La tassa della discordia

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Si torna a parlare della tassa di soggiorno a Ragusa. Nonostante la pandemia questa entrata per le casse comunali è sempre una voce interessante ma rappresenta un’occasione per dare il via a polemiche e discussioni. In verità questa tassa è stata apprezzata da tutte le amministrazioni che ne hanno potuto usufruire come un soccorso al bilancio dimenticando invece che, sia dal punto di vista regolamentare che etico, la si dovrebbe spendere solo nel settore della promozione e dell’assistenza turistica. Invece nel passato l’hanno usata per tutto: dal contributo alla banda comunale allo stipendio dei dipendenti dell’ufficio informazioni. Insomma se manca qualche euro basta aprire il cassetto della tassa e  spendere con tranquillità. Chi vi scrive si è sempre impegnato a combattere questa brutta abitudine ma vi assicuro che è davvero difficile.  In questa città la parola  turismo viene abusata e violentata. Basta aver fatto un viaggetto all’estero per potersi definire esperti di turismo. Si confondono i ruoli  e ci sono personaggi bravissimi a presentare, in briefing riservati, progetti di sviluppo turistico che restano sempre lettera morta. Però non si è mai riusciti a collegare la tassa con la promozione mirata, individuata grazie alle caratteristiche del territorio. Ho visto decine di sedicenti  esperti che dopo aver fatto l’elenco dei gap che dobbiamo sopportare ci hanno detto che si deve investire in tutto, dalle infrastrutture  alla ricettività. Bravi bene  bis! La difficoltà e invece  fare bene un lavoro con le carte che abbiamo, ora e non tra 20 anni. Ma appunto gli amministratori sono pronti ad bersi tutto purchè proposti da consulenti di gruppi di azione, esperti di marketing e ora anche destination manager.  Ma torniamo alla tassa di soggiorno. E’ Territorio a lanciare l’allarme.
Più volte in passato, qualche consigliere comunale di opposizione ha chiesto di conoscere, analiticamente la destinazione dei fondi della tassa di soggiorno. Mai l’amministrazione ha fornito risposte esaustive, dice Michele Tasca.  Quello della tassa di soggiorno è uno degli aspetti che più si presterebbe ad una operazione di controllo, perché c’è un regolamento preciso per le destinazioni dei fondi ma  non si sono visti effetti delle somme eventualmente spese.
Facciamo qualche esempio: miglioramento degli infotourist, piano strategico del turismo ( che non abbiamo capito di cosa si tratta e forse non lo ha capito anche chi se ne è occupato), interventi di recupero dei percorsi della Vallata Santa Domenica, che ormai è come il sale, va dappertutto, dalla ripartizione della
tassa di soggiorno al PNRR, dai fondi regionali a quelli europei, ma, dopo anni di interventi è ancora chiusa alla pubblica fruizione.
Ci sono tante altre voci dice ancora Tasca ma tra fondi vari e promesse d’intervento  si sta vedendo sempre ben poco.
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Ora se tutto quello che dice Tasca non è vero  il sindaco ha facoltà di pubblicare un elenco dettagliato delle spese fatte e quelle da fare sperando che sia tutto nell’ambito del regolamento. E’ bene dire che non c’è un reato, neanche piccolo, ma solo una coerenza che anno per anno viene dimenticata….

di Direttore19 Mar 2022 23:03
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