Plastic free e le riserve di Confcommercio
Confcommercio Ragusa sostiene la decisione presa dal sindaco Cassì che trasforma la
città in una realtà urbana plastic free. “Sappiamo bene – afferma il presidente Danilo
Tomasi – quale l’impatto ambientale negativo che ha causato la plastica in tutti questi
anni. Forse questa decisione è stata addirittura presa tardi. Siamo, però, in parziale
disaccordo su come questa tempistica è stata gestita. Infatti, la comunicazione è stata
diffusa a maggio di quest’anno precisando che dal 1 luglio sarebbe stato vietato l’uso
di qualsiasi tipo di plastica per tutte le attività di somministrazione e generi
alimentari. È stata concessa, inizialmente, una proroga di 90 giorni e poi,
successivamente, di ulteriori 30 giorni. Quindi, ufficialmente, dal 1 ottobre il divieto
è entrato in vigore”. Confcommercio Ragusa aveva chiesto di fare entrare in vigore
l’ordinanza dal 1 gennaio 2020 in quanto numerose attività commerciali ad inizio
anno avevano messo dentro notevoli scorte di merce e in soli tre mesi non sarebbero
state in grado di smaltirle. Dei 3 mesi richiesti dall’associazione di categoria, il
Comune di Ragusa ne ha concesso soltanto uno. “Dal 1 ottobre – continua Tomasi –
sono anche iniziati i controlli da parte delle forze dell’ordine, sanzionando chi non si
attiene alle prescrizioni dell’ordinanza. Siamo, ovviamente, per il rispetto delle
regole: chiediamo solamente un pizzico di tolleranza in questa fase iniziale.
Ricordiamo inoltre che è stata fatta una integrazione alla norma che esclude da questa
ordinanza le aziende di grande distribuzione presenti a Ragusa che avranno così la
possibilità di vendere il materiale plastico in altre città”. Inoltre, considerando che
sarà possibile utilizzare solo materiale biodegradabile, l’associazione e il Comune
stanno sottoscrivendo una serie di convenzioni con le aziende del settore per far sì
che il materiale in questione possa essere venduto a prezzi più agevolati, in
considerazione del fatto che lo stesso è piazzato sul mercato a cifre più elevate
rispetto alla plastica. Gli esercenti cittadini, dunque, dovrebbero potere comprare il
materiale biodegradabile a prezzi più agevolati.