Da dove vengono i prodotti che mangiamo?

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La crisi economia  scaturita soprattutto dalla guerra in Ucraina ci sta facendo scoprire nuove frontiere nel campo dell’alimentazione.  Sapevate, ad esempio, che tutto il grano che consumiamo noi, quello con cui facciamo la nostra rinomata pasta,  viene dalla Cina, dal Canada e dall’Ucraina stessa. Altro che chilometro zero. E lo stesso vale per decine di sostanze alimentario che vengono  usate nella produzione di cibi, in vendita quotidianamente nei supermercati, che  provengono da paesi lontanissimi e non tanto famosi per l’igiene  come l’India, il Pakistan etc. Insomma ci lamentiamo del pomodorino, tanto per dirne una, e non sappiamo dove viene fatto l’olio che troviamo in migliaia di confezioni  diverse sui banchi dei negozi. Dovremmo pensarci. Negli anni trascorsi,  sull’altare della difesa dell’ambiente abbiamo sacrificato molte delle nostre produzioni che però sono  tate sostituite da quelle di paesi terzi abbastanza criticati sia, appunto, per la qualità ma anche per il trattamento dei lavoratori.  Per questo ci fa piacere notare che da noi,  almeno,  c’è una certa attenzione delle autorità, non sull’origine, ma alla fine della filiera.  L’attività di controllo e contrasto alle attività illecite poste in essere nell’ambito della sicurezza alimentare e sanitaria, avviata dall’inizio del 2022 dai Carabinieri del Nas di Ragusa sui distretti di competenza, ha consentito di riscontrare numerose carenze e violazioni sia di carattere amministrativo che penale. In totale, negli ambiti sopra citati, sono state effettuate 133 ispezioni che hanno consentito di rilevare 14 violazioni penali, 70 illeciti amministrativi, 10 soggetti segnalati all’A.G., 41 alle autorità sanitarie ed amministrative, la chiusura di 8 strutture (di cui 4 sanitarie e 3 ristorative) per un valore complessivo di € 1.600.000,00 ed elevate sanzioni amministrative per un importo complessivo di € 109.300,00.
In tale ottica assume rilevanza l’ispezione eseguita presso un noto bar-caffè della provincia aretusea, all’interno del quale si è accertata l’esistenza di un laboratorio di pasticceria privo della prevista registrazione sanitaria della ASP, indispensabile ai fini della sicurezza alimentare. Sulla scorta delle risultanze ispettive il responsabile del “Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione” della ASP di Siracusa ne ha disposto la chiusura.
Analogo caso è stato riscontrato nella provincia ragusana, dove dall’ispezione eseguita presso un ristorante-pizzeria è emerso che l’esercizio dell’attività di preparazione e somministrazione di alimenti e bevande era avveniva in assenza della registrazione sanitaria. Diverse anche le contestazioni inerenti le misure di contenimento del “virus sars-cov2”, giacché alcuni degli avventori presenti all’interno del locale erano sprovvisti del “green pass” per la consumazione in loco, nei mesi in cui era ancora previsto l’obbligo.
In un fondo agricolo del comune di Santa Croce Camerina (RG) si è proceduto al sequestro di un insediamento zootecnico, all’interno del quale erano allevati ovicaprini in assenza di codice aziendale e, pertanto, sprovvisti delle previste marche auricolari indispensabili per la corretta identificazione dell’animale ai fini della tracciabilità alimentare. Sugli stessi, con l’ausilio del servizio veterinario della ASP di Ragusa, si è proceduto ad effettuare prelievi ematici, nonché al blocco ufficiale della predetta azienda zootecnica.
Nel periodo è stata effettuata anche un’operazione che ha portato al sequestro, in varie aziende agricole, di 300 confezioni di fitosanitari proibiti dal Ministero della Salute, per un valore di circa 15.000 euro. Inoltre sui medesimi si è accertata l’applicazione di etichettature difforme alla normativa nazionale ed europea in materia di agrofarmaci.
La pandemia da Covid-19 ha imposto di canalizzare l’attenzione nei confronti dei soggetti più fragili e vulnerabili. In tale contesto numerose sono state le verifiche eseguite sul comparto socio-assistenziale disposte su larga scala dal Comando Carabinieri Tutela della Salute, che hanno consentito di portare alla luce significative carenze e violazioni. Nella città di Siracusa è stata scoperta una struttura ricettiva per anziani priva dell’iscrizione all’albo comunale con irregolarità organizzative e funzionali, nonché l’aumento arbitrario della capacità ricettiva della struttura. Il controllo ha comportato il conseguente provvedimento di chiusura emesso dal Comune. Simile risultato è stato raggiunto a seguito di un controllo di una struttura ricettiva per anziani a Pozzallo (RG), ove gli anziani ospiti sono stati trasferiti in strutture più accoglienti ed adeguate.
Nel nisseno una struttura socio-assistenziale per disabili psichici è stata sanzionata amministrativamente da militari di questo NAS, per le gravi carenze igienico sanitarie riscontrate all’interno dei locali adibiti alla manipolazione, preparazione e trasformazione di alimenti.
Significativa è l’operazione eseguita presso una casa di riposo ubicata su territorio modicano che ha consentito di rinvenire e sequestrare circa 81 confezioni di specialità medicinali scadute di validità e destinate ad essere somministrate agli anziani ospiti. Il titolare, per tale violazione, è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria competente.

Nel periodo pandemico, il NAS di Ragusa ha svolto numerose attività sul controllo dell’applicazione delle misure adottate dal Ministero della Salute per il contenimento del virus Covid-19.
In particolare è rilevante il caso riscontrato in Palazzolo Acreide (SR), dove si è riscontrato che due punti di accesso per la somministrazione dei test rapidi antigenici non aderivano ai protocolli di controllo di qualità e accuratezza, svolti da un ente certificatore esterno, che determinano l’adeguatezza dei test antigenici agli standard previsti. Le predette strutture, opportunamente segnalate, sono state sospese dalla somministrazione di test antigenici Sars-Cov2, da parte dell’Assessorato alla Salute della Regione Sicilia.
Sempre nel settore sanitario l’attività ispettiva eseguita da questo nucleo ha consentito di individuare una farmacia modicana aveva abusivamente allestito un locale per la somministrazione dei test rapidi antigenici anti Sars-Cov2 in un deposito. L’attività ha comportato l’emissione di un provvedimento di chiusura immediata del predetto locale da parte del Sindaco della città di Modica.
Proficue si sono rivelate le indagini di polizia giudiziaria condotte dal personale del Nas di Ragusa e coordinate dalla Procura della Repubblica iblea che hanno consentito, al termine di complessa e prolungata attività investigativa, di eseguire 5 ordinanze di interdittive ed un provvedimento di sequestro di beni per equivalente, nei confronti di un medico e quattro imprenditori del settore sanitario. Le accuse, a vario titolo, sono di corruzione, truffa, falso ed altro. Indagati, inoltre, un infermiere in servizio presso la ASP di Ragusa e una dipendente di una delle aziende coinvolte. Eseguito anche un sequestro preventivo per equivalente di circa 42mila euro.

di Direttore18 Mag 2022 12:05
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