Le parole da pesare di Musumeci.

Il CODACONS ha deciso di depositare un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo affinché vengano accertati i fatti, ipotizzando anche il voto di scambio  a causa delle  parole pronunciate dal Presidente della Regione Siciliana in diretta Facebook, subito dopo avere appreso di essere stato il terzo per preferenze nel voto per i tre grandi elettori del Capo dello Stato. E così se il Codacons andrà avanti frasi  così pesanti  avranno un seguito nelle aule di giustizia. Non si può infatti sorvolare davanti ad accuse tanto gravi lanciate da Nello Musumeci, che ha dichiarato di essere assediato da “intimidazioni e proposte irricevibili da parte di alcuni deputati siciliani” non sono sfuggite al

Le accuse lanciate dal presidente Musumeci appaiono di estrema gravità – spiega il Codacons – e in assenza di specificazioni rischiano di delegittimare nel suo insieme il massimo organo rappresentativo siciliano, un vero e proprio colpo alle istituzioni democratiche.

“ Alcuni deputati- ha affermato Musumeci– hanno pensato di compiere nei miei confronti, quello che in gergo giudiziario si dice: “ATTO DI INTIMIDAZIONE”. Si tratta di una sorta di resa dei conti, dal loro punto di vista. Sono deputati che mi hanno fatto richieste irricevibili, quindi ho dovuto dire no. O deputati con i quali per una questione di igiene, non ho voluto mai avere rapporti in questi quattro anni…Ora possono pensare questi sette scappati di casa che un Presidente che non è stato condizionato neanche dalla Mafia, può essere condizionato da loro? Possono mai pensare di determinare una pressione esterna sul governo? Possono mai pensare, di esercitare su questo governo, qualunque tipo di richiesta trasversale mandando messaggi che appartengono al peggiore dei linguaggi della comunicazione?”

Un presidente che, così dice e non ci sono motivi per dubitarne, alle pressioni non ha ceduto. Ma se queste pressioni intimidatorie ci sono state, non si può fare finta di nulla! Gli elettori siciliani hanno il diritto di sapere anche chi sono questi deputati che avrebbero compiuto tali atti di intimidazione e ricatto per ottenere qua e là qualche posto come “direttore di un ente del sottogoverno”, o di “presidente di un collegio dei revisori”. Senza circostanziare i fatti, altrimenti, si rischia di gettare fango, gratuitamente, su tutto il parlamento siciliano e questo non è accettabile, per il rispetto dovuto al più antico parlamento d’Europa.

Musumeci ha parlato di “deputati che hanno fatto richieste irricevibili”, dai quali si è tenuto lontano “per questioni di igiene”. Ma quali sono state queste richieste irricevibili? Un presidente che riceve “atti di intimidazione”, prima di improvvisare dirette facebook dovrebbe fare nomi e cognomi nelle sedi opportune, e se sono stati commessi dei reati gli autori devono essere inchiodati alle loro responsabilità. Non basta un azzeramento della giunta per cancellare con un colpo di spugna ricatti e intimidazioni ad un Presidente della Regione Siciliana.

di Direttore14 Gen 2022 22:01
Pubblicità