Lo Monaco: “I volontari non valgono nulla, perché non costano nulla”

Abbiamo intervistato Nello Lo Monaco, capo della Protezione Civile di Ragusa, sulle problematiche dell’accoglienza dei migranti in provincia di Ragusa.

“Inizio a pensare – ha dichiarato Lo Monaco – che il fenomeno degli sbarchi non sia più di competenza della Protezione civile. Non si può più considerare questo evento come qualcosa di straordinario, eccezionale ed imprevisto, occorre rivedere l’intero piano d’intervento. Il flusso di migranti ha raggiunto oramai proporzioni gigantesche; con l’operazione Mare Nostrum, la marina militare soccorrere le imbarcazioni dei migranti sin sotto la costa nord africana, di conseguenza bisognerebbe rivedere totalmente l’assistenza a terra e ciò lo si può fare solamente dichiarando lo stato di emergenza, certo, mi rendo conto, che questo obbligherebbe l’Italia ad investire in uomini e mezzi, d’altra parte, però, non si può continuare a vivere in questo di limbo”.

Quali sono i principali problemi che derivano da questo approccio?

“Non dico che si stia abusando dei volontari, che fanno capo alla Protezione civile, ma sin troppo spesso le loro esigenze vengono ignorate in favore di logiche del tutto estranea, come d’altra parte vengono ignorate le cooperative, che sono contrattualizzate. Provo a spiegarlo con un paio di esempi. Innanzitutto le operazioni di trasbordo dei migranti, vera e propria nota dolente. Le navi militari, a Pozzallo, non entrano mai in porto, quindi i migranti sbarcano grazie alla spola fatta dalla Guardia Costiera. In questo modo le operazione si dilungano enormemente e così un’attività che potrebbe durare un’ora, un’ora e mezza, dura anche 6 o 7 ore. A chi giova tutto ciò? Di sicuro non ai volontari. Sembra non esservi nessun motivo plausibile. Non si capisce se questa scelta sia relativa alla missione militare o se è una questione economica o burocratica o logistica. Non andrebbe dimenticato che un ora di lavoro di un volontario è un’ora di tempo che questo sottrae alla sua vita privata e/o professionale. Forse il Ministero e quindi la Prefettura potrebbe e dovrebbe annoverare fra le sue priorità anche le esigenze dei volontari.
Emblematico è il caso delle associazioni di volontariato di Ragusa, Chiaramonte e Santa Croce, le uniche a possedere un’ambulanza. Ora, quando si mette a disposizione questo tipo di mezzo non bisogna solamente pensare al consumo del carburante (rimborsato dalla Protezione civile), questi sono mezzi che quotidianamente percorrono anche più di 200 chilometri, ma bisogna considerare l’usura del mezzo e delle sue attrezzature. Ora chi si fa carico di queste spese? L’associazione. Pochi giorni fa, per esempio, si è rotta una barella del valore di 6000 euro, chi la risarcirà? Nessuno”.

Chi si occupa dei migranti nei centri d’accoglienza?

“A Pozzallo esiste una cooperativa che è contrattualizzata con la Prefettura. Questa svolge il servizio di pulizia, fa piccoli interventi di manutenzione, presta assistenza psicologica e sanitaria e si occupa della distribuzione dei pasti. Quando aprì il Cpa di Comiso fu immediatamente coinvolta nella gestione del centro. Nulla di strano se, in breve tempo, si fosse bandita una gara d’appalto per affidare gli servizi ad una nuova cooperativa, peccato però che ad oggi nulla è stato fatto. A dir il vero la Prefettura aveva avviato dei contatti con il Comune di Ragusa, il centro infatti ricade sul suo territorio, ma l’Amministrazione, non potendo avere contezza degli immigrati ospitati nel centro, il loro numero varia di settimana in settimana, non è stata in grado di avanzare nessuna proposta e quindi le trattative si sono arenate. Un migrante ogni giorno costa 31 euro, adesso in che modo si può scrivere un bando se non si sa se gli immigrati saranno 200 o 300? Tutt’altro discorso andrebbe fatto per il sovraffollamento dei centri. Fra i vari problemi vi è quella della mancanza dei servizi igienici, quelle strutture non sono pensate per ospitare centinaia di persone, con gli ovvi disagi che ciò comporta. E così ritorniamo al discorso iniziale, bisogna ripensare il sistema con cui si accolgono queste persone. Da qualunque angolazione lo si guardi, il sistema fa acqua. Allo stato attuale ci si approfitta un po’ troppo dei volontari, così come della Protezione civile, i cui uffici sono oberati e i suoi dipendenti sono ovviamente distratti dalle loro mansioni abituali. A volte mi viene da pensare che il volontario non vale nulla, perché non costa nulla”.

di Redazione13 Mag 2014 08:05
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