Lettera ai vittoriese

Dfabio-nicosiaopo una profonda riflessione, ho deciso di candidarmi all’Assemblea regionale siciliana, nella lista Crocetta Presidente, per le elezioni del 28 ottobre.  Mi candido perché amo la Sicilia, la terra dove sono nato, cresciuto e in cui vivo.  Voglio mettere a disposizione le mie energie, il mio entusiasmo e la mia passione per il bene comune.  Ho accettato di candidarmi perché non mi sono mai tirato indietro nelle battaglie per le libertà civili. E oggi, più che mai, ritengo sia necessario realizzare concretamente il cambiamento. Per fare uscire questa nostra isola da una crisi profonda. E’ arrivato il momento diricostruire la politica. Ad ogni livello. La politica attuale è chiusa, autoreferenziale, incompetente. È una politica che non ascolta, che non agisce.  Per questo occorre intraprendere un nuovo percorso. Che sia trasparente, pulito, lontano dai poteri forti e aperto al dialogo, al servizio di tutti. La politica deve essere, dunque, intesa come servizio e non come interesse.  La mia idea di politica attiene alla fiducia. Bisogna ricostruire la fiducia nelle istituzioni e nell’amministrazione della cosa pubblica. È necessario ritrovare la coesione sociale. Occorre valorizzare le idee delle persone che amano davvero la Sicilia.  È arrivato il tempo per fare emergere una classe politica affiancata dai cittadini. Per definire, insieme, le priorità d’intervento. Lasciamoci alle spalle questa fase negativa della politica siciliana. Una politica che ha trascurato i servizi alle persone e il rispetto per l’ambiente.  Dalla mia esperienza, maturata sia attraverso l’impegno sociale sia come consigliere alla Provincia di Ragusa, ho imparato ad ascoltare le persone e a stimolare la loro partecipazione attiva. Nel mio lavoro sono abituato a progettare, a dare importanza alla creatività e all’entusiasmo. A credere nelle potenzialità dei giovani, a dialogare con le famiglie e con le istituzioni.  I temi sui quali voglio concentrare il mio impegno sono chiari. Precisi. La sicurezza, le strutture adeguate, i trasporti veloci ed i servizi efficienti. La formazione e il lavoro per i nostri giovani, sono invece i bisogni primari. La questione infrastrutture è diventata cruciale per l’economia siciliana. Se si vuole pensare ad una vera crescita del Paese si deve ripartire dal Sud e dal suo sviluppo. Pensando alle infrastrutture nel suo complesso: il sistema dei trasporti, che facilita anche l’esportazione di prodotti agricoli; la realizzazione di opere pubbliche, che consentano di creare posti di lavoro per le nuove generazioni; i fondi Fas; il sistema energetico; il sistema delle telecomunicazioni; lo sviluppo del fenomeno turistico, attraverso il sistema impresa guidato dal binomio pubblico-privato.  I diritti e la legalità vanno posti come prioritari rispetto all’attuale gestione arrogante e clientelare del territorio. Chi è meridionale rifletta sui fiumi di denaro pubblico sprecato, negli anni, nella sanità e nella formazione professionale. Si tratta di due settori strategici per i quali il governo siciliano non ha mostrato alcuna sensibilità per la crescita della Sicilia. Quanto, piuttosto, l’attenzione per la “crescita” di alcuni partiti.  La Sicilia deve liberarsi dall’usura, dal pizzo e dall’abuso. Dobbiamo ridare dignità e vivibilità alla nostra isola.  Un settore che mi sta particolarmente a cuore è quello dell’agricoltura, perno fondamentale della nostra economia. Sono convinto che sia prioritario intervenire, con determinazione, in questo comparto che vive ormai da troppo tempo in sofferenza. Vanno attuate nuove politiche per il rilancio e la promozione del settore. Però non bisogna guardare a questa realtà con una visione meramente tecnicistica. Al contrario, occorre dare un ampio respiro politico, capace d’interpretare le istanze che giungono da questo comparto, per esaltarne le peculiarità. In modo tale da dare vita ad una nuova politica per l’agroalimentare.  In questa mia campagna elettorale sto riservando un’attenzione speciale ai giovani. Se ne parla spesso in maniera superficiale ed impropria. Eppure, la disoccupazione è la causa principale della loro sfiducia totale.  Il lavoro, oltre a rappresentare una sicurezza economica, rende dignitosa l’esistenza di ciascuno di noi. Senza lavoro non c’è realizzazione personale e non esiste futuro. Di questo dobbiamo prenderne atto. È necessario intervenire, immediatamente, attuando politiche a favore dell’occupazione. Questa sarà la sfida più grande che il nuovo governo regionale dovrà affrontare. Bisogna sapere interpretare il domani. Occorre dare voce, ma anche guida e rappresentanza, alla nostra gente dentro le istituzioni. Le incertezze di oggi sono disarmanti. La precarietà, l’insicurezza, la mobilità, il tramonto del posto fisso, la mancanza di tutele, il basso livello di reddito costituiscono le difficoltà oggettive che devono essere interpretate e risolte. Se sarò eletto queste vertenze saranno affrontate con impegno sincero. Per queste ragioni, io stringo un patto con Vittoria, la mia città. Che va sostenuta attraverso l’appoggio di un parlamentare regionale, la cui presenza, al servizio di Vittoria è indispensabile. Per queste ragioni, io stringo un patto con tutta la provincia di Ragusa. Un patto per rappresentare il futuro dei dodici comuni iblei. La loro storia. Il loro orizzonte. Il loro sviluppo. Perché io sono parte, come tutti voi, di questa terra martoriata e meravigliosa che è la Sicilia.

Per questo mi candido.

di Redazione22 Ott 2012 16:10
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