Nuovi “latifondisti”

< class="t-entry-title title-giornale-before h3">>

Il perdurare della crisi  agricola rischia di cambiare radicalmente il territorio siciliano a causa della necessità di molti operatori del settore di procurarsi il denaro liquido dovendo far fronte ai debiti  che si stanno accumulando in questo periodo. A segnalarlo è l’on. Nello Dipasquale, parlamentare regionale del Partito Democratico all’ARS, che ha preso parte a Palermo, insieme al sindaco di Vittoria Francesco Aiello e al sindaco di Chiaramonte Gulfi Mario Cutello, alla manifestazione degli agricoltori siciliani in corso da mercoledì.  “Purtroppo – dichiara Dipasquale – assistiamo a un fenomeno che sta strozzando i settori agricolo e zootecnico di Sicilia, ma bisogna fare un passo indietro, fino agli anni ‘50: con le riforme agrarie di quel periodo, in Sicilia prima e nel resto d’Italia poi, i latifondisti si videro spacchettare i propri terreni per essere ridistribuiti ai braccianti che, a loro volta, divennero piccoli imprenditori. La possibilità di sfruttare meglio le superfici e fare cooperazione centralizzando la vendita dei prodotti, resero grande la Sicilia. Oggi sta per verificarsi il contrario”. “La grave crisi – continua il parlamentare ibleo – incide a tal punto sugli imprenditori agricoli impoverendoli tanto da costringerli a vendere aziende e terreni a favore di nuovi “latifondisti”. E ciò accade con la complicità più o meno consapevole del Governo regionale e del Governo nazionale. I Governi smentiscano questa tesi mettendo ” in campo” azioni concrete di sostegno al settore, come l’adeguamento dei prezzi di vendita dei prodotti in proporzione all’aumento dei costi di produzione, la denuncia dello stato di crisi del comparto, l’aumento dei controlli e l’adeguamento dei parametri di qualità e del regime sanzionatorio sulle merci importate, interventi per contrastare la diffusione di malattie virali negli allevamenti. Non solo. Da Roma e Palermo, i Governi devono intervenire rivedendo i criteri di distribuzione degli aiuti comunitari che arrivano alle aziende con il PSR: vanno interessati prioritariamente i piccoli produttori anziché le grandi aziende. In ultimo, ma non per importanza – conclude Dipasquale – è necessario dare  liquidità alle aziende agricole e zootecniche innanzitutto riconoscendo loro quote adeguate quali ristori per i sempre più frequenti eventi calamitosi”.

di Direttore23 Mar 2024 18:03
Pubblicità