Passalacqua da favola in gara due: pareggia il conto e attende Schio per le due sfide al PalaMinardi
Tradizione rispettata, vita (per Schio) complicata. Proverbio nuovo di zecca ma valido, dato che l’ennesima impresa delle aquile in terra vicentina costringerà le campionesse d’Italia a venire al PalaMinardi senza paracadute: o vincono almeno una delle due gare, a questo punto obbligatorie, oppure possono scucirsi lo scudetto dalla maglietta. Che la situazione sia cambiata in modo così radicale potrà sorprendere qualcuno, forse anche tanti, ma era chiaro che gara uno poteva fare testo soltanto per gara uno: in altre parole in gara due si ripartiva da zero. Difatti è stato così, e si è notato subito, anche se al referto le due squadre erano esattamente le stesse: la Passalacqua se la stava giocando alla pari e non sarebbe stata la vittima sacrificale. Difatti, ha recuperato presto, poi è andata avanti ma si è fatta ingenuamente riprendere in chiusura: senza la “distrazione” avrebbe chiuso il primo tempino in vantaggio. Stesso discorso, più o meno, anche nel secondo quarto, chiuso quattro punti sotto solo perché Macchi ha trovato una bomba finale quasi dallo spogliatoio. Al rientro le vicentine hanno cercato l’allungo decisivo, ma con la Passalacqua di stasera il tentativo era destinato a fallire: le biancoverdi, più attaccate alla gara del “ricordino” di una cane alla suola della scarpa, hanno concesso un distacco massimo di otto punti, che Beba Bagnara, appena entrata, a ridotto a cinque sulla sirena. L’ultimo quarto ha evidenziato molto presto alcuni dati di fatto fondamentali: Schio non sarebbe riuscito a staccarsi fino a poter stare tranquillo, perché era contenuto bene, commetteva troppi errori e cominciava a perdere lucidità; la Passalacqua sbagliava ma era sempre lì e recuperava poco alla volta(splendida una bomba di Astou Ndour con visuale coperta) con continuità. Per questo, vederla passare in vantaggio non ha meravigliato ma è sembrato uno sviluppo logico quanto meritato. Naturalmente le campionesse hanno subito reagito da campionesse, prima recuperando poi portandosi in vantaggio, ma per spaventare le biancoverdi di gara due ci sarebbe voluto ben altro. E lo hanno dimostrato infilando un minibreak di cinque punti, reso velenoso, anche sotto il profilo psicologico, dal minuto scarso al termine. Da squadra di razza Schio aveva comunque una fiammata e andava a meno uno a sette secondi dalla fine: dopodiché, con la palla in mano alle aquile non poteva che affidarsi ai falli, due uno dietro l’altro. Il primo non comportava tiri liberi, il secondo sì: quattro secondi alla fine e Astou Ndour andava in lunetta. Astou è senegalese con passaporto spagnolo, ma è sembrata nata in Norvegia: una macchina da punti glaciale, dentro tutti e due per un vantaggio di più tre. Con tre secondi da giocare e tre punti da recuperare, partendo da sotto il tuo canestro il canestro avversario sembra lontano come la luna: c’era solo da tentare il tiro della disperazione. Schio, come di dovere, lo ha fatto: e, come logica, ha sbagliato. Passare al PalaRomare, come dicevamo, ha completamente cambiato il quadro della situazione proposto da gara uno: non solo siamo uno pari ma giocheremo le prossime due gare in casa. Certo contro uno Schio sempre stellare, campione in carica e avvelenato: ma soprattutto preoccupato, quindi ancora più temibile. E, nessuno lo dimentica, anche contro il ricordo di un’occasione d’oro sprecata. Ma il vantaggio rimane, ed esula dallo spessore (enorme e superiore al nostro) dell’avversaria: per cui facciamo così, un passo alla volta, poi vedremo. Cioè, intanto pensiamo a sabato sera: il che, quasi inutile ricordarlo, ovviamente significa provvediamo a far trovare alle scledensi un PalaMinardi pieno zeppo ed un tifo da Maracanà. Elementare, Watson…
Fila Wuber Schio 68 – Passalacqua Ragusa 71 — Parziali: 17/17-38/34-50/45 – SCHIO: Yaocoubou 15, Martinez, Bestagno, Gatti ne, Tagliamento, Anderson 23, Masciadri 2, Zandalasini 6, Sottana 4, Ress 6, Macchi 12. Allenatore Procaccini – RAGUSA: Larkins 8, Consolini 11, Gorini 7, Valerio, Spreafico 3, Formica 8, Bagnara 6, Brunetti ne, Vanloo 9, Ndour 19. Allenatore Recupido.
ARBITRI: Terranova di Ferrara, Wasserman di Trieste e Del Monaco di Bologna.