Brogli e minacce, sono queste le primarie del PD

Ancora una volta le primarie sono state la più limpida manifestazione dell’immaturità dei dirigenti e degli esponenti del Partito democratico. Le primarie da sempre vengono presentate come una fra le più belle manifestazioni democratiche, uno dei pochi momenti di reale partecipazione alla vita del partito, a conti fatti, però, sono ben altra cosa.

Anche questa volta si sono concluse con la solita coda di sospetti e polemiche. A Comiso, per esempio, è dovuta intervenire una volante della Polizia per sedare gli animi dei “compagni”. Nulla di passionale, si intenda, magari c’entrasse la verve politica, parliamo, infatti, di minacce, strattoni ed insulti.
Ma veniamo ai fatti.
Comiso. Sono solo le 6 e 30 del mattino (i seggi aprivano alle 8) quanto il rappresentante di lista, un ragazzo di 20 anni, Giuseppe Prato, nota il presidente di seggio Mimmo Passaretti, uno storico “compagno”, arrivare al seggio con l’urna già sigillata. Prato, giustamente, chiede spiegazioni e pretende di poter controllare il contenuto dell’urna. Scoppia la bagarre. Insulti, spintoni e minacce, Giuseppe Prato, con il suo telefonino registra tutto. “La cosa più grave? E’ che un compagno – dichiara Nanny Frasca del Pd – ha avuto paura per la sua incolumità, ma ormai non ci stupisce più nulla. Da troppo tempo i brogli sono divenuti un tratto distintivo della realtà comisana. Siamo stati costretti, nostro malgrado, a far intervenire la Polizia”.
Vittoria, qui le cose sono andate anche peggio. Nonostante il regolamento nazionale, per le primarie del Pd, stabilisce che, qualora ci siano più seggi in uno stesso comune, i segretari devono indicare e stabilire le sezioni elettorali corrispondenti ai vari seggi, nella città ipparina nulla di questo è stato fatto, chiunque poteva votare prima in un seggio e poi nell’altro. “Ma non è successo solo questo – continua Nanny Frasca – alle 8 meno un quarto, mentre parlavo con il presidente di seggio, scuoto l’urna e vedo che questa conteneva già delle schede, ma non solo, poco dopo ho fatto annullare un’intera pagina del registro perché ho scoperto un uomo che stava votando per tutta la sua famiglia, che non era potuta venire. Qualche ora dopo, invece, scopriamo una ragazza che, vicino al bagno del seggio, allegramente e con tanta solerzia stava barrando alcune schede. Cosa è successo? Qualcuno si è indignato, ha preso provvedimenti? No, invece, siamo stati accusati di essere prevenuti, di essere scesi a Vittoria solo per creare confusione e questo non ce l’ha detto un simpatizzante qualsiasi, ma il presidente del seggio e il segretario provinciale, Giovanni Denaro, che voleva pure mettermi le mani addosso, per fortuna lo hanno tenuto, poi certo si è scusato, ma oggi è questo il Partito democratico”. Infine, va appena ricordato che a Vittoria, in uno dei seggi, faceva bella mostra di sé uno striscione con la scritta “Fausto Raciti segretario regionale”, sarebbe stato il caso di toglierla? Forse sarebbe il caso di considerare le primarie un capitolo chiuso, un esperimento interessante, ma assolutamente inadeguato per un Paese come il nostro. “Siamo molto soddisfatti – ha dichiarato Giovanni Denaro, segretario provinciale del PD – per il risultato numerico delle votazioni per elezione del segretario regionale del Partito Democratico. In provincia di Ragusa hanno votato 4.517 elettori. Si tratta di un esito confortante. Sicuramente, si è avuto un calo di votanti rispetto alla consultazione relativa all’elezione del segretario nazionale. Ma ciò potrebbe essere dovuto, soprattutto, ad una differente copertura mediatica. Al di là – conclude Denaro – di qualche isolato momento di tensione, fisiologico in una competizione elettorale, l’andamento del voto è stato regolare e tranquillo”.

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di Redazione17 Feb 2014 13:02
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