La proposta di Legambiente a 30 km l’ora

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Legambiente invia una lettera al sindaco di Ragusa  per apprezzare l’intenzione di trasformare la città in una dove si va a 30 km/h ma non letteralmente ma piuttosto come ideologia. Il teoria un tipo di città fatta per andare a piedi dove le auto vanno a passo d’uomo è auspicabile ma secondo noi occorrono tutta una serie di condizioni preesistenti o da preparare affinché un tale progetto possa funzionare non solo al centro. C’è prima di tutto la conformazione della città e poi il problema dei mezzi pubblici inesistenti. Insomma tra il dire e il fare ci sono almeno 20 anni di lavori e di mentalità da cambiare. Comunque ecco la lettera :
Il PRG di Ragusa introduce il limite di velocità di 30 chilometri orari, limitandolo però a poche aree. Avrebbe dovuto comprendere una porzione maggiore di città con un significato non solo da codice della strada ma soprattutto urbanistico. Infatti il concetto di “città 30” – insieme al suo corrispettivo più localizzato di “zona 30” – è assai più complesso di un semplice abbassamento del limite di velocità con l’inserimento dei relativi cartelli, e porta con sé una serie di interventi infrastrutturali e cambiamenti nella mentalità degli utenti della strada da cui Ragusa è ancora molto lontana.
Dove i progetti di città 30 sono già stati avviati come ad Olbia, hanno già dimostrato che istituire una città 30 non comporta un allungamento dei tempi di percorrenza per gli automobilisti: anzi, in tutti questi posti si è avuto un sostanziale decongestionamento del traffico e una riduzione degli incidenti e della mortalità Per “città 30” non si intende solo in senso stretto una città in cui quasi tutte le strade abbiano un limite di velocità di 30 chilometri orari: più in generale è un’iniziativa che punta a riequilibrare lo spazio pubblico, riducendo le aree della strada dedicate alle auto con l’inserimento di piste ciclabili e l’allargamento dei marciapiedi, in modo da
creare spazi più vivibili per le persone. A Ragusa un primo embrionale esempio è rappresentato da via Colaianni dove è stato allargato il marciapiede lato ferrovia con l’effetto di aumentarne l’uso da parte dei pedoni; prima solo pochi coraggiosi si avventuravano a camminare sul ridottissimo marciapiede ritrovandosi spesso a utilizzare la carreggiata per evitare gli ostacoli esistenti con i conseguenti rischi.
Avere marciapiedi più larghi significa avere più spazio per panchine e alberi, solo per fare due esempi, con tutti i benefici che comporterebbe anche per l’ambiente. Significa permettere agli anziani di fare più passeggiate perché possono sedersi, ai bambini di andare a piedi o in bici a scuola da soli. Il modello-automobile ci ha fatto pensare che tutto lo spazio dovesse essere dedicato alle auto, tanto da dedicare in Italia l’80 per cento della strada, tra carreggiata e parcheggi, alle auto. Eppure le automobili sono per la maggior parte del tempo vuote e ferme, e anche quando sono in movimento vengono usate per viaggi di pochi chilometri dal solo conducente. Invece «se l’automobile va piano», «posso dedicargli meno spazio, e quindi guadagnarne di più per altre funzioni: alberi, tavolini di bar e ristoranti, eccetera. Vuol dire lavorare sullo spazio pubblico senza considerarlo solo l’asse di scorrimento del traffico».
Questo perché c’è una stretta correlazione tra lo spazio concesso alle automobili e la velocità: innanzi tutto dal punto di vista della psicologia del conducente, che è più portato ad andare veloce se non ha ostacoli visivi davanti a sé. Poi da un punto di vista
più fisico e pratico, perché se c’è meno spazio un automobilista deve necessariamente rallentare più spesso: fare carreggiate più strette, per esempio, significa anche che le auto avranno meno spazio per fare le curve, e che quindi dovranno necessariamente
rallentare agli incroci, che sono statisticamente il posto della strada in cui avvengono più incidenti.
In una zona 30, e più in grande in una “città 30”, si possono realizzare dossi, attraversamenti pedonali rialzati, alternanza dello spazio dedicato ai parcheggi tra un lato e l’altro della strada (in modo che non ci siano mai contemporaneamente entrambi i lati occupati dalla sosta delle auto), rotatorie, isole di traffico rialzate, segnaletica orizzontale molto vistosa. E per eliminare la sosta illegale delle auto sui
marciapiedi, per esempio, inserire nuovi elementi, come panchine, tavoli per mangiare, vasi con i fiori, tavoli da ping pong.
Fare una strada in cui le auto non abbiano la priorità e per fare in modo che venga accettato anche in altri quartieri serve avviare campagne di comunicazione in grado di spiegare realmente di cosa si stia parlando. Tra le cose che un’amministrazione può fare velocemente, la riduzione della velocità è solo la prima. Realizzare la “città 30” peraltro non significa applicare il limite di 30 chilometri orari a
tutte le strade, senza nessuna esclusione, significa adattare il concetto seguendo le proprie caratteristiche urbanistiche. È un modo per creare città più belle, più civili.

di Direttore15 Feb 2023 23:02
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