Sviluppo Ibleo: “L’area iblea è messa in ginocchio dall’inettitudine della classe politica”
“La nostra città di Vittoria, la provincia di Ragusa e la Sicilia prima di tutto pagano l’inettitudine di una classe dirigente che in gran parte si occupa di clientele e precariato e consente allo Stato di sottrarre risorse mentre quelle poche che restano sono date in pasto a schiere di precari reclutati dalla politica. Come ne usciamo? Come invertire la tendenza ?”. Sono gli interrogativi che si pone Andrea La Rosa, presidente del movimento politico “Sviluppo ibleo”, accendendo i riflettori sulla necessità di puntare alle spese di investimento, in particolare quelle finanziate da fondi strutturali europei dal calcolo del deficit che diviene, inevitabilmente, l’unica soluzione per rimettere in moto investimenti da troppo tempo bloccati e per ridare ai bilanci pubblici spazi di manovra senza i quali nessuna fase espansiva appare ipotizzabile. Ma in tal senso gli sforzi del Governo Renzi sono stati, per Sviluppo Ibleo, privi di risultati.
“In questo quadro difficile – aggiunge La Rosa – la legge di Stabilità presentata dal Governo è indubbiamente un fatto importante, che segna una discontinuità rispetto al passato, soprattutto per l’attenzione prestata alla competitività con la riduzione del costo del lavoro attraverso il taglio dell’Irap, la cancellazione dei contributi sulle nuove assunzioni ed il rifinanziamento della “Nuova Sabatini” per i macchinari. Non può considerarsi una manovra propriamente espansiva ma almeno evita ulteriori, improvvide, restrizioni della domanda. E’ evidente, tuttavia, che è necessario fare di più, molto di più, per riavviare davvero il ciclo degli investimenti, soprattutto al Sud, per ripristinare una fiducia declinante e indurre a una spesa maggiore consumatori e imprenditori. Se si eccettua, infatti, il timido intervento sul Patto di Stabilità dei Comuni, la manovra non modifica la curva declinante degli investimenti della Pubblica amministrazione sia in termini assoluti sia in percentuale del Pil: e, soprattutto, non la modifica per il Sud. In alcune aree prioritarie di intervento il rilancio degli investimenti avrebbe una rilevanza davvero strategica: dall’attività di ricerca e sviluppo alle misure per la competitività delle imprese; dall’utilizzo delle risorse naturali e culturali all’istruzione; dall’efficienza energetica alle infrastrutture materiali (di rete, energetiche e digitali) e sociali (e della qualità dei servizi che tali infrastrutture utilizzano); fino agli interventi per ridare nuova linfa al sistema portuale e a quello aeroportuale meridionale. il primo, che riveste un aspetto fondamentale per assicurare efficienza alla nostra catena logistica ed al nostro export; il secondo, che garantisce costanti flussi di traffico passeggeri con particolare riguardo a quelli internazionali. Il Mezzogiorno “muove”, infatti, i due terzi dell’export con la modalità marittima, rappresenta il 50% delle merci movimentate e dispone di eccellenze portuali ed armatoriali da cui la nostra economia non può prescindere. E’ una sfida da giocare prima di tutto al Sud, per rilanciare l’intero territorio siciliano, i vari territori attualmente abbandonati, compresa la nostra provincia e la città di Vittoria di cui lo stesso Crocetta è cittadino onorario”.