Settore industriale. Isolee Ible: “Ragusa è in regola, ma Palermo è un problema”
“Dall’inferno al paradiso. Non c’è altro modo per descrivere il passaggio che si trovano a compiere i vertici dell’Irsap quando da Palermo arrivano a Ragusa. Qui, infatti, il rispetto delle regole, da parte degli insediati nelle zone industriali, un tempo gestite dal consorzio Asi, è un affare sacrosanto. Cosa che, a quanto abbiamo avuto modo di leggere sull’edizione del 6 settembre del quotidiano “La Repubblica”, non accade altrove. Soprattutto a Palermo”. E’ il presidente del parco commerciale “Isole Iblee” di Ragusa, Gianni Corallo, a metterlo in rilievo chiarendo come l’ex consorzio Asi di Palermo faccia i conti con ben 14 milioni di crediti non riscossi e addirittura il presidente Irsap, Alfonso Cicero, abbia dichiarato di doversi confrontare con contratti nulli oltre che con sospetti di collusioni. “A leggere quello che sta accadendo – aggiunge Corallo – c’è da mettersi le mani nei capelli non foss’altro perché si parla di rate di acquisto non saldate, canoni di locazione mai versati e bollette di acqua e luce inevasi. E, addirittura, mancano i certificati antimafia. Insomma, peggio di così… Tutto il contrario di quanto, invece, accade a Ragusa dove gli insediati onorano puntualmente e regolarmente, nonostante il momento di crisi, i propri impegni. Questa circostanza ci porta a fare un’altra riflessione. E cioè che il consorzio Asi di Ragusa, in piena salute dal punto di vista economico, è stato fatto confluire nel calderone dell’Irsap dove, a fronte di situazioni come quella di Palermo, la buona verve economica di un territorio va a compensare i difetti di un altro. Insomma, come se i soldi di Ragusa venissero utilizzati per colmare, almeno in parte, le condotte irregolari di Palermo. Ovviamente, la virtuosità della nostra zona industriale non può essere messa in discussione. Certo, è stato proficuo il colloquio avviato nei mesi scorsi con i vertici Irsap da cui speriamo di ottenere sempre più risposte per gli insediati, molti dei quali aderenti al nostro parco commerciale. Ma, allo stesso tempo, non possiamo sottrarci dal compiere questa analisi e nel mettere in luce come, forse, la scelta di riunire gli ex consorzi Asi sotto un’unica insegna, quella dell’Irsap, si è rivelata, al pari di altre scelte analoghe che avrebbero dovute essere votate al risparmio, assolutamente fallimentare. E, di certo, pienamente penalizzante per il nostro territorio che non vuol starci, ancora una volta, a recitare il ruolo di capro espiatorio”.