Ferrovie: Torna la Catania Caltagirone ma si può fare di più.

La notizia è veramente bella e fa pensare ad una inversione di rotta che però non si vede neanche  lontanamente all’orizzonte. Parliamo delle ferrovie siciliane che potrebbero essere rimesse in funzione con varie motivazioni non ultima quella turistica. Leggiamo che ritornano i treni sulla linea Caltagirone-Catania. Il servizio, sospeso da due anni, verrà ripristinato per l’utenza a partire da lunedì 18 febbraio. Oggi  sabato 16 febbraio alle ore 11, si terrà una cerimonia di riconsegna della tratta ai cittadini. Saranno presenti il presidente della Regione, Nello Musumeci, l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, l’amministratore delegato di RFI Maurizio Gentile, gli amministratori del Calatino e le autorità militari e religiose.  Spinti dalla curiosità siamo andati a vedere che  percorso fa questa linea dismessa due anni fa. Come potete vedere si tratta di un interessante collegamento che da Catania a Lentini  diramazione ( cioè incrocio sulla Siracusa Catania) passando per Vizzini scalo si arriva a Caltagirone. La linea poi proseguiva fino a gela ma a causa di un crollo di un viadotto, invece di rimetterlo a posto si preferì chiudere la tratta. Ora guardando appunto la cartina ci si accorge che con uno sforzo neanche tanto grande si potrebbe ripensare con un nuovo percorso in alcune parti, alla vecchia Ragusa Vizzini che in questo modo servirebbe a chiudere uno straordinario triangolo ferroviario del sud est che non mancherebbe si dare ottimi risultati. La linea ad esempio potrebbe passare dall’aeroporto di comiso e poi in pianura viaggiare verso Vizzini.  Bisogna anche dire, e riportiamo una note dell’associazione “Italia in ncomune” che l’unione europea ha fissato al 2030 i propri obiettivi strategici di riduzione delle emissioni di CO2 (-40% rispetto al 1990) e ogni Paese dovrà approvare nel 2019 un Piano per l’energia e il clima in grado di realizzare questo obiettivo con politiche coerenti nei diversi settori, a partire da quello dei trasporti. E’ in questo scenario temporale che occorre porre lo sviluppo del trasporto ferroviario soprattutto nel sud-est della Sicilia dove tutte le promesse fatte negli ultimi venti anni sono rimaste sulla carta . Le ferrovie portano vantaggi non solo ambientali, come il minore inquinamento, ma in generale di qualità della vita e attrattività delle nostre città e dei territori, di lavoro e si generano vantaggi per le famiglie, perché permetterebbe di avere finalmente una alternativa più economica e sostenibile al trasporto su gomma, con riduzione della spesa per i trasporti (stimabile in alcune migliaia di Euro all’anno). Tante questioni e problemi di cui si discute – dall’inquinamento delle città agli obiettivi internazionali sul clima, dall’innovazione alla vivibilità, fino al turismo – si riescono in questo modo a comprendere nella loro concreta dimensione e inestricabile intreccio. La sfida sta oggi nel dare forza a progetti e idee capaci di migliorare la mobilità perché in questo modo si possono creare rilevanti vantaggi generali di tipo ambientale e vivibilità delle città e dunque di rilancio economico della provincia di Ragusa . “ Innanzi tutto bisogna finanziare il progetto per l’elettrificazione, riqualificazione e potenziamento della linea Siracusa-Ragusa-Gela – propone Flavio Brafa presidente della sezione Italiaincomune di Ragusa – che prevedeva, nel 2005, 6 anni di lavori e 183 milioni di euro di investimenti iniziali, 235 milioni di euro incluso il nuovo materiale rotabile.” Secondo il progetto, a regime il tempo di percorrenza complessiva dei treni viaggiatori dimezzerebbe contro le attuali tre ore. Peccato che non si abbiano piu’ notizie di quel progetto ne’ tantomeno della sua applicazione. Così come gli investimenti anche solo su tecnologia e nuovi treni con i quali si possono ridurre fino a 25 minuti i tempi di percorrenza tra Siracusa-Gela. Con un’aumento della frequenza dei treni tra Vittoria e Ispica potrebbe nascere  così una metropolitana provinciale che sposti su ferrovia tutto quel traffico di pendolari che soffoca i principali centri della provincia.  “ Ma è sull’aeroporto di Comiso che va fatto l’investimento più importante,  – prosegue Claudio Conti coordinatore della sezione Italiaincomune di Ragusa  – collegandolo sì con la stazione di Comiso e quindi con Ragusa e Gela , ma soprattutto con l’aeroporto di Catania, attraverso la costruzione di una nuova tratta ferroviaria tra Comiso-aeroporto e Vizzini  che inserendosi sulla Gela-Catania possa portare comodamente i passeggeri da un aeroporto all’altro con un servizio comodo, puntuale e competitivo nei confronti dell’auto. Una linea che permetta di raggiungere Catania in 90 minuti utililizzabile anche per il normale servizio passeggeri ”. Così si viene incontro a tutti coloro che giustamente invocano nuove infrastrutture per il definitivo decollo dell’aeroporto di Comiso. D’altra parte mentre l’UE non vuol più finanziare nuove autostrade in Sicilia, come dimostra il caso della Siracusa-Gela , il progetto Corridoio Scandinavo-Mediterraneo, che si inserisce nelle priorità della Commissione europea in materia di rete transeuropea dei trasporti,. prevede invece entro il 2030 l’elettrificazione completa e velocità minima di 100 km/h su tutte le linee ferroviarie, collegamenti con reti ferroviarie di tutti gli aeroporti e connessione dei porti, come quello di Pozzallo, con ferrovie. “ Il governo italiano e quello regionale comincino a fare la loro parte   inserendo la tratta aeroporto Comiso – Vizzini tra le priorità di mobilità regionale, e tirino fuori dai cassetti, finanziandolo immediatamente anche con i soldi del TAV Torino Lione , il progetto di elettrificazione e potenziamento della linea Siracusa-Ragusa-Gela già previsto da RFI nel 2005 “.
di Direttore16 Feb 2019 10:02
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