Giornata contro la violenza sulle donne. Una giornata per la sensibilizzazione
Si avvicina il 25 novembre, Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, e, come annunciato con un precedente comunicato, la nostra associazione è pronta a dare il suo prezioso contributo nell’ottica di una sensibilizzazione capillare, finalizzata ad arrivare e a coinvolgere quante più fasce possibili della popolazione.
Si comincerà con gli studenti, perché il problema della violenza è anche un problema culturale da debellare fin dai banchi di scuola. Alle 11 del mattino appuntamento all’istituto Fabio Besta di Ragusa. Alle 18.30, invece, gran finale aperto a tutti con una ricca e toccante cerimonia al Foyer del Teatro Naselli di Comiso. Ospite d’onore la pianista di fama internazionale Giuseppina Torre.
Nel primo pomeriggio, però, alle 14.30, la nostra associazione, su invito del direttore del Carcere di Ragusa, dr.ssa Giovanna Maltese, sarà presente con una propria delegazione nella struttura di c.da Pendente per prendere parte alla proiezione di un video e ad un incontro con i detenuti della sezione Sex Offender. A rappresentare l’associazione saranno l’Avv. Rossana Caudullo, l’assistente sociale, dr.ssa Alessandra Cerro, e la psicologa, dr.ssa Deborah Giombarresi.
Ma cos’è una sezione Sex offender? Chi vi si trova?
Le sezioni Sex Offenders – spiega la dr.ssa Giombarresi – sono particolari “reparti protetti” presenti solo in alcune strutture penitenziarie, in cui sono rinchiusi coloro che hanno commesso reati riguardanti la violenza di genere a sfondo sessuale, delitti a sfondo sessuale e/o maltrattamenti su donne e bambini. Sono detenuti che non manifestano alcun senso di colpa nei confronti della vittima e costruiscono relazioni in cui la compagna viene vista come una cosa di proprio possesso, un vero e proprio oggetto. Questa è una delle motivazioni che li spinge a maltrattarla. Bisognerebbe quindi adottare con loro un approccio fermo e deciso, ma capace di attivare una presa di coscienza.
Parlare con gli uomini per salvare le donne. E’ una “politica” che può funzionare? Soprattutto se gli uomini in questione sono già uomini che hanno dimostrato di odiare le donne?
E’ una sfida, sicuramente! Diciamo che è difficile modificare questa tipologia di comportamenti. E’ necessario un atteggiamento collaborativo da parte del detenuto. Se è presente questo, è già molto, in quanto potrebbe essere possibile costruire qualcosa di concreto finalizzato alla comprensione dell’atteggiamento disfunzionale avuto.
Conoscere i meccanismi che scattano nella mente di un uomo al momento della violenza sulla donna può essere utile? E come?
Può servire principalmente per finalità preventive, per combattere la violenza di genere all’origine e prima che si verifichi. Ecco perchè è fondamentale parlarne, soprattutto alle fasce più giovani, fare attività di prevenzione nelle scuole con molta dedizione, proprio come noi con il progetto “Io non ci sto”. È un dovere sociale, per noi fare in modo che le nuove generazioni siano educate ad un’affettività positiva e funzionale.
Vi ricordo, infine, l’appuntamento con la conferenza stampa del 24 novembre alle ore 11 nei pressi della sede del nostro centro antiviolenza in via La Marmora 176, nei locali messi gentilmente a disposizione dalla cooperativa Beautiful days. In quell’occasione sarà illustrata anche una nuova iniziativa che sta per partire.