Gli aumenti dei prezzi allo scoppio della guerra in Ucraina
Le guerre ormai non si fanno solo sul terreno ma l’aspetto economico è diventato preponderante. Vediamo di fare una analisi dello scenario che si sta prospettando proprio per questo aspetto facendoci aiutare dagli esperti del sito energia luce.
Il recente conflitto russo-ucraino sta già mostrando, nonostante sia appena iniziato, i primi effetti economici. Il prezzo di molte materie prime dal 24 febbraio 2022, giorno dell’invasione russa, è esploso, creando il panico in moltissimi settori economici. Nel momento in cui vengono messe in atto le prime sanzioni economiche a Mosca, l’Europa sta manifestando tutta la sua dipendenza energetica e di materie prime rispetto alla Russia. Dal gas all’oro, dalla pasta all’alluminio, sono molte infatti le materie prime che arrivano dalla Russia e dall’Ucraina nei mercati dell’Unione Europea e che dalle prossime settimane potrebbero registrare una riduzione netta nell’approvvigionamento con conseguente aumento dei prezzi. L’aumento più chiaro e lampante è di sicuro la fornitura di Gas Naturale. Solo la Russia infatti costituisce il 30% di tutto il consumo europeo, che diventa il 50% dell’import non considerando la produzione interna. Per il nostro paese però il gas russo costituisce il 43% dell’intera richiesta di gas nazionale. Secondo solo alla Germania (49%) tra i grandi paesi europei che rischiano maggiormente. Questo aveva già causato nei mesi scorsi, per il timore di un possibile conflitto, un aumento delle bollette del Gas in Italia che nell’ultimo trimestre aveva visto un +41,8%, fonte ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente). Questi mesi però si succedevano ad altri mesi con importanti aumenti del prezzo. Il record storico degli ultimi 20 anni del gas, pare destinato a salire ancora, anche se sono difficili previsioni in un contesto così imprevedibile e dinamico. Molto dipende dagli altri paesi esportatori, in particolare l’Azerbaijian, che è chiamato a raddoppiare il proprio export per i paesi europei e i paesi del Nord Africa collegati con noi con i che attraversano in più parti la Sicilia. L’energia elettrica in Italia purtroppo vede degli aumenti ancora superiori. Il 40% dell’energia elettrica dell’Italia è infatti prodotta da centrali termiche a Gas. Nell’ultimo trimestre, i prezzi ARERA hanno visto un’impennata al +55,6% del costo per kWh per l’energia elettrica. Gas e Energia elettrica purtroppo non sono gli unici punti sensibili dell’economia europea che questa guerra ha rapidamente mostrato. Ucraina e Russia sono infatti i due grandi granai d’Europa. Lo scoppio del conflitto ha portato a +5,7% del prezzo in un solo giorno, raggiungendo il record assoluto del prezzo a 344 euro a tonnellata. La pasta e il pane dovrebbero avere quindi aumenti di prezzo, rispettivamente +12,5% per la prima e +3,7% per il secondo. La scarsità però delle riserve dei cereali in Europa (in mano principalmente alla Francia) potrebbe portare però ad aumenti del +30% per la pasta e +10% per il pane nel breve futuro. Il mais segue a ruota con un +5,5% nella giornata di ieri con 304 euro per tonnellata. Non solo l’alimentare e l’energetico sono stati influenzati, ma tutti i beni rifugio hanno visto aumenti tra cui: Petrolio: +8%, Alluminio: quota record di 3382 $ per tonnellata, Metano: +25,4% a 111,5 € per MWh, Oro: +2,4% e salgono anche Platino e Palladio. Rimane instabilità nei mercati europei, dopo le cadute dalla fine settimana scorsa. La borsa di Mosca, dopo le perdite record, che avevano portato ad un crollo con un -45% il giorno successivo all’invasione, rimane chiusa. Le ulteriori sanzioni economiche promesse dai paesi occidentali potrebbero causare un tracollo definitivo. I negoziati che si stanno portando avanti, nonostante le interruzioni continue potrebbero portare più rapidamente ad una normalità dei prezzi. D’altro canto, la possibile uscita della Russia dal sistema SWIFT, scenario sempre più discusso negli ultimi giorni, potrebbe essere un’arma a doppio taglio. Tale sanzione avrebbe conseguenze disastrose per l’economia russa, ma colpirebbe anche le nostre, risultando in un probabile aumento dei prezzi ulteriore. Ancora è difficile poter analizzare gli effetti economici di questa invasione russa, non potendo prevedere gli esiti, la durata e gli sviluppi. Quello che è certo è l’aumento dei prezzi, in particolare in Europa e Italia, che si aggiungono all’inflazione dovuta alla crescita economica del nostro paese.