Il Comune di Vittoria è contro gli impianti off shore

C’è anche il comune di Vittoria tra gli enti pronti a ricorrere al Tar del Lazio per bloccare il progetto che prevede la creazione di nuovi pozzi, di una piattaforma e di vari gasdotti al largo della costa siciliana. Lo afferma il sindaco, Giuseppe Nicosia, che commentando il ricorso promosso da cinque Comuni siciliani, da Greenpeace, Wwf, Legambiente, Lipu Birdilife Italia, Italia Nostra, Touring Club Italia, Legacoop Sicilia e Anci Sicilia contro il decreto ministeriale che sancisce la compatibilità ambientale del progetto di Eni dichiara: “Il nostro ente ha già intrapreso in passato dei contenziosi contro le trivellazioni, perché siamo convinti che il nostro territorio e le sue coste vadano salvaguardati ed anzi valorizzati come meritano. Dispiace che anche un governo amico quale è quello guidato da Matteo Renzi punti su questo tipo di progetti e non invece sulle energie sostenibili e rinnovabili. Noi vogliamo difendere le nostre coste e il nostro mare, che rappresentano un tesoro in termini di prospettiva turistica e non possono rischiare di essere distrutti dall’assalto delle trivelle. Siamo contro l’off shore ideologicamente, lo siamo dal punto di vista delle prospettive turistiche e lo saremo anche a livello giudiziario. Stiamo valutando se è più opportuno unirci al ricorso collettivo o presentare un ricorso autonomo tramite l’Ufficio legale del nostro ente, che finora ha vinto tutte le battaglie intraprese su questo versante”.
il termine per presentare il ricorso al TAR è scaduto il 18 settembre. Il comune di vittoria può solo costituirsi ad aiuvandum. Se avesse voluto partecipare al ricorso ne avrebbe avuto tutto il tempo ma non l’ha fatto. Bisogna essere corretti con l’informazione.
Il problema non è contrastare l’apertura di nuovi pozzi, ma bensì adeguare le royaltys che società petrolifere come l’ENI pagano in tutto il mondo e specialmente nei paesi più sperduti. E’ assurdo avere una royalty del 7 % quando negli altri paesi pagano almeno il 40%. Bisogna che il territorio ne abbia un congruo ritorno.