Unioni Civili i pro ed i contro
Partiamo da Sonia Migliore che ha votato si ma lamenta alcune incongruenze:“Quella che abbiamo approvato la scorsa notte è una carta dei valori che acclara il principio della libertà e dei diritti dell’individuo. Il registro delle unioni civili, infatti, non ha alcuna valenza giuridica e non può superare il vuoto legislativo dello Stato; ma assume una grande valenza sul profilo culturale, sociale e umano, un’affermazione della centralità del diritto dell’individuo, già ampiamente acclarato dalla nostra Costituzione”. E’ quanto dichiara Sonia Migliore, consigliere comunale dell’Udc, con riferimento all’atto che è stato esitato in seno al civico consesso di Ragusa. “Ritengo inconcepibile – aggiunge – che quando le coppie gay si sentono discriminate rispetto a quelle sposate, possano ricorrere al giudice, come acclarato per ultimo, dalla sentenza della Suprema Corte di Cassazione (n.4184 del 2012) molto innovativa, e vedersi riconosciuto il diritto che il legislatore, sempre più lontano dalla società, fatica a riconoscere loro. A questo principio ero d’accordo già nel 2006, quando presentai una mozione per l’istituzione del registro e lo sono stata anche adesso. Il mio non è un voto a questo regolamento, che è vuoto di contenuti anche applicativi, ma al principio della libertà individuale dell’essere umano. Ribadisco l’importanza che dev’essere data alla tutela della famiglia, come nucleo fondante e centrale della società, ma questo argomento è un’altra cosa. Il mio approccio nell’aula consiliare deve essere laico, come dovrebbe essere quello del Parlamento, perché lo Stato non deve “giudicare”, ma legiferare laicamente e nel pieno rispetto ai principi di pari opportunità, di uguaglianza e di non discriminazione alcuna, come recita la Costituzione. E per questo il mio voto favorevole è un voto convinto su questo tema e mi piace ricordare le lotte civili per la conquista del voto alle donne e per altri importanti vittorie sul fronte del riconoscimento dei diritti dei cittadini. Ormai è il momento di assumersi le responsabilità politiche e trasversali, di ammettere che gli omosessuali meritano parità sociale e di diritti e, aldilà di chi condivide o meno, la classe politica non può che prenderne atto, nel rispetto della laicità dello Stato. Ogni diversa posizione è una usurpazione alle legittime aspettative di una comunità che chiede parità e giustizia .Ritengo, tuttavia, che bisognava dare credito al dibattito cittadino e alla riflessione così come richiesto dai 530 cittadini che hanno presentato una richiesta di sospendere l’esame della delibera. In ultimo, ma non per ultimo, ribadisco la mia idea, ossia che il Movimento 5 stelle si acclara come un movimento di protesta e non di Governo, in quanto immaturo politicamente e non riesce a condividere gli atti, andando avanti a colpi di maggioranza, anche in temi così delicati come questo e come ha dimostrato anche ieri con la bocciatura dei miei emendamenti che tendevano a migliorare l’atto e a dare contenuti reali, e non virtuali, al regolamento in esame. Adesso occorre che l’amministrazione dia attuazione a tutto ciò, con la rivisitazione di tutti i regolamenti comunali, a partire da quelli tributari, in modo che quanto approvato in aula la scorsa notte produca effetti concreti per coloro che decideranno di iscriversi al registro”.
“E’ stata persa una grande occasione. Quella di fare crescere ulteriormente questa città con un dibattito che avrebbe potuto assumere toni di confronto molto impegnati. Tali da fare compiere un passo in avanti assolutamente significativo sul piano delle relazioni sociali. E, invece, ancora una volta, la fretta, forse per la volontà di dare risposte a cambiali elettorali, è stata cattiva consigliera”. La pensa in questi termini il presidente dell’associazione “Ragusa in Movimento”, Mario Chiavola, dopo l’approvazione del registro delle unioni civili da parte del Consiglio comunale, nella seduta di ieri sera. “Il dibattito – aggiunge Chiavola – si sarebbe dovuto tenere tra le varie anime della nostra città e non in aula. Ne è venuta fuori una decisione monca perché non ha preso atto del respiro esistente sul nostro territorio, delle volontà manifestate dalla nostra cittadinanza. La nostra posizione? Le unioni civili non sono altro che un modo che ha l’amministrazione comunale per fornire alle coppie di fatto i diritti che ad oggi sono riservati a chi è vincolato da un contratto di matrimonio che prevede anche dei doveri nei confronti della società. Unici requisiti per unirsi civilmente sono la coabitazione e il legame affettivo, mentre per la divisione basta una comunicazione agli uffici comunali da una delle parti. Di fatto le unioni civili rischiano di entrare in competizione con la famiglia tradizionale legata dal vincolo del matrimonio alla quale oggi sono già riservate risorse limitatissime. Abbiamo percepito come le stesse si siano trasformate in un’attività di propaganda dell’attuale amministrazione perché hanno valenza solo anagrafica indipendentemente dall’esistenza o meno di un regolamento comunale se non saranno normate da una legge nazionale”.
Anche Giorgio Mirabella è intervenuto su Unioni Civili. “Da subito dichiaro il mio voto favorevole all’istituzione del Registro delle Unioni civili per due ordini di motivi. Il primo per l’eticità che tale strumento incarna, e poi, perchè era uno dei punti su cui aveva creduto la lista civica che rappresento Idee per Ragusa, tant’è che era inserito nel programma elettorale del candidato sindaco Francesco Barone, programma che abbiamo presentato e condiviso con la città. Oggi ci rendiamo conto che Ragusa e la Sicilia vivono un fermento interessante per quanto riguarda i riconoscimenti dei diritti civili, al pari di quanto sta avvenendo in altre realtà siciliane. Ecco perchè la parità delle condizioni per poter beneficiare di alcuni servizi che l’Ente eroga, diventa una svolta sociale, etica, al passo, seppur ancora allo stato primordiale, di quanto avvenuto in determinati paesi europei, decisamente all’avanguardia in tema di Coppie di Fatto.
L’unione civile viene definita come «stabile convivenza tra due persone maggiorenni senza discriminazione di sesso, etnia, religione, nazionalità non legate da vincoli matrimoniali ma da affettivi o motivi di reciproca assistenza materiale e morale».
La battaglia che i cittadini ragusani, che hanno firmato la petizione, hanno portato avanti da oltre sei mesi, incarna quel principio di solidarietà sociale a cui il consiglio comunale deve dare una risposta risolutiva e concreta, senza appellarsi a demagogiche posizioni, tra tutte i ritardi esistenti causati dalla mancata regolamentazione da parte del parlamento e del legislatore, per nulla al passo con i tempi che invece il trend europeo detta.
Oggi anche la città di Ragusa ha la concreta possibilità, al pari di quanto fatto in tantissime realtà italiane e siciliane, di conferire a tale progetto dignità di esistere. Il voto di ciascuno dei presenti è un’assunzione di responsabilità e rappresenta un chiaro indirizzo che si vuole dare per riempire di contenuti il senso di sensibilità e civiltà nel rispetto dei diritti delle coppie di fatto.
A questo punto auspico che l’Amministrazione, incassato il voto del consiglio comunale, provveda ad un’opera di divulgazione e di conoscenza dell’avvenuta istituzione del Registro delle Unioni Civili, spiegando dettagliatamente cosa questo provvedimento comporta, e di cosa, di contro, è esente.
Ciascuno che si reputa interessato a tale iscrizione deve poter beneficiare della conoscenza che scaturisce anche da un’adeguata campagna di informazione, di cui l’Amministrazione deve essere pienamente titolare”.interviene