Replica di Giovanni Iacono al nostro articolo sulle dimissioni di Stefania Campo
Il presidente del Consiglio Comunale di Ragusa, Giovanni Iacono, ha deciso di replicare al nostro articolo Caso Campo. La terza ipotesi: “Un cittadino al di sopra di ogni sospetto”. Ecco cosa dice:
In merito alle dimissioni dell’assessore Stefania Campo motivate, su ammissione della stessa, per favorire la massima chiarezza su episodi relativamente all’attività lavorativa temporanea del marito con imprese operanti con il Comune di Ragusa. nella vostra nota avete, con dolo, voluto coinvolgere la mia persona attribuendomi finalità legate alla ‘personalissima scalata al governo della città’.
Una ‘scalata’ che avviene con metodo da far rientrare nelle ‘categorie stantie della vecchia politica’.
Il ‘mezzo’ adoperato per la ‘scalata’? togliere un assessore donna per inserire la mia ‘pupilla’, l’avvocato Marcella Scrofani’.
Dato poi significativo su tutto per l’importanza che riveste il titolo di un articolo. Il testo è stato inserito sotto un titolo ‘giudiziario’ con una mia foto in grandi dimensioni e con la scritta volutamente evocativa del film del regista Elio Petri sul ‘caso Campo’ cercare un ”Un cittadino al di sopra di ogni sospetto’.
Questa la ‘costruzione’ della manipolazione della realtà effettuata.
Torniamo alla verità dei fatti. Premetto che descrivere una nota professionista come l’avv. Marcella Scrofani nel modo con cui si è espresso l’articolista è già emblematico delle vere finalità dell’articolo suddetto. Lo scrivente è stato semplice osservatore della sequenza dei fatti che si sono susseguiti. Non ho avuto ruolo di nessun genere sull’intera vicenda. Ho fatto una sola dichiarazione, a domanda, alla vostra emittente ‘teleiblea’ nella quale ‘auspicavo per l’opinione pubblica che presto si facesse chiarezza’. Non ho partecipato ad alcun dibattito politico ma ne ho, nel mio ruolo istituzionale, semplicemente regolato tempi e modalità in Consiglio Comunale.
E’ notorio e suffragato da fatti, anche documentali, oltre a dichiarazioni (una per tutte quella dell’on.le Cancellieri del Movimento 5 stelle il giorno della vittoria di Federico Piccitto che ad una domanda di un giornalista ha espressamente detto : ‘ringraziamo Giovanni Iacono al quale avevamo chiesto di entrare in giunta e non ha accettato ritenendo di sostenerci senza rivendicare nulla’). Già ad inizio giunta il movimento ‘Partecipiamo’ poteva avere una rappresentanza di due assessori e non mi pare che sia avvenuto. Quando il movimento ‘partecipiamo’ è entrato in giunta, settembre 2014, il Sindaco Piccitto mi aveva chiesto , nuovamente, di entrare in giunta come Vice Sindaco ed ho ancora una volta cortesemente declinato l’invito ed è noto che è diventato assessore un altro validissimo esponente di ‘Partecipiamo’ il dr. Salvatore Martorana. Pertanto chiunque, in questa città, sia in buona fede conosce che non essere in giunta è stata una mia scelta.
Quindi di quale ‘scalata al governo della città’ si blatera se stare al governo l’ho finora rifiutato come dimostrano, inconfutabilmente, i fatti ? Il giorno che deciderò, se deciderò, di amministrare, essendo un servizio volontario, dipenderà in larga parte dalla mia volontà e da chi riterrà che io possa apportare un valido contributo e quindi non richiederà alcuna ‘scalata’ né tantomeno le ‘scivolate’ nelle quali è incorso l’articolista.
Il mio impegno politico è stato solo e sempre di Consigliere perlopiù di opposizione e mai amministratore e quindi a quale ‘vecchia politica’ si riferisce l’articolista ? Probabilmente a quella conosciuta in altri ambiti dall’autore dell’articolo che è abituato a ragionare con i termini e i mezzi della vecchia politica perché, notoriamente, sostenitore e frequentatore assiduo di esponenti della vecchia giunta e dell’opposizione all’attuale Giunta.
L’articolo è dolosamente falso e tendenzioso, fortemente lesivo della mia dignità ed onorabilità personale e mi dispiace molto anche perché getta discredito sul ruolo istituzionale che rivesto. Le offese personali camuffate sotto forma di ‘ipotesi’ e diffuse in forma pubblica non si basano su nessuno dei tre elementi necessari ed indispensabili che danno legittimità piena al diritto di informazione così come stabilito e sancito in linea di principio dall’art. 21 della Costituzione e regolato dalla Legge 8 febbraio 1948 n. 47 otre che confermato dall’ormai costante giurisprudenza della suprema Corte. Ogni articolo di stampa deve rispettare la ‘verità’ oggettiva o anche solo ‘putativa’ in quanto frutto di un serio, diligente ed onesto lavoro di ricerca dei fatti esposti. Nell’articolo a firma del sig. Saro Distefano sono stati dolosamente e colposamente taciuti i fatti e mutata la realtà al punto da ribaltarne completamente il significato con il solo scopo di delegittimare, denigrare e di ledere la reputazione del sottoscritto.