
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