Il consigliere Sigona espulsa dal M5S. Ma può stare ancora in aula consiliare…
Alla fine il Movimento 5 Stelle ha espulso Gianna Sigona ed era il minimo che potesse accadere. Tuttavia, la nota ufficiale che informa dell’accaduto sembra davvero poco ufficiale. Un solo rigo scritto dal portavoce dei parlamentari regionali, senza un minimo di argomentazione (ancorché pleonastica) evitando di citare gli stessi parlamentari o i vertici nazionali, né la procedura che il Movimento si è dato per casi di questo tipo, ci sembra davvero pochino rispetto alla gravità della vicenda. E rimane il fatto che il 5 maggio, a meno che non intervengano fatti nuovi e graditi, il consigliere continuerà a prendere parte all’assise comunale. Vero è che nel frattempo sia il sindaco Piccitto che il Presidente del Consiglio comunale Tringali hanno invitato il consigliere – chi più chi meno verbosamente – ad abbandonare la carica, ma dubitiamo che questo possa accadere. Lo deduciamo facilmente dall’atteggiamento che Sigona ha avuto in questi giorni, reagendo con serafica calma in alcuni casi e con piccato risentimento in altri ai sacrosanti attacchi che le sono stati mossi.
Soprattutto ha fatto bene Antonio Tringali a ricordare in un post sul proprio profilo Facebook la formula che ogni consigliere pronuncia al momento dell’insediamento (‘Giuro di adempiere alle mie funzioni con scrupolo e coscienza nell’interesse del Comune, in armonia agli interessi della Repubblica e della Regione’) ma, augurandoci che tutti quelli che siedono in Consiglio dedichino ogni giorno qualche minuto a riflettere su quelle parole, ci permettiamo di segnalare che gli inviti e gli auspici servono a poco soprattutto se arrivano così in ritardo. Inoltre, proprio parlando di quel giuramento, ricordiamo a Tringali e al primo cittadino che una volta diventati Istituzioni rispondono alla Città prima e al M5S poi. Insomma: l’attendismo strategico in attesa che altri arrivino a togliere le patate bollenti è solo una furbata da quattro soldi. Certi episodi impongono interventi immediati e chi se ne frega delle regole del partito e delle espulsioni, comunque necessarie. Avrebbero dovuto mettere un punto immediato alla faccenda, magari non sostituendosi alla struttura verticistica ma, quanto meno, anticipandola nei contenuti muovendosi di conseguenza.
Adesso, rivolgendoci a tutti i consiglieri, al sindaco e agli assessori, la domanda è: cosa intendete fare? Come potete condividere l’aula con un tale soggetto? Come si può permettere che continui a rappresentare (pagata!) la nostra città?
Ci aspettiamo mosse eclatanti.