Chiesto al Comune di Ragusa un risarcimento danni di €15.700.000
Una bella gatta da pelare si prospetta per l’amministrazione Cassì che, come accadde una 20 di anni fa al sindaco Arezzo, potrebbe essere chiamata a pagare una somma enorme.
Infatti la società immobiliare Teknè srl di Catania, ha chiesto un risarcimento danni da 15.700.000,00 € al Comune di Ragusa per via della mancata definizione del “Procedimento di approvazione del Piano di lottizzazione presentato nel 2017” e tutt’ora disatteso dall’amministrazione ragusana.
La società ha già presentato una diffida al Comune, alla quale seguirà – nei prossimi giorni – un esposto alla Procura della Repubblica di Ragusa e uno alla Corte dei Conti.
La complessa vicenda amministrativa è cominciata nel 2006, quando il Comune di Ragusa autorizzò – in conformità con il piano regolatore generale allora vigente – la costruzione di un
nuovo polo commerciale (grande circa 16.500 metri quadrati) in contrada Bruscè, su
un’area di circa 310mila metri quadrati di proprietà dell’immobiliare Teknè.
Il 70 per cento della superficie totale del terreno, quasi tutto in quello che viene chiamato parco urbano, nel rispetto delle normative vigenti, era stato ceduto gratuitamente in perequazione al Comune di Ragusa. Nel frattempo, era stata consegnata all’amministrazione iblea una polizza fideiussoria del valore di oltre 2.200.000,00 euro ed erano stati pagati i costi di costruzione, per 180mila euro. Nell’attesa
che l’investimento fosse completato, Teknè ha eseguito gran parte delle opere di
urbanizzazione: 750mila euro di lavori, acquisiti poi gratuitamente dal Comune e diventati,
di fatto, patrimonio della comunità ragusana.
Nel 2014, Teknè richiese una proroga della concessione edilizia comunale che venne respinta. Alla decadenza della concessione, però, non seguirono in tempi altrettanto celeri le restituzioni dovute della polizza fideiussoria e dei 180mila euro, ottenuti solo dopo reiterate richieste. Quello che non è mai stato ridato , invece, sono i terreni ceduti al Comune a titolo perequativo e le somme impiegate per le opere di
urbanizzazione già integrate al demanio comunale.
In altri termini: il Comune di Ragusa non ha restituito a Teknè circa 202mila metri quadrati di
terreni né 750mila euro di opere di urbanizzazione. Nel frattempo, a seguito di variazioni del
piano regolatore generale comunale, l’azienda ha presentato il piano di lottizzazione del
2017, citato all’inizio di questa nota, che non è ancora stato approvato, nonostante il
“principio di speditezza” debba essere uno dei cardini dell’azione amministrativa, come si
legge nella diffida inviata all’amministrazione ragusana.
Per un’azienda privata che tenta di fare impresa sul territorio, è un enorme danno
economico poichè il fatto di non rientrare in possesso dei terreni ceduti al Comune a titolo perequativo
impedisce ogni eventuale compravendita o attività remunerativa. E la mancata definizione
del procedimento di approvazione del piano di lottizzazione limita l’esercizio dell’attività di
impresa. Per questi motivi, immobiliare Teknè ha diffidato il Comune di Ragusa e richiesto
un ristoro dei danni subiti in questi anni – e che continua a subire – determinandoli in
15.700.000,00 di euro.
“Siamo a conoscenza del fatto che questi oneri graveranno sulla comunità ragusana –
dichiara Roberto Mazzullo, amministratore di Teknè – Ma non ci è stata lasciata scelta.
L’impasse amministrativo nel quale siamo bloccati ci ha impedito, e ci impedisce ancora, di
lavorare. Dal canto nostro, sappiamo di avere seguito tutte le procedure con correttezza: il
punto, qui, non è più se costruire o meno un centro commerciale, che pure è previsto
dal PRG. Il punto è quanto le inadempienze di un’amministrazione pubblica possano
strangolare un privato”. “Sappiamo – continua Mazzullo – che il Comune è stato
condannato, anni fa, a risarcire un danno di oltre nove miliardi di Lire per avere revocato una
concessione edilizia già rilasciata. Una situazione del tutto simile alla nostra, in anni, però,
diversi: un debito non previsto di quasi 16 milioni di euro, per le casse di un Comune come
Ragusa, pregiudica la tenuta dei conti comunali. Per questo ci rivolgeremo anche alla
Procura della Repubblica e alla Corte dei conti: affinché non solo i nostri interessi ma anche
quelli dei cittadini ragusani vengano tutelati”.