Giornata mondiale del malato
Primi appuntamenti da lunedì 8 febbraio nell’ambito della XXIX Giornata mondiale
del malato che anche la diocesi di Ragusa celebra l’11 febbraio con le iniziative
proposte dall’ufficio per la Pastorale della salute. “Uno solo è il vostro Maestro e voi
siete tutti fratelli” è il tema di quest’anno che fa riferimento alla relazione
interpersonale di fiducia quale fondamento della cura olistica del malato. Le prime
iniziative di lunedì prevedono, dunque, alle 10 la visita e la benedizione dei malati
nei reparti di Ematologia e al day hospital oncologico ma anche nei reparti Oncologia
e Dialisi dell’ospedale Maria Paternò Arezzo. Alle 16, poi, ci sarà la visita e la
benedizione dei malati Covid del reparto Malattie infettive dell’ospedale Giovanni
Paolo II. Martedì 9 febbraio, alle 10, è in programma, invece, la visita e la
benedizione degli anziani nella Rsa Covid dell’ospedale Maria Paternò Arezzo di
Ragusa. Mercoledì 10 febbraio, alle 10, si terrà la visita e la benedizione dei malati
Covid nei reparti Sub intensiva e Rianimazione del Giovanni Paolo II. Alle 11,
sempre nello stesso ospedale, la celebrazione eucaristica e la benedizione dei malati,
dei medici, degli infermieri e degli operatori sanitari del reparto Rianimazione. Alle
16, poi, la celebrazione eucaristica in streaming per i malati Covid a domicilio.
L’appuntamento si terrà nella cappella dell’ospedale Civile. “Curare e prendersi cura
– afferma il direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale della salute di Ragusa, il
sacerdote Giorgio Occhipinti – sono confluiti in un’unica mission, ribadendo, nella
molteplicità dei ruoli e delle competenze, la centralità della persona. Il tema di questa
Giornata si ispira al brano evangelico in cui Gesù critica l’ipocrisia di coloro che
dicono ma non fanno (cfr Mt 23,1-12). Quando si riduce la fede a sterili esercizi
verbali, senza coinvolgersi nella storia e nelle necessità dell’altro, allora viene meno
la coerenza tra il credo professato e il vissuto reale. Il rischio è grave; per questo
Gesù usa espressioni forti, per mettere in guardia dal pericolo di scivolare
nell’idolatria di sé stessi, e afferma: «Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti
fratelli». La critica che Gesù rivolge a coloro che «dicono e non fanno» è salutare
sempre e per tutti, perché nessuno è immune dal male dell’ipocrisia, un male molto
grave, che produce l’effetto di impedirci di fiorire come figli dell’unico Padre,
chiamati a vivere una fraternità universale. Davanti alla condizione di bisogno del
fratello e della sorella, Gesù offre un modello di comportamento del tutto opposto
all’ipocrisia. Propone di fermarsi, ascoltare, stabilire una relazione diretta e personale
con l’altro, sentire empatia e commozione per lui o per lei, lasciarsi coinvolgere dalla
sua sofferenza fino a farsene carico nel servizio (Lc 10,30-35). L’esperienza della
malattia ci fa sentire la nostra vulnerabilità e, nel contempo, il bisogno innato
dell’altro”.
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