Lodestro spara a zero!

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Tra le squadre dei quattro candidati a sindaco nessuno fino ad ora ha parlato chiaramente di assessori designati. Anzi tutti si schermiscono dicendo che non è una questione di posti ma di programmi e gli uomini validi si troveranno dopo. In verità dobbiamo però ricordare che Giovanni Cultrera, al momento delle presentazione della propria candidatura, oltre a chiedere all’amico Pasquale Spadola di dargli un mano,  aveva detto, chiaro e forte, che nella c’era  già un assessore e cioè Peppe Lodestro. Poi non ne abbiamo sentito parlare più. Naturalmente circolano tanti nomi che giocoforza dovranno occupare i posti di comando ma ripetiamo  ancora non ci sono certezze. Lodestro è stato consigliere comunale che si era messo in mostra per alcuni interventi durissimi nei confronti del sindaco Piccitto. Ora intende rispolverare la sua verve.
Infatti riceviamo una sua nota critica che non manca di sparare a zero sull’amministrazione Cassì. . Pubblichiamo il comunicato poichè la  designazione della quale abbiamo fatto cenno lo legittima in questa fase elettorale:  

Il sindaco uscente Cassì ritiene essenziale la sua rielezione per proseguire nella direzione tracciata, per fare ancora meglio.
In campagna elettorale, sente il fiato degli avversari sul collo e rispolvera temi, invero, mai tirati fuori, il periodo della pandemia, senza considerare che dall’emergenza pandemica è derivata la massa enorme di finanziamenti che, spesso, sono stati utilizzati con scelte non condivise e, in qualche caso, discutibili; ancora tira fuori dal cassetto i suoi trascorsi da sportivo per dire che quando un giocatore di basket ha giocato bene, il pubblico se ne rende conto, un messaggio subliminale per dire: “Sono quello di un tempo, entusiasmatevi”.
Nel suo delirio comunicazionale per la campagna elettorale, afferma che è riuscito ad avviare il rilancio della città, che il cambiamento è in atto, ora serve la continuità amministrativa per essere più efficaci.
Nemmeno lo sfiora, o, almeno, così vuol far capire, che di molte cose non si è minimamente occupato.
Ci parla, ad libitum, di buona politica, di politica condotta con impegno, con dedizione, con onestà intellettuale e amore per la città. Di politica che sa cogliere le opportunità per continuare nel cammino di rigenerazione ed innovazione.
Solo l’attuale sindaco è perfetto, tutti gli altri hanno lavorato e lavorerebbero senza tutte queste qualità, lo ha deciso dall’alto della sua politica virtuosa.
Non solo ci pare eccessivo, ma si può ben ritenere che ci sia molto da discutere nelle affermazioni del candidato sindaco Cassì.
Ci sono settori nei quali questa amministrazione virtuosa non si è vista, il progetto culturale, dopo 5 anni è ancora in itinere, senza nulla di preciso, decentrato a Donnafugata, senza alcuna valorizzazione del riconoscimento UNESCO e del patrimonio museale.
Sport e impianti sportivi non sono stati mai prioritari nei programmi dell’amministrazione, tempi lunghi anche per gli interventi più semplici.
Lo sviluppo economico è sconosciuto in città, nessun intervento mirato, nei 5 anni, per zootecnia, agricoltura, agroalimentare, nessuna promozione, solo interventi spot e, in qualche caso, anche discutibili.
Il trasporto pubblico urbano non ha visto nessun miglioramento, solo parole, infinite, per mobilità alternativa, piani urbani del traffico, viabilità, parcheggi, solo navette, inevitabili per Ibla, pagate in soldoni.
Ragusa è ancora ben lungi dall’essere una città green, anche i progetti per la transizione digitale, di recente esaltati, assommano, in tutto, a solo un milione di euro. Nulla di eclatante.
Ancora di meno è stato fatto per la transizione ecologica, nulla per ottimizzare e trarre profitto dalla raccolta differenziata, una città invasa dai rifiuti, anche e soprattutto attorno ai contenitori della differenziata.
Per il verde pubblico si potrebbe dire “non fiori, ma opere di bene”, le aree verde presentano solo terra marrone, quando va bene, poche piante, nessun fiore, aiuole spartitraffico, marciapiedi, invasi da erbacce e sterpaglie, spettacolo indecoroso soprattutto agli ingressi della città.
Per contrade e periferie nessun intervento degno di nota, nei cinque anni, se non azioni spot per qualche palo di illuminazione pubblica.
Un uso dissennato della tassa di soggiorno, salvadanaio della giunta, godiamo, solo di riflesso, dei flussi che arrivano in Sicilia.
Piano regolatore, centro storico, gli emblemi del nulla di questa amministrazione, solo chiacchere, spesso, anche favoriti dagli ingenti finanziamenti, avanzano a stento progetti come quelli della casa protetta o dell’infopoint di Marina di Ragusa.
Tutto fermo per la Vallata Santa Domenica, per l’Ecomuseo, non si riesce nemmeno a trasferire l’ufficio anagrafe nei locali della ex biblioteca, si intravedono tempi lunghissimi per il Teatro della Concordia, nonostante nel cantiere troneggia il cartello che indicava la consegna delle opere del primo stralcio per agosto 2022.
E qui arriviamo alle opere pubbliche, al vanto dell’amministrazione, a tutto quello che avrebbe già cambiato il volto della città e per le quali sarebbe necessaria la continuità amministrativa, come se altri, per esempio, non potessero imprimere svolte diverse, decisive, migliorative.
Il sindaco vede cantieri dappertutto, in città, cita 121 opere pubbliche, quasi nulla è completo: qualcosa è avviato, qualcosa è finanziato, non c’è niente di prossimo alla consegna, ci sono opere per le quali, se va bene, non basteranno i prossimi 5 anni.
Grandi annunci per progetti tirati fuori dai cassetti, ma nessuna apertura di cantiere, come per i Canalotti di Punta Braccetto o per l’ampliamento della pista ciclabile del lungomare Brin.
Citare la riqualificazione del lungomare Andrea Doria significa esaltare il progetto della precedente amministrazione 5 stelle, esaltare la riqualificazione e il ripristino dell’impianto di via delle Sirene, costato il doppio del progetto originario e senza aver toccato la club house, è solo delirio.
Come scrive in un pieghevole il sindaco, invero in maniera poco chiara, un bilancio di fine mandato non è un programma di idee future, contiene atti ufficiali, opere completate, cantieri già aperti, lavori appaltati e finanziamenti ottenuti: ci dica, allora, cosa vorrà fare nei prossimi 5 anni.
Ammette che 53 opere pubbliche sono da completare, ma su quello che sarebbe realizzato c’è molto da dire: prendere in locazione i locali dell’opera Pia e ripristinarli per le esigenze, scontando le somme occorrenti dal canone di affitto, non è opera pubblica, parlare di restauro del Castello e del suo parco sembra, quantomeno, eccessivo, al momento, come pure per quanto riguarda stadio e piscina, mentre il campo di rugby è stato riqualificato con progetti e fondi delle precedenti amministrazioni.
Si dà per realizzato il restauro di Palazzo della Cancelleria e della villa di Ibla, si considerano aperte le Latomie di Cava Gonfalone e la Vallata Santa Domenica.
Addirittura, completati il nuovo centro sportivo di Marina e il nuovo impianto sportivo polivalente.
Si parla del parco urbano nella vallata ma non più di quello fra la CONAD e il palaMinardi.
Si considera opera pubblica la riqualificazione di piazza stazione, progetto ereditato dalla precedente amministrazione.
L’ordinaria amministrazione, iniziative che qualunque amministrazione avrebbe avuto il dovere di realizzare o completare: la messa in funzione del potabilizzatore di Camemi, il nuovo piano dei mercati, il riaccredito dei fondi della legge su Ibla, senza parlare dei fondi che dovevano essere reintegrati, le manutenzioni scolastiche, le navette per Ibla, l’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità.
Dopo 5 anni, potremo approfittare del passaggio della Scuola dello Sport al Comune, si parla di un fantomatico corso di laurea in Agraria, l’ordinaria manutenzione di strade e illuminazione pubblica diventano opere pubbliche.
Solo chiacchere che ritroveremo, sicuramente nel programma per i prossimi 5 anni, come, del resto, pieno di chiacchere risultò il programma del 2018.

di Direttore22 Apr 2023 21:04
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