Sblocca Italia. Renzi sta svendendo la Sicilia

ll Go­ver­no Renzi nel co­sid­det­to De­cre­to “Sboc­ca Ita­lia” san­cis­ce de­fi­ni­ti­va­men­te la tras­for­ma­zio­ne della Si­ci­lia e di altri ter­ri­to­ri ita­lia­ni in dis­tret­ti pe­tro­li­fe­ri. Nel co­mu­ni­ca­to stam­pa del Go­ver­no si può leg­ge­re tes­tual­men­te che “si è pro­ce­duto a ri­co­nos­ce­re il ca­r­at­te­re stra­te­gi­co delle attività di pro­spe­zio­ne, ri­cer­ca e col­ti­va­zio­ne di idro­car­bu­ri e quel­le di stoc­cag­gio sot­ter­ra­neo di gas na­tu­ra­le, de­li­nean­do quin­di pro­ce­du­re chia­re ma com­mi­su­ra­te alla na­tu­ra di pu­bbli­ca utilità, ur­gen­za e indifferibilità.” Quin­di tutti i pro­get­ti di de­vas­ta­zio­ne del ter­ri­to­rio che aleg­gia­no sulla nos­tra terra, già aval­la­ti da Cro­cet­ta, avran­no anche una via pre­fe­ren­zia­le, alla fac­cia della volontà po­po­la­re e della sal­va­guar­dia della sa­lu­te, dell’amb­ien­te e del ter­ri­to­rio. La stra­te­gia “fos­si­le” del Go­ver­no Renzi ci al­lar­ma ma non ci sor­pren­de, in quan­to pre­ce­duta da molte di­chia­ra­zio­ni in tal senso, che ave­va­no pre­pa­ra­to il ter­re­no. La verità è ques­ta, con la scu­san­te della crisi stan­no sven­den­do pezzo a pezzo la nos­tra terra, chi ci abita non è più pa­dro­ne in casa sua, ci viene tutto pro­pi­na­to dall’alto. I pozzi e l’eco­no­mia del pe­tro­lio sono causa di un pe­san­te in­qui­na­men­to e del de­pau­pe­ra­men­to del bene co­mu­ne, su cui fanno gran­di pro­fit­ti poche mul­ti­na­zio­na­li. Le tri­vel­la­zio­ni non por­ta­no ric­che­z­za per gli ab­itan­ti dei ter­ri­to­ri, (pochi spic­cio­li com­mi­su­ra­ti agli in­gen­ti gua­dag­ni di chi buca e tri­vel­la), ma de­gra­do, in­qui­na­men­to, ma­lat­tie e morte, basti pen­sa­re solo al costo di smal­ti­men­to e bo­ni­fi­ca di ques­te attività pro­d­ut­ti­ve una volta dis­m­es­se, che gra­va­no sulla casse pu­bbli­che oggi vuote. As­pet­ti­a­mo la pu­bbli­ca­zio­ne del testo de­fi­ni­ti­vo per ul­te­rio­ri com­men­ti sui pas­sag­gi più tec­ni­ci del pro­v­ved­imen­to (che in­tro­du­ce anche il ti­to­lo con­ces­so­rio unico, altro gran­de re­ga­lo alla lobby del pe­tro­lio – si legge nel Co­mu­ni­ca­to go­ver­na­ti­vo “In par­ti­co­la­re, si è pre­vis­ta l’in­tro­du­zio­ne di un ti­to­lo con­ces­so­rio unico, com­pren­si­vo delle attività di ri­cer­ca e col­ti­va­zio­ne di idro­car­bu­ri li­qui­di e gas­so­si…”), ma la realtà dei fatti è di­sar­man­te. Nel de­cre­to ci sono norme in­ac­cet­ta­bi­li : i gas­dot­ti, gli oleo­dot­ti e gli stoc­cag­gi ri­ves­to­no in­ter­es­se stra­te­gi­co ma non solo, (non sod­dis­fat­ti delle norme esis­ten­ti, ag­giun­te nel 2004 dal Go­ver­no Ber­lus­co­ni al DPR 327/2001, che con­sen­ti­va­no all’ap­pro­va­zio­ne di gas­dot­ti e oleo­dot­ti di sosti­tuir­si alla VIA e di fare va­rian­te ur­ba­nis­ti­ca), ad­es­so la loro me­de­s­i­ma ap­pro­va­zio­ne potrà anche costi­tui­re va­rian­te ai Piani Pae­sag­gis­ti­ci, ai Piani dei par­chi e ad ogni altro piano di tu­te­la co­mun­que de­no­mi­na­to. Tutto ques­to, par­lia­mo­ci chia­ro, va con­tro il det­ta­to Costi­tu­zio­na­le. Ma non fi­nis­ce qui, al peg­gio non c’è fine. Ogni dem­a­nio pu­bbli­co è ob­bli­ga­to ad ac­cet­ta­re le pro­pos­te di at­tra­ver­sa­men­to di chi fa gas­dot­ti e oleo­dot­ti e in caso di ri­tar­di scat­ta il so­li­to si­len­zio as­sen­so, che ri­tor­na in voga sem­pre gra­zie al go­ver­no delle lar­ghe in­te­se (eco­no­mi­che), anche per chi mas­sa­cra par­chi ed aree tu­te­la­te. E’ ovvio che con ques­te norme sarà più dif­fi­ci­le, (ma non per ques­to ci ar­ren­deremo, la nos­tra lotta sarà in­ve­ce sem­pre più forte e de­ter­mi­na­ta), op­por­si alla de­ri­va pe­tro­li­fe­ra pre­vis­ta per la nos­tra re­gio­ne dalla Stra­te­gia Ener­ge­ti­ca Na­zio­na­le.
Ques­to è il fu­tu­ro della nos­tra terra? Bu­che­rel­la­ta e mar­to­ria­ta per fa­vo­ri­re in­ter­es­si eco­no­mi­ci di pochi che nulla hanno a che ve­de­re con la tu­te­la, la va­lo­ri­z­za­zio­ne e la sal­va­guar­dia del bene co­mu­ne? Noi non ci sti­a­mo, siamo con­tro l’eco­no­mia ob­so­le­ta e mor­ti­fe­ra del pe­tro­lio e in fa­vo­re del sos­teg­no e della di­fe­sa dell’eco­no­mia del mare, del tu­ris­mo e delle pro­du­zio­ni di qualità, cul­tu­ra com­presa.
Fin da ora ci chie­dia­mo come vot­eran­no i par­la­men­ta­ri si­ci­lia­ni in sede di con­ver­sio­ne in legge di ques­ta norma che in ma­nie­ra molto chia­ra re­a­li­z­za lo sce­na­rio “nero pe­tro­lio” ri­ser­va­to per la nos­tra amata terra.
La Si­ci­lia non è in sven­di­ta, in­vi­ti­a­mo sin da sub­ito i par­la­men­ta­ri re­gio­na­li e na­zio­na­li fa­cen­ti ri­fe­rimen­to al nos­tro ter­ri­to­rio ad espri­mer­si nel me­ri­to di ques­to de­cre­to e di im­pe­g­nar­si in sede di voto a sos­teg­no delle ra­gio­ni e dell’in­ter­es­se dei si­ci­lia­ni tutti.

di Redazione05 Set 2014 11:09
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