Allarme per il fotovoltaico nel “Decreto Agricoltura”

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L’ On. Vannia Gava  a Catania, in occasione di un seminario incentrato sulle comunità energetiche rinnovabili, ha espresso valutazioni positive rispetto all’allarme lanciato da CNA nazionale  secondo cui “nel Paese ci sono parecchi mq di terreno produttivo lasciati incolti dagli agricoltori allo scopo di ricevere il contributo da parte dell’Unione Europea”. Il chiaro riferimento è al “Decreto Agricoltura”, tra l’altro in queste ore sotto l’esame del Colle non troppo convinto sui presupposti del carattere di urgenza del provvedimento, che è destinato a produrre un enorme danno al paese per via del blocco del fotovoltaico a terra.  Infatti il ministro Lollobrigida aveva puntato l’attenzione più sugli impianti sollevati da terra che lasciano quindi i terreni disponibili alla coltivazione che a quelli completamenti adagiati. A questo punto si apre un dibattito alimentato in questi giorni da molti interventi autorevoli delle diverse organizzazioni di categoria. “Fermo restando che noi siamo per la salvaguardia dell’agricoltura  dice la CNA  diciamo però che i terreni che non producono vanno sdoganati da questo incomprensibile divieto. Basterebbe mettere a disposizione meno dello 0,5% delle aree agricole per rispettare gli obiettivi europei del RepowerEu. Il Governo non può da un lato  chiedere, invocare efficientamento energetico, rispetto dell’ambiente, rispetto delle direttiva europea “case green” e assumere impegni, come ha fatto, al G7 di Torino a triplicare la capacità rinnovabile entro il 2030, e poi dall’altro limitare o addirittura eliminare gli strumenti e le risorse per raggiungere questi obiettivi.  Questo divieto  andrà a bloccare l’80% dei progetti in attesa di autorizzazione. Tutto questo non fa altro che alimentare disorientamento, sfiducia ed incertezza.  E chi fa impresa e tutela e rappresenta le imprese, come la Cna, non può far finta di nulla, non può tollerare simili strategie che sono frutto di politiche economiche e ambientali dissennate e disorganiche, destinate a condizionare pesantemente, in modo negativo, il futuro delle nostre comunità e del nostro Paese che hanno bisogno invece di soluzioni e risposte positive come quella proposta dalla Cna, diventata oggi realtà, relativa all’autoproduzione energetica attraverso la realizzazione del fotovoltaico sui  capannoni delle aziende. Questa rilevante novità apre dunque a finanziamenti per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e permette così di sfruttare, ad appannaggio della transizione energetica dell’intero territorio nazionale, l’enorme potenziale offerto dalle piccole imprese. L’Italia può e deve avere l’ambizione di svolgere, in questo contesto, un ruolo d’avanguardia nel continente europeo. Interessanti infine gli effetti delle comunità energetiche rinnovabili che, oggi più che mai, rappresentano una grande opportunità di sviluppo sostenibile in chiave economica con inevitabile ricaduta positiva per i territori e le persone.

di Direttore12 Mag 2024 10:05
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