ARPA Sicilia in forte carenza di personale.

L’agenzia regionale per l’ambiente svolge compiti importantissimi come

  • controllo di fonti e di fattori di inquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo, acustico ed elettromagnetico;
  • monitoraggio delle diverse componenti ambientali: clima, qualità dell’aria, delle acque, caratterizzazione del suolo, livello sonoro dell’ambiente;
  • controllo e vigilanza del rispetto della normativa vigente e delle prescrizioni contenute nei provvedimenti emanati dalle Autorità competenti in materie ambientali;
  • supporto tecnico-scientifico, strumentale ed analitico agli enti titolari con funzioni di programmazione e amministrazione attiva in campo ambientale
  • sviluppo di un sistema informativo ambientale che sia di supporto agli enti istituzionali e a disposizione delle organizzazioni sociali interessate.

Accanto alle funzioni tradizionali di “controllo e vigilanza”, la legge 61/1994 affida al “sistema delle agenzie ambientali” nuovi compiti di monitoraggio, elaborazione e diffusione dei dati ambientali nonché l’elaborazione di proposte tecniche: limiti di accettabilità, standards, tecnologie ecologicamente compatibili, verifica dell’efficacia “tecnica” delle normative ambientali.

Molti di questi compiti vengono svolti da personale precario che opera all’interno dell’ARPA . Numerose attività, infatti, sono condotte esclusivamente grazie al reclutamento temporaneo, mediante l’acquisizione con contratti atipici, di collaboratori che, sebbene formati ed esperti nelle diverse attività di competenza, non possano costituire un riferimento certo su cui pianificare le attività presenti e future dell’Agenzia, proprio per la natura precaria dei loro contratti di lavoro.  Ma  il 28 settembre prossimo la quasi totalità del personale collaboratore precario, stimato in un totale di novantuno unità, terminerà la propria attività in ARPA.

Purtroppo la notizia non sembra preoccupare nessuno e  in un già difficile clima occupazionale  c’è il reale pericolo che un cospicuo numero di lavoratori (e famiglie al seguito) ad elevata professionalità perda  il lavoro e contestualmente venga meno il capillare monitoraggio e controllo del territorio regionale.

La carenza di personale tecnico qualificato in servizio, che ad oggi rappresenta circa il 70% della dotazione organica prevista, riguarda tutte le Unità Operative sia della Direzione Generale che delle Strutture Territoriali, con una ricaduta negativa sulla capacità di risposta nei processi di controllo, di monitoraggio e nelle prestazioni dei laboratori.

“La CGIL di Ragusa con la F.P. CGIL ritengono che per questi lavoratori occorre creare una prospettiva occupazionale diversa dal precariato, commentano Peppe Scifo, segretario generale della CGIL di Ragusa e Nunzio Fernandez, segretario generale della F.P.CGIL di Ragusa, in quanto ci si trova di fronte a lavoratori ad alta specializzazione che svolgono un lavoro prezioso nell’ambito della tutela ambientale in un contesto come il nostro dove le criticità ambientali del territorio e delle acque rappresentano gravi minacce alla salute pubblica e al tempo stesso un forte limite per la crescita di settori strategici come le produzioni agro-alimentare di qualità e il turismo. Per questo intendiamo aprire un confronto con le Istituzioni regionali ed enti locali, auspicando delle sinergie con il personale di ruolo e le professionalità che esprimono questi lavoratori, affinché si possa salvaguardare l’occupazione dei lavoratori dell’Arpa partendo dalla necessaria e non più rinviabile attività di tutela ambientale del nostro territorio”.

A ciò si deve aggiungere che dal 14 gennaio 2017 è in vigore il Sistema Nazionale a rete per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), diventando operativo, a livello nazionale, un nuovo approccio strategico per la protezione dell’ambiente, il cui obiettivo è quello di far lavorare in rete tutte le istituzioni coinvolte nel campo ambientale.

Tale personale, reclutato tramite apposite selezioni concorsuali, è stato utilizzato per permettere alla Regione Sicilia di rispondere e rispettare le disposizioni in materia ambientale stabilite da diverse Direttive della comunità europea e non incorrere così in procedure di infrazione comunitaria. Questi collaboratori sono stati reclutati in massima parte tramite attività progettuali esterne finanziate con fondi PAC grazie alla convenzione tra ARPA Sicilia e il Dipartimento Acque e Rifiuti (DAR) della Regione Sicilia, chiamata a curare il monitoraggio dei corpi idrici.

La prospettiva pone quesiti inquietanti e ci si chiede come l’ARPA Sicilia potrà adempiere ai propri compiti istituzionali nella condizione di forte carenza di personale e di professionalità in cui verrà a trovarsi nell’immediato e quanto sia economicamente vantaggiosa per ARPA Sicilia l’eventuale predisposizione di nuove procedure selettive per reclutare le medesime professionalità, già selezionate nel 2016, le quali hanno acquisito esperienza specifica nella conoscenza del territorio regionale e delle sue problematiche ambientali.

Da qui la legittima preoccupazione per l’efficacia con cui ARPA Sicilia dovrà assicurare l’azione di controllo pubblico della qualità dell’ambiente, a supporto delle politiche di sostenibilità ambientale e di prevenzione sanitaria fondamentali per garantire la salute pubblica.

Su quando sopra è previsto per venerdì 21 settembre p.v. alle ore 11.00 un incontro con il personale precario dell’ARPA, alla presenza del responsabile Regionale CGIL, Maurizio Comparetto.

 

di Redazione19 Set 2018 11:09
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