Frode ed abuso d’ufficio sono i reati ipotizzati per 4 funzionari e i responsabili della ditta “Puccia”
Narra lo storico Svetonio che il figlio dell’imperatore Vespasiano, Tito, in disaccordo con la tassa introdotta dal padre sulle latrine gestite da privati (i “vespasiani”, appunto), avesse gettato per spregio dentro una di queste alcune monete; raccoltele, Vespasiano le avrebbe prima portate al naso e poi pronunciato la famosa espressione “il denaro non ha odore”.
Qualcosa di simile devono aver pensato i sedici soggetti denunciati dalla Guardia di Finanza di Modica all’esito dell’operazione denominata, appunto, “Pecunia non olet”, fra i quali quattro funzionari del Comune di Modica, il titolare e i responsabili della ditta “Puccia” che si occupa dello smaltimento rifiuti ed alcune delle maestranze della ditta stessa.
I reati ipotizzati sono di abuso d’ufficio e frode nelle pubbliche forniture, in concorso ed a vario titolo.
La ditta “Puccia”, infatti, avrebbe eseguito il servizio con meno personale rispetto a quanto pattuito e con qualifiche inferiori a quelle previste dal capitolato tecnico, distraendo inoltre alcuni lavoratori (pagati dal Comune di Modica) in altri comuni limitrofi ove la stessa ditta ha l’appalto per il servizio di raccolta dei rifiuti.
In aggiunta a questo, le Fiamme Gialle di Modica hanno riscontrato come, nella realtà dei fatti, alcuni lavoratori con qualifica di “operatore ecologico”, svolgessero mansioni di ufficio o di cantiere a beneficio esclusivo della ditta “Puccia”, pur essendo pagati dal Comune di Modica per essere impiegati nei servizi di spazzamento o raccolta.
I funzionari invece, dal canto loro, avrebbero omesso ogni controllo circa la corretta applicazione del contratto, non vigilando fattivamente ma limitandosi a sporadiche e occasionali comunicazioni scritte con la ditta, nonostante numerosi solleciti da parte di diversi cittadini, e provvedendo quindi a pagare i relativi stipendi anche per quei lavoratori che in realtà per il Comune non svolgevano alcuna attività.
Gli indagati, peraltro, sono stati deferiti alla Procura Generale presso la Corte dei Conti per la valutazione del danno erariale arrecato al Comune, che la Guardia di Finanza stima essere superiore al milione e mezzo di euro.