Un'analisi sul referendum. La città di Ragusa è la più renziana di tutte, ma non mancano le sorprese a Modica, Vittoria e Scicli

Ovunque vince il No, tranne in Toscana, in Emilia Romagna, a Milano e a Bolzano. La Sicilia e la Sardegna sono le due regioni dove il No ha stravinto.
Il 71,58% degli aventi diritto al voto nella nostra Regione ha detto No a questa riforma, contro il 28,42% che aveva scommesso su Renzi, sul suo progetto, su questa riforma. Il dato regionale lo ritroviamo, anche se con qualche leggerissima differenza, anche a livello provinciale e comunale. La provincia di Ragusa, infatti, si è schierata compattamente per il No, con un deciso 68,26% (i Sì si sono fermati al 31,74%). A livello comunale Vittoria spicca su tutti con il 74,61% di preferenze andate al No (contro un 25,39% per il Sì), seguono Pozzallo 71,62%, Comiso 70,9%, Modica 69,11%, Scicli 69,01% e Ragusa, che in qualche modo si differenzia dal dato generale, con un 62,37% dei No.
Come si spiega questa differenza di percentuali? Certo potremmo dire che i cittadini ragusani hanno creduto più degli altri in questa riforma, ma se volessimo provare a dare un’altra lettura a questo voto e magari accreditare un’interpretazione più politicizzata del voto, le cose cambiano.
Se così fosse non possiamo nascondere l’influenza politica dell’on. Nello Dipasquale, che come tutti sanno gode ancora di un certo favore in città. Onorevole che ieri, a caldo, subito dopo la dichiarazione dimissionarie di Renzi, ha rinnovato la sua piena fiducia al partito e al primo ministro.
Seguendo questa linea di pensiero, non può sfuggire il voto di Vittoria e Pozzallo. La prima, città da sempre rossa, oramai spostatasi decisamente a destra, non poteva non bocciare sonoramente il primo ministro e la sua riforma. Senza contare il fatto che nell’ipparino c’è un certo Giorgio Assenza (F.I.) convintamente schierato per il No e Pippo Di Giacomo (Pd), che a quanto ci risulta, non si sia impegnato più di tanto vista la contingenza.
Pozzallo, vera e propria città di confine, che più di altre sta subendo gli effetti di questa immane ondata migratoria, non è riuscita a vedere in Renzi quel portatore di un cambiamento positivo e a nulla sono vale se sue visite in città e in provincia durante questa campagna elettorale e perciò i No sono saliti sino al 71,62%.
Altro discorso va fatto per le città di Modica e Scicli. Modica, non dimentichiamolo, è la città, per non dire il feudo, dell’onorevole Minardo, esponente di Ncd e vicinissimo al ministro Alfano. Nonostante ciò, i modicani con il loro 69,11% hanno detto No a questa riforma e a Renzi, ma possiamo dire che hanno detto No al suo illustre concittadino? Non proprio, visto che Nino Minardo, nonostante una sua massiccia esposizione mediatica su qualsiasi tipo di argomento, non ha speso una parola, in queste settimane, in favore del Sì. Vuoi vedere che non si è voluto esporre e ha già pronte le valigie?
Il dato di Scicli, per certi versi, è quello più strano. In fondo Scicli è un piccolo centro che vanta al suo attivo ben due onorevoli, la senatrice Padua (Pd) e Orazio Ragusa (Udc). Di certo i due esponenti politici non passeranno alla storia per l’impegno profuso in favore del Sì, qualche incontro la Padua, a differenza di Ragusa, lo ha pure organizzato, ma nulla di che. Sciatteria o mero calcolo politico?
Comunque siamo certi che da oggi tutto cambia. Nulla sarà come prima. Non è la nostra stabilità economica ad essere messa in crisi, come qualcuno vorrebbe, ma di sicuro a venire ridisegnati saranno gli equilibri, nazionali e locali.

di Redazione05 Dic 2016 13:12
Pubblicità