Sicilia – Calabria – Puglia sono a rischio desertificazione.

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“I dati ci dicono che c’è il cambiamento climatico. Abbiamo zone come la Sicilia, con una siccità feroce ma abbiamo anche l’alluvione di queste ore in Lombardia. C’è bisogno di prevenzione. Le regioni a rischio desertificazione sono Sicilia – ha dichiarato Monica Cairoli, Consigliera nazionale e Coordinatrice del Dipartimento Clima e Ambiente del Consiglio dell’Ordine Nazionale Dottori Agronomi e Dottori Forestali –   Puglia e Calabria. Regioni che hanno, da sempre avuto problemi di acqua ma adesso il problema sta diventando molto ma molto importanti. Il Nord da questo punto di vista sembrerebbe stare meglio ma anche perchè ci sono regioni meglio strutturate. Bisogna creare opere che consentano di accumulare l’acqua quando c’è e di rilasciarla quando non c’è”. La Corte dei Conti d’Europa ha riconosciuto come buona pratica il modello Custonaci, nella spesa dei fondi al fine di contrastare la desertificazione. “Custonaci è un caso importante, un modello per contrastare la desertificazione, aree che si sono desertificate soprattutto per l’azione dell’uomo e per le cave. Abbiamo agito sfruttando la risorsa mare, abbiamo fertilizzato le aree, abbiamo riconquistato natura ha affermato Gianluigi Pirrera, ingegnere naturalista, Vice Presidente Nazionale Associazione Italiana Ingegneria Naturalistica  utilizzando la posidonia spiaggiata che abbiamo parzialmente trasformato facendola diventare un suolo artificiale. Il tutto per riattivare le condizioni pedologiche e iniziali finalizzate all’attecchimento delle piante. Tutto ciò è diventato così importanti che i fondi usati per Custonaci sono stati riconosciuti come buona pratica dalla Corte dei Conti d’Europa”. Ma la Sicilia è alle prese con il grave problema della siccità. “La Sicilia si conferma come regione, in Europa, a maggior rischio desertificazione. Abbiamo cartine e dati che dimostrano questo. La piovosità si è ridotta almeno del 30% e questo si va a riscontrare, in particolare, in territori importanti per la biodiversità come il Parco Fluviale dell’Alcantara. Sull’Alcantara sono in corso lavori per andare a ripristinare delle aree umide perchè il fiume è completamente in asciutto. Stiamo andando a prelevare in subalveo  – ha dichiarato Lorena Ferrara, biologa, dell’Associazione Italiana di Ingegneria Naturalistica – per portare in superfice l’acqua in modo tale da tutelare la biodiversità e vengano riportati in vita questi habitat particolarmente delicati e fragili. Però abbiamo diversi casi. A Custonaci, secondo comune a maggior rischio desertificazione della Sicilia. A Custonaci abbiamo impiegato, in via sperimentale, la posidonia oceanica e dunque le biomasse che si vengono a spiaggiare per contrastare anche l’erosione. Il primo comune siciliano a rischio desertificazione è Villarosa, nell’entroterra siciliano, dove abbiamo attuato degli interventi. Siamo intervenuti anche nell’area archeologica – Le Rocche di Pietraperzia, con grate vive e impiegando specie autoctone locali, tipiche del paesaggio antico, a tutela dell’area archeologica e della biodiversità”. Occorre urgentemente realizzare sistemi adattativi che aumentino infiltrazione, raccolta, accumulo, riuso delle acque meteoriche, quindi moltiplicando tetti verdi, giardini della pioggia, pizze d’acqua, parchi, giardini, aree di espansione, trasformando strade, rotatorie, parcheggi, in aree filtranti e a verde, così da contribuire anche all’incremento di biodiversità e capitale naturale. Come raccomanda la EU Nature Restoration Law per il ripristino di almeno il 20% delle terre emerse in Europa. E sono i medesimi sistemi verdi adattativi che anche abbattono rumori ha affermato Flora Vallone, architetto paesaggista, Vice Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana di Ingegneria Naturalistica –  polveri, CO2 e producono ossigeno e servizi ecosistemici. Diversi i progetti/interventi già in corso, in Italia. Ad esempio in alcuni paesi ci sono progetti per trasformare le strade in giardini della pioggia che possano abbattere anche polveri e temperatura, rigenerando un ampio spazio urbano interconnettendolo con altre aree verdi all’intorno per una nuova rete ecologica per passeggiare, andare in bicicletta, incontrarsi. Si chiama One Health: per il benessere del’ambiente e dell’uomo”.

di Direttore17 Mag 2024 23:05
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