Pd: scontri verbali e fisici
E’ stata una lunga notte di scontri verbali ma anche fisici quella appena trascorsa nella sede ragusana del PD provinciale.I dissapori e le polemiche che da qualche mese alimentano le contrapposizioni tra l’anima vittoriese del partito guidata dal neo segretario Denaro e quella iblea capitanata da Calabrese hanno avuto il loro culmine nell’assemblea programmata per ieri sera dove si sarebbe dovuto completare l’organigramma eleggendo il presidente provinciale. Si sapeva già che non sarebbe stato facile. Lo scontro tra l’area Nicosia, della quale fa parte integrate Denaro, e la componente ragusana che tenta di riunirsi sotto la guida dell’ex consigliere comunale Calabrese non trova nessuna identità di intenti e si rischia sempre di passare alle vie di fatto. E così è stato anche se, grazie a Dio, non si devono contare feriti e contusi, ma per un pelo. Veniamo ai fatti. La prassi politica dice che alle opposizioni si dovrebbero dare degli incarichi. Una volta era così, ad esempio, in consiglio comunale, dove la carica di presidente si dava alle minoranze per garanzia di trasparenza nei lavori. Poi l’incombenza onorifica divenne incarico con stipendio e fu esclusivo appannaggio dei vincitori. Ma torniamo al PD. C’erano stati dei tentativi di risolvere la questione senza chiassate, con accordi di programma, ma non era stato possibile. Il nocciolo stava nel nome del presidente che per la minoranza era quello di Calabrese, contrastata dal veto assoluto di Denaro e ” compagni vittoriesi”. Si andava quindi all’elezione di ieri. Dopo la relazione del segretario provinciale che toccava i nodi della campagna elettorale e la vittoria del PD si è entrato nel merito. Presente, in qualità di garante, il consigliere regionale Rubino, si sono alternate le varie dichiarazioni dei delegati. Secondo gli osservatori si stava comunque delineando, negli interventi, una convergenza verso la candidatura di Calabrese. Rubino tergiversa e propone un rinvio della seduta e qualcuno chiede e ottiene una sospensione. A questo punto le testimonianze si fanno incerte e frammentarie. Sembra che Gaetano Gaglio, il vice sindaco di Comiso, abbia messo mano agli elenchi degli iscritti a votare, facendo dei segni o scrivendo qualcosa non si sa bene dove. Interviene la task force di Calabrese che ricordando quello che era accaduto proprio a Comiso in una consultazione precedente all’interno del partito quando si era davvero arrivato alle mani, impedisce che si tocchino schede ed elenchi per evitare brogli. Scoppia il tafferuglio. Spintoni e spallate senza però arrivare agli sganassoni. Urla e offese e alla fine Rubino decide di chiudere la seduta rinviando il tutto a data da destinarsi. Il resoconto non è chiaramente ufficiale visto che lo abbiamo scritto approfittando di qualche parola dei presenti che al momento non rilasciano dichiarazioni.
Soo un commento: se tocca alle minoranze esprimere un voto non lo si può condizionare con veti di alcun genere. Questo forse Denaro non lo sa? E’ anche vero che dopo le elezioni europee qualcuno vorrebbe rivedere le forze in campo e sembra che proprio la segreteria in carica stia perdendo consensi nei vari comuni. La sciarra di ieri non è dignitosa ma sapevamo che cui si sarebbe arrivati, prima o poi. Ora vediamo che succede!