Alunni con covid nelle scuole…e quarantene a ripetizione
Il Coordinamento USB-Scuola e la Segreteria Provinciale esprimono il loro disappunto
per le situazioni che da piu’ parti vengono poste all’attenzione del sindacato in merito ai mancati
adempimenti in continua presenza di alunni con positività al Covid in alcune scuole di Ragusa. Nessuno infatti ha voluto o saputo chiarire se il 50% di studenti è inteso sulla popolazione complessiva di ogni Istituto oppure sulla popolazione complessiva di ciascuna classe. La differente interpretazione crea molti problemi soprattutto per la questione dei trasporti e per il numero di studenti all’interno di ogni
classe/aula . La situazione oggi gravissima con un alto tasso di trasmissibilità che contrasta con la politica di aprire le scuole a qualunque costo.
A tal proposito il sindacato pubblica una lettera di una Docente iscritta al Sindacato USB-Scuola
non firmata però per ovvi motivi .
Sono un docente di scuola superiore. Sono al mio terzo isolamento in due mesi di
scuola in presenza. Lo stato non ascolta le richiesta di aiuto dei docenti, “perché le
scuole sono state propagandate come luoghi sicuri”.
A metà febbraio il ministro dell’Istruzione in carica stabilisce che bisogna tornare in
classe, perché “le scuole sono un luogo sicuro”. O meglio, apparentemente sicuro.
Si inizia a vaccinare i docenti e gli operatori scolastici, ma si trascura di vaccinare
il vero veicolo di trasmissione del virus: gli studenti, di cui è nota la leggerezza
nella promiscuità. Quindi per la prima settimana dal rientro in classe le regole del trasporto per gli studenti pendolari, vengono rispettate. Poi si comincia a derogare. Passano i primi venti
giorni e già si cominciano a vedere le prime crepe. Basta un contagio per classe e la classe viene messa in isolamento. Ma non solo gli studenti che fra di loro creano assembramenti più o meno
estesi, ma anche i docenti. Questo almeno succede nella provincia di Ragusa.
I docenti, rispettosi delle regole, con tanto di mascherina appiccicata al volto per
tutto il periodo in cui sono in servizio e il distanziamento stabilito per legge –
uno/due metri se non di più – cominciano il loro “calvario” dell’isolamento
fiduciario perchè si è messi agli “arresti domiciliari”. Poiché scarseggiano i
docenti per supplire alla situazione, vengono messi in DaD, non solo tutto il corso
ma anche gli altri corsi della sede. Così facendo si viene a creare una situazione
quantomeno anomala, nella quale – grazie al fatto che si è registrato un paziente Covid in quella sede, tutte le altre classi vengono messe in DaD. Ma non nelle altre sedi.
Dopo aver fatto il I° isolamento tornano a scuola ma per poco .Infatti in un’altra classe, di un altro corso, di un’altra sede, un altro allievo è diventato paziente Covid. E così vengono posti in isolamento quattro giorni dopo che avrebbero virtualmente già finito il loro periodo di isolamento. E il docente stravolge di nuovo la sua quotidianità, altri due tamponi, segregato in casa, “perchè la scuola è sicura”! Ma come fa la scuola ad essere sicura se il docente è buttato allo sbaraglio a difendersi
“a mani nude” da un nemico invisibile traghettato da chi – gli studenti – non è
stato posto a controllo prima dell’ingresso a scuola?
Il successivo rientro avrà vita ancor più breve: altra classe, altro contagio, altro
giro di boa. Ma ci si chiede : chi stabilisce l’isolamento dei docenti? Il medico referente Covid provinciale, ma non tutte le province interpretano la legge allo stesso modo: in altre provincie siciliane, Siracusa e Catania per esempio, solo gli alunni della classe in questione vanno in
isolamento e non il corpo docente, almeno non alle superiori, dove si pensa che la
maturità dello studente sia più scontata.
Il sindacato Usb pone inoltre queste domande alle autorità competenti
• ma i medici referenti Covid non si possono consultare fra di loro e stabilire una
unica linea di condotta?
• L’Uscas, l’ente preposto dall’ASP a fare i tamponi, perché non concede uno
sportello di ascolto a cui porre dubbi e quesiti?
• Perché i Dirigenti Scolastici non chiedono al Prefetto di lavorare tutti in Dad?
• Perché i docenti non possono avere diritto ad una schermatura in plex che li tuteli
dall’esposizione ai contagi, come in tantissimi uffici ?
• Perché i Sindacati Confederati hanno deciso di ammainare in massa la spada, in
difesa di tutti questi lavoratori della scuola? Solo i Sindacati di base USB e COBAS
si sono schierati dalla loro parte.