Il Coordinamento siciliano dei commercialisti sollecita un intervento legislativo su antiriciclaggio

Il presidente dell’Associazione nazionale commercialisti di Ragusa, Antonietta Laterra, ha sottoscritto un documento articolato assieme a Antonio Mamì, presidente Anc Messina; Salvatore Burrafato, presidente Anc Nicosia-Enna; Salvatore Geraci, presidente Anc Siracusa; Michela Rallo, presidente Anc Trapani; Pia D’Oca, presidente Unione nazionale commercialisti ed esperti contabili Palermo; Tito Giuffrida, presidente Unione italiana commercialisti Catania; Salvatore Russo, presidente Anc Agrigento. “Il Consiglio nazionale dell’Ordine – è scritto nel documento – è intervenuto in materia di antiriciclaggio, confermando l’obbligatorietà di segnalazione delle operazioni sospette da parte dei commercialisti per omessi versamenti di Iva e delle ritenute per importi superiori a 50mila euro, per ciascun periodo d’imposta, anche nei casi in cui il contribuente si trovi in gravi difficoltà economiche. Le associazioni siciliane riunite in coordinamento hanno di recente posto all’attenzione degli organi competenti alcune proposte di semplificazione del decreto legislativo 231/2007 in materia di antiriciclaggio, denunciando gli evidenti disequilibri che la norma presenta nelle disposizioni sanzionatorie e, alla luce del parere rilasciato dal Consiglio nazionale dell’Ordine, sollecitano un intervento legislativo che limiti la responsabilità del professionista, soprattutto qualora la condotta di reato sia riconducibile a situazioni di gravi difficoltà economiche del contribuente, circostanza frequentemente verificabile nell’attuale contesto economico. A fondamento della Costituzione, nell’ottica di equità e rispetto delle parti, il coordinamento siciliano delle associazioni dei commercialisti chiede, come nel caso in specie in cui l’Amministrazione finanziaria è al corrente del reato fiscale commesso dal contribuente, che il professionista non sia punito per avere omesso di segnalare nuovamente fatti e circostanze già noti all’Amministrazione finanziaria e dalla stessa perseguibili”. “E’ inaccettabile – aggiunge il presidente Laterra – che il professionista “controllore” sia assoggettato a pesanti sanzioni amministrative e penali, persino in misura maggiore a quelle a carico del soggetto controllato, soprattutto nei casi in cui omette di segnalare operazioni di cui l’Amministrazione Finanziaria è già a conoscenza”.

di Redazione22 Mag 2014 11:05
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