Quasi “no” al parco.
Molti degli interventi che si sono succeduti questa mattina nella sala del consiglio della Ex provincia sul tema dell’istituendo parco degli Iblei sono andati in direzione contraria alla realizzazione dell’organismo ambientalistico. Stasera a Teleiblea potrete vedere ed ascoltare alcune testimonianze qualificate. Intanto l’on Ragusa della lega ha presentato una interrogazione (urgente e con risposta scritta) per chiedere notizie in merito alle aree protette in Sicilia e alle procedure per l’istituzione del Parco degli Iblei. Nel documento ispettivo trasmesso al presidente della Regione e all’assessore per il Territorio e l’ambiente, l’on. Ragusa chiede di sapere quali siano i motivi del mancato coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti e di tutte le realtà produttive interessate nel processo di scelta della perimetrazione della zona da destinare ad area protetta per il Parco nazionale degli Iblei. E, ancora, se non ritengano opportuno, in merito alla istituzione del Parco nazionale degli Iblei, previsto dall’articolo 26, comma 4-septies, del decreto-legge n. 159 del 2007, avviare, per quanto di competenza, una nuova istruttoria tecnica al fine di consentire gli opportuni pareri degli enti e dei soggetti interessati e chiarire gli effetti che il regime vincolistico potrebbe avere sulle popolazioni e sulle attività economiche del territorio coinvolto in tale progetto in ambito regionale.
“Si sono costituiti, infatti – chiarisce l’on. Ragusa – numerosi comitati di cittadini spontanei, in rappresentanza delle categorie degli allevatori, degli agricoltori, delle imprese rurali ed edilizie, delle associazioni e aziende venatorie e di tutte le aziende con interessi sull’intero territorio, sorti allo scopo di tutelare i legittimi interessi di tali categorie poiché si temono, infatti, i divieti e i vincoli che verrebbero applicati all’edilizia, alla conduzione delle aziende agro-pastorali, al mondo venatorio e a tutto l’indotto connesso con tali attività. I numerosi vincoli ambientali esistenti in Sicilia hanno messo in crisi una già fragile economia che dovrebbe basarsi sul turismo e sull’agricoltura. Risulta alquanto diffuso il timore che la rarefazione delle attività umane provocherà un impoverimento dei territori, non solo di quelli montani ma anche di quelli collocati nelle valli e nelle aree interne. Tutto questo costituirebbe pertanto l’ennesimo atto di marginalizzazione di un territorio interno con infrastrutture obsolete e dismesse, frutto di politiche sovraordinate concentrate in prevalenza sulle aree urbane e costiere, distratte rispetto alle dinamiche che hanno portato all’abbandono di quell’entroterra un tempo produttivo (campagna e comunità montane) tanto da generare un progressivo dissesto della vita economica e sociale, nonché progressive problematiche di tipo idrogeologico”.
L’on. Ragusa chiarisce che risulta, al momento, che il ministero della Transizione ecologica e l’Ispra stanno esaminando la documentazione trasmessa dalla Regione siciliana al fine di predisporre la proposta conclusiva da presentare in sede di Tavolo istituzionale propedeutica alla condivisione finale ed all’istituzione definitiva del Parco nazionale degli Iblei, a suo tempo prevista dall’articolo 26, comma 4-septies, del decreto-legge n. 159 del 2007, che assegnava un contributo per l’anno 2007 destinato a più aree protette da realizzare in Sicilia. La proposta di perimetrazione del Parco nazionale degli Iblei, per come è stata trasmessa ai Comuni, ha un’estensione di 146.735 ettari, collocandosi così al 4° posto tra i più grandi parchi nazionali e in questa configurazione interessa in parte o totalmente 27 comuni nelle province di Siracusa, Ragusa e Catania. Il procedimento di costituzione in essere non sembra tener conto del necessario coinvolgimento e soprattutto del concorso degli enti locali e delle organizzazioni imprenditoriali interessati, al fine di contemperare le loro esigenze, in sede di definizione della perimetrazione del nuovo parco e del regime vincolistico. Inoltre, alcuni sindaci hanno chiesto la sospensione dell’iter istitutivo in quanto né i Comuni, né le associazioni di categoria, né i cittadini stessi, sarebbero stati messi nelle condizioni di verificare la nuova proposta di perimetrazione e zonizzazione oltre che avere contezza effettiva dei rilievi tecnici preliminari alla perimetrazione stessa.