Solo quattro centri in Sicilia per i politraumatizzati
La notizia prima vista sembra buona ma poi, basta pensarci un attimo, e ci si rende conto che sarebbe stato utile fare un altro piccolo sforzo visto che i traumi gravi in Sicilia sono la prima causa di morte al di sotto dei 40 anni di eta’ e la terza in assoluto dopo le malattie cardiovascolari ed i tumori. E’ stata dunque istituita la nuova rete per l’assistenza al politraumatizzato, che dovra’ assicurare, 24 ore al giorno, il soccorso immediato e il trattamento dei pazienti nei centri piu’ idonei. Il decreto, firmato dall’assessore regionale per la Salute Massimo Russo in attuazione del Piano sanitario 2011 – 2013, individua i centri “hub” e “spoke”, distinti per livelli assistenziali e collegati con il sistema dell’emergenza urgenza 118. Ma in Sicilia saranno attivi solo quattro trauma center all’interno degli ospedali Villa Sofia – Cervello di Palermo, Cannizzaro di Catania, Papardo di Messina e Sant’Elia di Caltanissetta: in pratica, un trauma center per ognuno dei bacini operativi del 118, integrati funzionalmente con i centri specialistici presenti in Sicilia all’interno dei Policlinici universitari e nelle Arnas. I trauma center sono in grado di assicurare un percorso diagnostico terapeutico completo poiche’ disporranno di specialita’ neurologica, neurochirurgica, neurorianimatoria, ortopedica e chirurgica. Un paio di strutture in più avrebbero dato maggior tranquillità ai siciliani che sanno di spendere centinai di milioni di euro per far funzionare il 118. “In caso di trauma grave – ha spiegato l’assessore Russo – la diminuzione della percentuale di mortalita’ e’ data dal fattore tempo e dalla qualita’ degli interventi assistenziali. La valutazione ed il trattamento di un traumatizzato comincia, spesso in condizioni di difficolta’, al momento del primo soccorso sul territorio, continua durante il trasporto protetto e prosegue all’interno dei Pronto Soccorso dove la possibilita’ di completare l’iter diagnostico-terapeutico con esami strumentali di elevata qualita’ consente al medico di identificare meglio sede ed entita’ delle lesioni. Da qui nasce l’esigenza di una rete assistenziale che preveda un’organizzazione omogenea sul territorio ed efficiente”. Ecco percè dicevamo noi che dare qualche altro milioncino per attrezzare dei centri poliprovinciali sarebbe stato sensato e forse anche elettorale.Sappinate però che il disegno della rete, avviato dall’Area Piano Sanitario dell’assessorato e coordinato da Maria Grazia Furnari con la collaborazione di esperti e societa’ scientifiche, e’ stato validato dall’Agenas e condiviso dalla Consulta regionale della Sanita’.