Il Ministro per l’Ambiente ed il piano d’adattamento
“A breve sarà operativo il Piano di Adattamento ai Cambiamenti climatici che prevede 361 azioni per rendere più sicuri i territori e i cittadini che vi abitano. Il Piano , infatti , è uno strumento conoscitivo e programmatico che traccia la via per migliorare la capacità di adattamento dei territori rafforzandone la resilienza, riducendo le vulnerabilità esistenti e intervenendo sui sistemi naturali, sociali ed economici non solo per contenere i rischi, ma anche per cogliere possibili opportunità eventualmente generate da nuove condizioni climatiche. Inoltre, grazie ai fondi del PNRR stiamo per realizzare un sistema di monitoraggio integrato avanzato del territorio che consentirà di potenziare la capacità di previsione dei fenomeni di dissesto, anche di quelli legati alla dinamica e alla morfologia evolutiva dei corsi d’acqua”. Lo ha annunciato oggi Gilberto Picchetto Fratin, Ministro dell’Ambiente, nel messaggio inviato alla Società Italiana di Geologia Ambientale, in occasione di un evento in corso a Villa Altieri, a Roma. “La legge sul vincolo idrogeologico – ha scritto il Ministro – costituisce fin dalla sua emanazione, risalente ormai a cent’anni fa, uno strumento prezioso per la difesa e la protezione del territorio. La sfida, oggi, in un contesto in cui siamo sempre più soggetti a eventi climatici estremi, è di proseguire su questa strada ampliando gli obiettivi e rafforzando le ambizioni. Il nostro impegno è di coniugare sicurezza del territorio e intervento umano per evitare che si ripetano le tragiche catastrofi degli ultimi anni. La Società Italiana di Geologia Ambientale nel corso dell’incontro romano ha lanciato l’appello all’unità della comunità dei geologi per arrivare ad un Manifesto UNICO. Per mitigare il dissesto idrogeologico che ha degli effetti devastanti sulla popolazione, sul sistema produttivo e anche sul sistema sociale, è stato detto dal presidente nazionale dei geologi è necessario pensare ad un Manifesto che coinvolga tutta la Comunità dei Geologi. Un Manifesto con quattro temi fondamentali : le infrastrutture, la tecnologia, le risorse umane, il ruolo attivo della popolazione nell’autoprotezione”. Sicuramente il fatto che un Regio Decreto sui vincoli geologici sia efficace per 100 anni vuol dire che aveva una sua validità, ovviamente nel contesto del nostro Paese che sappiamo essere un Paese estremamente vulnerabile dal punto di vista del rischio geologico. C’è però la necessità di aggiornare, riammodernare la normativa che riguarda la Pianificazione Territoriale in genere. C’è la necessità di una Pianificazione Coordinata ed Omogenea, penso alla necessità di coordinare la Pianificazione Territoriale, la Pianficazione Urbanistica, la Pianifacazione di Assetto Idrogeologico, la Pianificazione di Emergenza. Bisogna lavorare su questo perchè spesso le norme, in Italia, sono scoordinate e anzi vanno anche in contrapposizione l’una con l’altra. Dobbiamo lavorare affinchè si tutelino anche le aree non popolate. Sappiamo quanto siano necessarie la gestione e la manutenzione dei territori, pedemontani e montani, collinari, per le attività di prevenzione del rischio idrogeologico”. “La norma della quale, oggi, celebriamo il centenario, tratta il territorio a 360 gradi per quelli che sono gli aspetti idrogeologici, ma anche la materia forestale, agricola, paesaggistica e culturale. Occorre intervenire non per mettere vincoli ma soprattutto per far comprendere quanto sia fondamentale la prevenzione. Il vincolo idrogeologico è una norma di tutela del patrimonio – ha affermato Simonetta Ceraudo, Presidente dell’Ordine dei Geologi del Lazio – per evitare che si possano innescare sul territorio tutti quegli eventi purtroppo catastrofici, di rischio, geologico, idrogeologico, idraulico che potrebbero andare a compromettere il nostro territorio, il patrimonio forestale, anche di beni culturali e sociale”.