Scarso ai sindacati: Sull’Università si guarda l’effetto e non la causa

L’università sta davvero a cuore ai ragusani? Sembrerebbe di si viste le Cisl su universitàreazioni che si sono scatenate dopo la notizia di qualche giorno fa che la Provincia sarebbe stata sul punto di tirarsi fuori dal Consorzio Universitario. Una delibera firmata da Scarso infatti, evidenziava le difficoltà economiche dell’ente provincia , per il 2014, e di conseguenza avallata dalle firme dei massimi dirigenti provinciali avanzava l’ipotesi di dimettersi dall’organismo di gestione universitaria. Le proteste sono scoppiate immediatamente dai senatori ai deputati, alle forze sociali. Questa mattina una rappresentanza di tutti i sindacati, in conferenza stampa ha ribadito il pericolo che si cela dietro la delibera di Scarso che, seppur al momento priva di efficacia, potrebbe rappresentare un primo passo verso la dismissione del consorzio. I sindacati hanno tenuto a precisare la loro contrarietà a quanto si voleva fare alla Provincia. Ma Giovanni Scarso, ormai ex commissario della Provincia, intorno alle 17 del 2 gennaio ha fatto pervenire un comunicato stampa che chiarisce la posizione sua personale e dell’Ente che ha amministrato fino al 31 dicembre us. Ecco il testo: La relazione alle varie prese di posizione sulla delibera adottata dal commissario straordinario con i poteri della Giunta sulla proposta di recesso dal Consorzio Universitario, a chiarimento delle decisione assunta, Giovanni Scarso dichiara: “Le motivazioni politico-finanziarie che stanno alla base della proposta di recesso dal Consorzio Universitario Ibleo sono chiare ed eloquenti e di facile lettura. E’ da mesi che discutiamo, anche in tavoli istituzionali, il rischio che una mancata inversione di tendenza nella gestione del Consorzio avrebbe comportato per l’organismo, qualora non fossero intervenuti fatti nuovi come l’ingresso di nuovi soci o nuovi finanziamenti. Un rischio che tutti hanno sottovalutato, rinviato sine die, lasciando in capo ai due soci ogni responsabilità e ad una Provincia che in forza della legge n. 7 era alla fine della sua azione. Se il commissario Scarso ha adottato la delibera di proposta di recesso l’ha fatto perché sino all’ultimo ha difeso gli interessi dell’Ente per il quale era stato chiamato ad amministrare. C’è un motivo semplice che a molti sfugge, in maniera strumentale, sulla scelta di adottare esclusivamente la delibera di proposta di recesso fatta con i poteri della Giunta e di non aver adottato invece quella con i poteri del Consiglio, seppure sempre in capo al sottoscritto. La delibera con i poteri di Giunta era un atto dovuto, considerato che per le ristrettezze del bilancio della Provincia non si può assumere l’Ente un onere così pesante per il mantenimento di un Consorzio che non riesce a stringere i cordoni della spesa e la cui governance decide unilateralmente quali fondi i due soci devono mettere a disposizione. Non aver adottato la delibera di Consiglio significa lasciare una porta aperta alla possibilità di salvezza del Consorzio che, se tutto rimane com’è, non ha speranza di sopravvivenza. Da tempo avevo lanciato l’allarme e vi sono verbali che lo testimoniamo firmati dall’ex presidente del Cda e dell’attuale vice facente funzioni datati 30 e 31 luglio 2012 in cui il Cda del Consorzio si impegnava ad approvare un progetto generale di revisione della spesa. E’ passato un anno e mezzo e non c’è stato alcuna forte riduzione delle spesa (a parte qualche intervento minimale di contenimento), anzi per citare due esempi il Consorzio ha continuato ad avvalersi di un esperto per le questioni finanziarie, ha continuato a far predisporre le buste paga dei dipendenti ad uno studio esterno di consulenza, ha continuato ad avere un Cda pletorico e non ridotto a tre componenti cosi come ci si era impegnati in un’altra riunione in prefettura, lo scorso anno. Il problema è che chi grida allo scandalo per la proposta di recesso dal Consorzio Universitario da parte della Provincia guarda all’effetto e non alla causa. Tutti a chiedersi il perché la Provincia fa questa scelta e non a chiedersi perché il costo per il mantenimento del Consorzio è così esoso e insopportabile soprattutto per la Provincia ma credo anche per il Comune. Non ho registrato interventi invece in direzione di una riduzione della spesa del Consorzio tenuto conto che l’attuale quadro normativo-finanziario non aiuta la Provincia all’assunzione di determinati impegni finanziari. Invece si è continuato a ‘governare’ il Consorzio come prima (non so poi con quale legittimità politica considerato che i vertici dei due principali soci negli ultimi anni sono cambiati, ma questa è un’altra storia) dimenticando che i bilanci delle Province sono fortemente ridimensionati e che quest’anno siamo riusciti a chiudere in pareggio solo perché la Regione ci ha assegnato fondi per 3,8 milioni, a fronte di una cessione di spazi finanziari del patto di stabilità per 3,7 milioni. Chi non ha capito questa situazione non può imputare ora al Commissario Scarso la volontà di voler far chiudere l’esperienza universitaria in Provincia. Che confusione anche qui e che la si faccia in maniera strumentale mi dà pure fastidio. La presenza universitaria è assicurata sino al 2024 per l’accordo transattivo che ho firmato insieme al comune di Ragusa. Discorso diverso invece per il futuro del Consorzio: la mia delibera con i poteri di Giunta è un avviso ai naviganti ma anche la riprova di un Commissario che ha compiuto atti legittimi sino all’ultimo giorno per salvaguardare l’Ente Provincia e tenerlo in sicurezza. Se ora si vuole salvare il Consorzio ci vogliono fatti e non critiche a chi da mesi sottolinea il pericolo e prima di andarsene non chiude definitivamente la porta ma lascia aperta la possibilità di rilancio. Sempre se qualcuno ha voglia di coglierla quest’opportunità, spendendosi non in critiche strumentali e superficiali contro questo commissario ma per l’esclusivo bene della causa. Insomma la situazione è più difficle di quanto si vuole far credere. Infatti anche a voler dimenticare la delibera di Scarso resta il problema dei fondi. Scarso poteva fare a meno di rovinarsi le feste con una delibera del genere, imposta come lui stesso ha detto dai dirigenti preoccupati delle casse provinciali che mettevano a rischio forse anche gli stessi stipendi dei dipendenti. ma non c’è dubbio che la questione ormai scoppiata e qualcuno deve sapere cosa fare.

di Direttore02 Gen 2014 20:01
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