Bisognava fare meglio

< class="t-entry-title title-giornale-before h3">>

Si parla tanto di PNRR ma spesso non riusciamo a capire quanto sia ampio il campo dei possibili interventi. In seguito alla pandemia è stato richiesto agli stati europei di presentare un pacchetto di investimenti e riforme  appunto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questo Piano deve articolarsi in sei Missioni e 16 Componenti. Per chiarezza vi diciamo che  le sei Missioni del Piano sono: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute. Ora proprio prendendo spunto da questo caldo che assilla soprattutto il sud possiamo affermare che l’Italia è particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici e, in particolare, all’aumento delle ondate di calore e delle siccità. Le zone costiere, i delta e le pianure alluvionali rischiano di subire gli effetti legati all’incremento del livello del mare e delle precipitazioni intense. Secondo le stime dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), nel 2017 il 12,6 per cento della popolazione viveva in aree classificate ad elevata pericolosità di frana o soggette ad alluvioni, con un complessivo peggioramento rispetto al 2015. Dopo una forte discesa tra il 2008 e il 2014, le emissioni pro capite di gas clima-alteranti in Italia, espresse in tonnellate di CO2 equivalente, sono rimaste sostanzialmente inalterate fino al 2019. Dopo questa premessa il sentire parlare dei piani presentati dal comunque di Ragusa in ambito PNRR fa veramente discutere perchè denota poca lungimiranza e solo voglia di incrementare il consenso popolare senza dare  vere risposte ai problemi che nel giro di qualche anno diventeranno irrisolvibili. nel dibattito interviene il Pd di Ragusa che critica le scelte fatte dall’amministrazione ma non guarda dalla parte giusta. Riportiamo il comunicato stampa riservandoci di esaminare la questione con approfondimenti. Ecco cosa dice Calabrese segretario cittadino. 

Dei tre progetti presentati dall’Amministrazione comunale di Ragusa per chiedere finanziamenti per 2milioni di euro a valere sui fondi del PNRR finalizzati alla “rigenerazione urbana”, a nostro avviso solo uno, forse, rientra tra le finalità previste dalla norma e, nella progettazione, mancano del tutto le periferie che, invece, avrebbero bisogno di numerosi interventi”. Lo denuncia la segreteria cittadina del Partito Democratico di Ragusa con una nota del segretario Giuseppe Calabrese che spiega: “La norma è stata pensata per ridurre i fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, migliorando la qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale dei Comuni. Dei tre progetti presentati dal Comune di Ragusa: uno prevede interventi al Foro Boario per tramutarlo in Polo Fieristico Polifunzionale; un altro punta al ripristino dei percorsi della Vallata Santa Domenica con il recupero dei tradizionali muri a secco; l’ultimo progetto sarebbe finalizzato all’acquisizione di Villa Moltisanti per fini culturali. Secondo il Partito Democratico di Ragusa solo uno di questi progetti (il recupero di Villa Moltisanti) forse, aderisce alle indicazioni normative del PNRR, le cui finalità riguardano maggiormente gli interventi strutturali che riducono il degrado abbattendo le distanze sociali tra i quartieri”.
“Per il Comune di Ragusa sarebbe stata l’occasione ideale per puntare al recupero delle aree periferiche della città – continua Calabrese – che così vengono completamente dimenticate a vantaggio di progetti di importanza marginale rispetto alla possibilità di programmare un unico grande intervento di rigenerazione urbana lì dove si necessita di impianti, strade e urbanizzazione. Tutti argomenti da campagna elettorale dei quali l’amministrazione sembra oggi infischiarsene solo per far brillare il narcisismo di qualche fortunato assessore”.
“Ancora una volta, siamo negativamente colpiti dalla pochezza di idee di questa Amministrazione cieca e classista – conclude Calabrese – mentre le periferie attendono silenziose che qualcuno si occupi anche di loro”.

di Direttore29 Giu 2021 08:06
Pubblicità