“Anima Pura. Dialogo tra Sacralità e Contemporaneità”, gli artisti iblei a Palermo

Un viag­gio nei mis­te­ri del sacro uni­ver­sal­men­te in­te­so, in con­nes­sio­ne con la spiritualità con­tem­po­ra­nea nella sua complessità. Santa Ro­sa­lia, pa­tro­na di Pa­ler­mo, è anima pura, sim­bo­lo sacro per ec­cel­len­za, ri­fu­gio e ter­mi­ne ul­ti­mo. In ques­to caso, è l’input da cui pren­do­no spun­to i 27 ar­tis­ti le cui opere com­pon­go­no “Anima Pura. Dia­lo­go tra Sacralità e Contemporaneità”, col­let­ti­va d’arte con­tem­po­ra­nea che si in­au­gu­ra il 14 lu­glio – gior­no in cui Pa­ler­mo ce­le­bra il 390° Fes­ti­no – nei set­te­cen­tes­chi e mag­ni­fi­ca­men­te sla­bbra­ti Pa­la­z­zi Cos­tan­ti­no e Di Na­po­li, ai Quat­tro Canti, cuore sto­ri­co del ca­pol­uo­go si­ci­lia­no, cro­ce­via da cui passa il cor­teo con il carro trion­fa­le della pa­tro­na.

Le opere in­edi­te – pit­tu­ra, is­tal­la­zio­ni site spe­ci­fic, scul­tu­re, fo­to­gra­fie, video arte e di­seg­no, di­re­zio­ne ar­tis­ti­ca di Gia­co­mo Rizzo – – dia­lo­ghe­ran­no con i sa­lo­ni ro­vi­na­ti dalle bombe del ‘43, dimen­ti­ca­ti da un re­stau­ro mai re­al­men­te av­via­to per in­top­pi bu­ro­cra­ti­ci. Oggi i pa­la­z­zi sono di proprietà del me­ce­na­te Ro­ber­to Bi­lot­ti Ruggi d’Ara­go­na che in pre­ce­den­za li ha aper­ti alla città per un solo gior­no, il 14 lu­glio. Quest’anno, di­ver­sa­men­te dal pas­sa­to, la col­let­ti­va permetterà di sco­pri­re i pa­la­z­zi per quasi una set­ti­ma­na.

Ognuno dei 27 ar­tis­ti o col­let­ti­vi – Giu­s­ep­pe Ag­nel­lo, Ales­san­dro Bazan, Fe­de­ri­co Ba­ro­nel­lo, An­drea Bu­gli­si, Hugo Ca­noilas, Mauro Cap­pot­to, Clau­dio Cav­al­la­ro, Ste­fa­no Cumia, Fran­ces­co De Gran­di, Ful­vio Di Pia­z­za, Gio­van­ni Gag­gia, La­bo­ra­to­rio Sac­car­di, Fran­ces­co Lau­ret­ta, Fi­lip­po Leo­nar­di, Se­bas­tia­no Mor­tel­la­ro & San­dra Rizza, Turi Ra­pi­s­ar­da, Fran­ces­co Ri­n­zi­vil­lo, Gia­co­mo Rizzo, Sal­va­to­re Ri­z­zu­ti, Gio­van­ni Ro­bus­tel­li, Piero Roc­ca­sal­vo Rub, Man­lio Sacco, San­dro Sca­lia, Lino Stran­gis, Sasha Vinci & Ma­ria­gra­zia Ga­le­si, Miao Xiao­chun, lo scompar­so An­drea Di Marco i cui di­seg­ni sono stati for­ni­ti dalla fa­miglia – ha “letto” a suo modo il con­cet­to di sacro. “Per un’er­me­neu­ti­ca dell’anima: pura, pu­ris­si­ma per sua st­es­sa na­tu­ra, l’anima è ciò che si av­vi­ci­na mag­gior­men­te all’es­sen­za ed è sigil­lo dell’unicità dell’uomo. Ogni ar­ti­s­ta espri­me la sacralità at­tra­ver­so il suo pro­dot­to e di­vie­ne egli st­es­so un con­te­ni­to­re del sacro pro­te­so nel reale. L’es­sen­za st­es­sa della sacralità si ri­flet­te con lim­pi­de­z­za nell’es­se­re ar­ti­s­ta, nella sua capacità maieu­ti­ca e di co­mu­ni­ca­zio­ne con il mondo”, spie­ga­no in­fat­ti Gia­co­mo Rizzo e Se­rena Ri­bau­do, a cui si deve il sup­por­to cri­ti­co alla col­let­ti­va.

di Redazione15 Lug 2014 19:07
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