Aeroporto di Comiso: Quintuplicare vuol dire cinque volte tanto?

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Prima di parlare dell’incontro tra il capo della Ryanair e il governatore della Sicilia che ha avuto come argomento principale l’eliminazione delle cosiddette tasse d’imbarco  cerchiamo di capire di cosa si tratta. È il costo addebitato dall’autorità o dalla società di gestione aeroportuale per l’utilizzo delle sue infrastrutture e servizi (sale di imbarco, servizi di immigrazione), che non è compreso nel costo del biglietto. Molti paesi  Paesi però possono anche applicare oneri o imposte locali che  ammontare a percentuali variabili e sono chiamate addizionale comunale sui diritti d’imbarco passeggeri appunto  più semplicemente nota come tassa d’imbarco. Questa è  stata istituita con legge 350 del 24 dicembre 2003 ed è stata successivamente modificata con altre normative. Oggi ammonta a 6,5 euro, un tributo che ciascun viaggiatore (in Italia sono oltre 70 milioni ogni anno) versa inconsapevolmente nelle casse dello Stato nel momento in cui compra un biglietto aereo. Di questi 6 euro e mezzo, 5 vanno direttamente all’Inps per un fondo integrazione Alitalia, mentre 50 centesimi vengono incassati dalla Ragioneria dello Stato che li trasmette al ministero dell’Interno per sostenere l’attività dei vigili del fuoco aeroportuali. Rimane un euro, che dovrebbe essere così suddiviso: un assegno da 30milioni di euro viene immediatamente staccato all’Enav, mentre la restante parte viene consegnata al ministero dell’Interno che dovrebbe tenere per sé il 60 per cento e girare ai 47 Comuni aeroportuali italiani  il restante 40. Il condizionale è d’obbligo perché tale percentuale, secondo i calcoli di Ancai, è stata rispettata soltanto nei primi tre anni di vita della tassa d’imbarco.
Vista così dunque la tassa d’imbarco è effettivamente un balzello inutile e anche fuori tempo se si va ad analizzare,  dato per scontato che sia vero quello che leggiamo,  che per circa 20 anni, noi passeggeri abbiamo versato una “fissa” all’Inps per i dipendenti Alitalia che nonostante tutto è fallita almeno 3 volte.
Si deduce quindi che eliminarla sarebbe un beneficio anche per quei colossi dell’aria come Ryanair che con i suoi comportamenti tariffari a dir poco strani (in un bioglietto a 4 euro chi paga la tassa?) ha praticamente spianato il panorama aereo italiano e non solo.
Così nell’incontro di cui abbiamo parlato prima  il tema è stato : Eliminare la “tassa sul turismo” in tutti gli aeroporti italiani, così da accelerare la ripresa post-Covid del settore. Musumeci ha ribadito  la richiesta al governo Draghi affinché la cosiddetta “addizionale sui diritti di imbarco” venga cassata definitivamente. La sua cancellazione, infatti, può giocare un ruolo cruciale nel supportare la ripresa turistica locale e assicurare alla Sicilia di rimanere competitiva rispetto ad altre destinazioni europee, che allo stesso modo stanno cercando di attrarre le compagnie aeree per far recuperare rapidamente il proprio turismo». McGuinnes il CEO della compagnia irlandese  ha insistito : «Chiediamo al presidente Musumeci  di sostenere la nostra richiesta di eliminare l’addizionale municipale almeno fino al 2025. Si tratta effettivamente di una “tassa sul turismo” per tutti gli aeroporti italiani e per tutte le compagnie aeree. Solo in questo modo si potrà garantire all’Italia di rimanere competitiva rispetto ad altri Paesi dell’Ue che stanno cercando una rapida ripresa del turismo. La cancellazione permetterà a Ryanair di accelerare significativamente la ripresa del traffico aereo italiano e regionale con un investimento di 4 miliardi di dollari e 40 nuovi aerei, 1.500 posti di lavoro altamente retribuiti per i professionisti dell’aviazione italiana e 20 milioni di passeggeri in più all’anno in Italia».  In occasione della precedente sospensione temporanea (da agosto a dicembre 2021) Ryanair ha risposto lanciando 13 nuove rotte (29 voli settimanali) e 22 voli settimanali aggiuntivi su 17 rotte esistenti, come parte del programma di recupero per l’Italia. Per quanto riguarda la prossima stagione estiva, la compagnia numero uno in Italia mette in campo oltre 730 rotte (68 nuove) in 29 aeroporti italiani, comprese 101 rotte operate da e per gli scali siciliani.  Lo stesso CEO ha fornito dei dati che comunque dovrebbero essere controllati.  Secondo lui Ryanair ha contribuito fortemente allo sviluppo della connettività degli aeroporti dell’Isola. Da quando ha iniziato a operare dalla base di Trapani, il numero totale di posti letto in città è aumentato del 3% su base annua e il numero di turisti del 13% in 5 anni. A Comiso, invece, si è quintuplicato il traffico, con le offerte di posti letto aumentate del 26% in 5 anni.
Qui se mi permettete vorrei avere nozioni più precise da parte dei responsabili dello scalo casmeneo. Quintuplicare vuol dire cinque volte tanto. Comiso ha fatto 5 volte tanto che cosa?????  Aspettiamo risposta…
di Direttore06 Apr 2022 18:04
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