Dimissioni di Mila Spicola e caos primarie e amministrative in Sicilia
Riceviamo e pubblichiamo.
“La decisione di Mila Spicola di rassegnare le dimissioni da vicesegretario regionale del partito, arrivata in un momento così particolare per la Sicilia, è frutto di una scelta personale alla quale non si può che rivolgere il più sincero apprezzamento. Sebbene le sue dimissioni dispiacciano a chi, come noi, riconosce in Mila competenza e carattere, tempra e determinazione, caratteri distintivi che hanno rappresentato una svolta non indifferente per il nostro partito, queste non ci scoraggiano. Siamo certi di poter contare sempre su una risorsa preziosa per il PD siciliano, che non mancherà di far sentire la sua voce anche in Direzione nazionale del PD, ribadendo quanto già espresso, in tempi non sospetti e sposando le cause della Sicilia, come ha già fatto in merito alle vicende riguardanti le ammnistrative di Marsala, di Agrigento e di Enna. Desideriamo, dunque, ringraziare Mila per il lavoro, proficuo, svolto in un ambito “regionale” per niente facile e rivolgerle il nostro più sincero in bocca al lupo per il suo percorso professionale e politico.
Alla luce di quanto sta accadendo nei territori, non possiamo nascondere tutta la nostra delusione nei confronti dei metodi con cui il PD Sicilia ha gestito gli eventi, sottovalutando i pericoli che si correvano non intervenendo tempestivamente, come l’area Renzi aveva richiesto. La leggerezza con la quale si sono affrontate le questioni legate alle amministrative di Marsala (dove qualcuno vorrebbe mettere in dubbio primarie sane), Milazzo (dove sono state annullate da un giudice, ancor prima di svolgersi) Agrigento (con primarie strane) ed Enna (con esponenti legittimi ma poco opportuni), pur con specificità diverse, mostrano che dirigenti locali a volte non hanno ben chiaro il senso e le conseguenze di scelte o dichiarazioni che hanno messo in ridicolo la nostra storia e confuso i nostri elettori e la nostra identità, bene ha fatto la Serracchiani ad intervenire in tal senso, promettendo “pulizia e chiarezza” di fronte a candidature improbabili ed impresentabili.
Auspichiamo, pertanto, un confronto pacato nella forma, ma serio nei risultati, che permetta di definire regole certe per superare il vulnus di credibilità di uno strumento che abbiamo difeso e che sempre difenderemo, le primarie. È impensabile che la nostra identità possa essere messa a rischio proprio dallo stesso strumento che dovrebbe, piuttosto, affermarla con forza, perché non si è chiari e non si rispettano le idee dell’elettore. Non è più tempo di ambiguità ed incertezze, la politica ha bisogno di regole, perché una politica senza regole è la legge del più forte e questa non è politica“.