Arrestato il rapinatore “Abituè” della Banca Agricola
La Polizia di Stato – Squadra Mobile di Ragusa Sezione Antirapine, Commissariato di Modica e Commissariato di Comiso – ha arrestato GRASSO Filippo nato a Catania il 28.05.1973 ed ivi residente, con l’ausilio del personale della Squadra Mobile di Catania, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Ragusa su richiesta del Sost. Procuratore della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, poiché ritenuto responsabile di aver commesso ben 3 rapine nelle province di Ragusa e Siracusa per un totale di quasi 35.000 euro.
All’odierno arrestato vengono contestate le seguenti rapine commesse tutte utilizzando un taglierino per minacciare dipendenti e clienti delle diverse filiali della Banca Popolare di Ragusa:
1. in data 12.09.2013, filiale di Modica Alta (RG) per un totale di 17.000 euro;
2. in data 11.02.2014 filiale di Palazzolo Acreide (SR) per un totale di 4.000 euro;
3. in data 20.02.2014, filiale di Pedalino Comiso (RG) per un totale di più di 13.000 euro;
L’operazione è stata denominata “Abituè” proprio perché il rapinatore aveva scelto come unico obiettivo la Banca Popolare di Ragusa, senza mai “tradire” la sua scelta iniziale in ogni provincia dove si recava.
Gli investigatori della Squadra Mobile della Polizia di Stato di Ragusa unitamente al personale della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Modica nel settembre 2013 effettuavano un intervento per rapina presso la filiale della Banca Popolare di Ragusa di Modica Alta acquisendo ogni utile elemento d’indagine per risalire all’autore del grave reato commesso con l’uso di un pericoloso taglierino, in quell’occasione puntato alla gola di uno dei cassieri.
Le indagini condotte dagli investigatori della Polizia di Stato continuavano ininterrottamente, ma prima ancora di addivenire all’esatta identità del rapinatore che agiva sempre travisato scoprendo una piccola parte del viso, l’uomo da vero abitué della Banca Popolare di Ragusa, commetteva altre due rapine nel mese di febbraio, una ai danni della filiale di Palazzolo Acreide ed un’altra alla filiale di Comiso nella frazione di Pedalino. Anche queste rapine erano particolarmente cruenti in quanto il taglierino era sempre utilizzato per minacciare cassieri e clienti.
Ancora una volta la Squadra Mobile unitamente al Commissariato di Comiso riuscivano ad attingere altri elementi utili per riconoscere il rapinatore.
Gli elementi raccolti portavano quindi allo studio dei soggetti rapinatori seriali di origini catanesi, in quanto le vittime avevano più volte specificato che l’accento era marcatamente etneo e la Sezione Antirapine della Squadra Mobile si avvicinava sempre più all’identificazione.
Grasso oltre a compiere le rapine puntando il taglierino sia ai dipendenti che ai clienti, agiva sempre in pochi minuti; fatto ingresso in banca, si avvicinava alle casse ed estraeva il taglierino; dopo aver rassicurato i dipendenti li incitava a mettere tutto il denaro in cassa e li minacciava qualora avessero avvisato la Polizia.
Gli investigatori della Squadra Mobile ragusana dalle analisi dei fotogrammi inseriti nel sistema della banca dati dei detenuti riuscivano a scorgere una somiglianza con un soggetto arrestato in passato a Catania ma la foto non era recente.
Estrapolata la fotografia, gli operatori di Polizia della Squadra Mobile, coordinati dalla Procura della Repubblica di Ragusa, si recavano presso i colleghi di Catania e con loro effettuavano gli accertamenti presso il capoluogo etneo con attività di appostamento ed osservazione presso l’abitazione del rapinatore.
Una volta avuta certezza che si trattava di Grasso gli investigatori si recavano presso tutte le filiali rapinate ed attraverso un attento riconoscimento fotografico effettuato dai dipendenti e clienti presenti al momento delle rapine, si suffragavano gli elementi raccolti mediante la comparazione delle immagini degli impianti di videosorveglianza e delle foto presenti in banca dati.
L’attività d’indagine è stata condotta dalla Squadra Mobile di Ragusa con l’aiuto dei Commissariati di P.S. di Comiso e Modica e il fondamentale apporto della consorella Squadre Mobile di Catania. Difatti, in ogni occasione gli investigatori competenti per territorio fornivano un fondamentale apporto alle indagini per addivenire all’esatta identità del rapinatore seriale, cosicché il lavoro sinergico, in pochi mesi ha permesso di catturare un pericoloso criminale fermando la sua escalation di rapine per altro pericolose in quanto commesse a mano armata.
Ieri il rapinatore è stato catturato nei pressi dell’abitazione di Catania della madre dagli uomini della Squadra Mobile di Ragusa, dei Commissariati di P.S. di Modica e di Comiso e della Squadra Mobile di Catania.
La cattura non è stata semplice, gli investigatori della Polizia di Stato lo cercavano da giorni, l’uomo per ovvi motivi non ha mai avuto una residenza fissa, non un domicilio temporaneo, nulla risultava a suo carico era un perfetto sconosciuto all’anagrafe dei residenti. Indagini durate giorni con un’ordinanza in mano da eseguire senza possibilità di catturarlo. Allora se non ha una casa si pensa, cerchiamo a casa dei familiari. Ecco dopo 4 giorni di ricerche continue a casa di tutti i parenti con attività di osservazione ed appostamento sotto le abitazioni, ieri il pranzo per lui è stato fatale molto “leggero” in quanto è stato bloccato mentre stava per accedere a casa della mamma. L’uomo ha prima tentato di fuggire ma è stato prontamente bloccato, dopo ha detto che la Polizia stava prendendo un “granchio”, ma al momento della notifica dell’ordinanza non gli rimaneva che complimentarsi con gli agenti per averlo scovato.
Il rapinatore seriale è stato sottoposto ai rilievi foto dattiloscopici presso la Polizia Scientifica e successivamente condotto al carcere di Piazza Lanza di Catania.
“La Polizia di Stato, anche in questo caso, sottolinea l’importanza della collaborazione delle vittime per addivenire all’identità degli autori del reato subito. In questa occasione l’Ufficio Sicurezza della Banca Popolare di Ragusa ha fornito un supporto all’indagini molto rilevante, considerato il continuo scambio informativo delle immagini e le dichiarazioni dei dipendenti che, seppur impauriti dall’uso dell’arma, hanno fornito importanti elementi probatori”.
“L’operazione odierna fa seguito all’operazione “SMACK” della Squadra Mobile di Ragusa di qualche mese addietro che aveva permesso la cattura di un altro rapinatore catanese, colpevole di aver commesso ben 8 colpi per un bottino di oltre 100.000 euro, sintomo di una continua lotta al crimine da parte della Polizia di Stato”.