Dopo la Basilicata un altro scandalo in Sicilia sulla gestione delle royalties. Dipasquale: “L’Amministrazione grillina che gestisce il Comune di Ragusa le ha utilizzate in modo illegittimo per finanziare la spesa corrente in bilancio”

Dopo la Ba­si­li­ca­ta, anche in Si­ci­lia sco­p­pia uno scan­da­lo sulla ges­tio­ne delle royal­ties pe­tro­li­fe­re. Uno scan­da­lo che ha una ma­tri­ce ben chia­ra: l’Am­mi­nis­tra­zio­ne co­mu­na­le di Ra­gu­sa gui­da­ta dal sin­da­co gril­li­no Fe­de­ri­co Pic­cit­to. Mi­lio­ni e mi­lio­ni di euro, ot­te­nu­ti gra­zie alle con­ces­sio­ni pe­tro­li­fe­re ri­la­s­cia­te sul ter­ri­to­rio co­mu­na­le, uti­li­z­za­ti per in­nal­za­re in modo as­so­lu­ta­men­te ir­re­spon­sa­bi­le la spesa cor­ren­te del bi­lan­cio co­mu­na­le, pas­sa­ta in ap­pe­na due anni da 77 mi­lio­ni di euro del 2013 a ben 90 mi­lio­ni di euro del 2015, con un in­cre­men­to che mette in serio peri­co­lo gli equi­li­bri fi­nan­zia­ri dell’ente.
Lo ha ri­fe­ri­to poco fa in aula all’Ars il de­pu­ta­to re­gio­na­le Nello Di­pas­qua­le in­ter­ve­nen­do du­ran­te l’esame della Fi­nan­zia­ria re­gio­na­le. Il par­la­men­ta­re ha ri­fe­ri­to di aver già pre­sen­ta­to una dettag­lia­ta relazione-​denuncia alla Pro­cu­ra della Corte dei Conti sulle “criticità ri­le­va­te sul bi­lan­cio di pre­vi­sio­ne del Co­mu­ne di Ra­gu­sa 2015”. Vi sa­reb­be­ro in­fat­ti una serie di incongruità e vio­la­zio­ni sullo stru­men­to fi­nan­zia­rio ap­pro­va­to il 12 ot­to­bre scor­so dal Con­siglio co­mu­na­le e che po­treb­be­ro ve­de­re la correità della mag­gio­ran­za che l’ha vo­ta­to.
“Come can­di­d­amen­te gli am­mi­nis­tra­to­ri gril­li­ni hanno spie­ga­to in con­fe­ren­za stam­pa qual­che gior­no fa, ho ef­fet­ti­va­men­te con­sta­ta­to, at­tra­ver­so l’esame del bi­lan­cio, che hanno uti­li­z­za­to una buona parte delle royal­ties per la spesa cor­ren­te. Pec­ca­to che ques­to sia il­le­git­ti­mo come già am­pia­men­te di­mos­tra­to dalla ma­gis­tra­tu­ra in Ba­si­li­ca­ta. Noi l’ab­bia­mo più volte spie­ga­to all’Am­mi­nis­tra­zio­ne co­mu­na­le gui­da­ta dal Mo­vi­men­to 5 Stel­le ma visto che non c’è più sordo di chi non vuol sen­ti­re, al­lo­ra sono stato cos­tret­to a ri­vol­ger­mi alla Corte dei Conti”.
Sono due gli as­pet­ti su cui l’on. Di­pas­qua­le si è sof­fer­ma­to re­la­ti­va­men­te al bi­lan­cio. Da una parte la vio­la­zio­ne del patto di stabilità per l’anno 2014 e dall’altro l’uso delle royal­ties per le spese cor­ren­ti. “Non so sta­bi­li­re quale dei due as­pet­ti sia il più grave – spie­ga il de­pu­ta­to re­gio­na­le – ma di certo l’Am­mi­nis­tra­zio­ne a 5 Stel­le ha fatto l’en plein”. Per il patto di stabilità per il 2014 c’è la re­la­zio­ne di un com­po­nen­te dell’or­ga­no di re­vi­sio­ne che non ha sot­tosc­rit­to la re­la­ti­va cer­ti­fi­ca­zio­ne in quan­to il saldo fi­nan­zia­rio ri­sul­te­reb­be pari ad € 3.431.729,85 ben al di sotto del saldo ob­iet­ti­vo pari ad € 6.691.000,00. Tale ri­sul­tan­za è ascri­vi­bi­le ad un ac­cer­ta­men­to Imu non ris­con­tra­to at­ten­di­bi­le ai sensi dell’art. 179 del Tuel per € 4.993.673,44, e per € 760.596,71 re­la­ti­va­men­te alle san­zio­ni per vio­la­zio­ne al co­di­ce della stra­da. Si con­fi­gu­re­reb­be, per­tan­to, una forma elu­si­va del patto per l’ac­cer­ta­men­to delle en­tra­te. In­som­ma un grave ar­ti­fi­cio con­ta­bi­le.
“An­co­ra più grave la vi­cen­da delle royal­ties – sot­to­li­nea Di­pas­qua­le – con­si­de­ra­to che dal bi­lan­cio si evin­ce che ques­ti fondi sono stati usati per il per­so­na­le, per l’ac­quis­to beni, per la presta­zio­ne di ser­vi­zi e per con­tri­bu­ti. Si re­gis­tra in­fat­ti un sos­tan­zia­le ed il­le­git­ti­mo in­cre­men­to della spesa di per­so­na­le pari ad € 3.995.368,29, un in­cre­men­to di € 1.428589,41 per l’ac­quis­to beni e ben € 10.280.500,87 di presta­zio­ni di ser­vi­zi, e in­fi­ne € 849.649,53 di tras­fe­rimen­ti, tra cui i con­tri­bu­ti in ge­ne­re – sot­to­li­nea Di­pas­qua­le – Ed in­ve­ce le royal­ties do­ve­va­no es­se­re uti­li­z­za­te ai sensi dell’art. 13 della legge re­gio­na­le n.9/2013 per in­cen­ti­va­re l’oc­cu­pa­zio­ne e le attività eco­no­mi­che, non­ché per l’in­cre­men­to in­du­stria­le e per il miglio­ra­men­to amb­ien­ta­le delle aree di ri­cer­ca e col­ti­va­zio­ne degli idro­car­bu­ri. Non è stato ques­to l’uti­li­z­zo”.
Va ag­giun­to in­fi­ne un ul­te­rio­re pre­oc­cu­pan­te as­pet­to. Dal sem­pli­ce esame delle carte si evin­ce la vio­la­zio­ne dell’art. 1 comma 557 della legge 296/2006 e s.m.i. con l’in­cre­men­to della spesa per il per­so­na­le is­c­rit­ta nel bi­lan­cio 2015, pari a 25 mi­lio­ni di euro, pa­le­se­men­te su­pe­rio­re alla media del tri­en­nio come pre­vis­to dalle norme e come si de­su­me dalla re­la­zio­ne dell’or­ga­ni di re­vi­sio­ne. Dun­que in con­tras­to con quan­to ribad­i­to dalla Corte dei Conti re­la­ti­va­men­te al con­teni­men­to della spesa.
“Ap­pa­io­no dun­que in peri­co­lo, a causa della cat­ti­va ges­tio­ne dell’Am­mi­nis­tra­zio­ne gril­li­na, gli equi­li­bri fi­nan­zia­ri com­ples­si­vi della ges­tio­ne e dei vin­co­li di fi­nan­za pu­bbli­ca. Ecco per­ché – con­clu­de Di­pas­qua­le – mi sono do­vu­to ri­vol­ge­re alla ma­gis­tra­tu­ra”.

di Redazione27 Feb 2016 16:02
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