Prosegue la querelle tra la giunta Cassì e le opposizioni

Non accenna a placarsi la querelle tra i gruppi consiliari PD-M5S e il sindaco Cassì. Dopo la controreplica delle due forze di minoranza alla risposta del sindaco, lunedì 8 giugno sono intervenuti, con una severa analisi, i due consiglieri Pd Mario D’Asta e Mario Chiavola: “La gestione della crisi aveva bisogno di atti di politica con la P maiuscola. Servivano azioni concrete, di natura straordinaria, per fare sentire la vicinanza del Comune di Ragusa alla cittadinanza dilaniata da una serie di difficoltà economiche senza precedenti. Invece, la Giunta Cassì ha pensato solamente a seguire schemi precostituiti, senza un minimo di sussulto, dando vita a una gestione della crisi assolutamente ordinaria quando, invece, sarebbe stato necessario un piglio decisionale più all’altezza della situazione al posto di quell’attendismo che ha messo in luce gli evidenti limiti di questa amministrazione. Altro che differimento delle scadenze dei tributi che comunque si dovranno pagare, l’unica cosa che sarebbe stata davvero necessaria per le famiglie ragusane era la riduzione delle tasse che, invece, sembrerebbe essere stata esclusa a priori per ragioni, stando a quanto dichiarato, di carattere tecnico. Certo, verrebbe da chiedersi come abbiano fatto, allora, altri Comuni a procedere in questa direzione. Così come viene da chiedersi come gli stessi Comuni siano riusciti ad erogare contributi per il pagamento degli affitti, per il sostegno delle attività imprenditoriali, per tutta una serie di misure che, giustamente, sono venute incontro alle gravi difficoltà che hanno minato le famiglie per il blocco di ogni attività occupazionale. Tra l’altro, in tempi normali, alla luce dell’apprezzabile comportamento dei ragusani con la raccolta differenziata, ci si sarebbe dovuto attendere la riduzione della Tari. Un provvedimento da assumere, a maggior ragione, in questo periodo contrassegnato da una situazione di gravi problematiche economiche. E, invece, niente. L’unica cosa che la politica, quella con la p minuscola, del sindaco Cassì è riuscita a fare è gestire i soldi del Governo nazionale per l’erogazione di buoni spesa e aiuti di altro genere, grazie alla tenacia sul campo degli operatori dei Servizi sociali e di tutti i volontari che hanno fornito il proprio supporto. In piena pandemia questo lo si può considerare, politicamente, lo svolgimento di un onesto compitino, nient’altro.

Quando invece si rendevano necessarie azioni concrete, sostegni effettivi alle imprese artigiane, a quelle commerciali, alle attività agricole e a tutte quelle realtà produttive che hanno fatto registrare cali clamorosi nel fatturato, mettendo a rischio la propria sopravvivenza, il sindaco Cassì è rimasto a guardare, attendendo gli eventi. Anzi, l’unica cosa che ha fatto è stato vantarsi delle consistenti donazioni, circa 90.000 euro, arrivate dai ragusani. Troppo facile. Di quello dovrebbero vantarsi gli stessi ragusani per essere riusciti a manifestare, ancora una volta, una notevole capacità solidale. Da Cassì ci saremmo aspettati tutt’altro, ci sarebbe voluta una gestione della crisi più politica, più determinata, con un piglio imperioso, per fare capire ai ragusani di avere la situazione sotto controllo, pur nella drammaticità della situazione, così da mettere in piedi una serie di aiuti di ampio respiro. Ma come, il Comune di Ragusa, l’ente che è riuscito ad approvare gli strumenti finanziari alla fine di dicembre, con una solidità patrimoniale non indifferente, forte di una adeguata fiscalità di vantaggio, si è fatto superare da altri enti locali che notoriamente non navigano in acque tranquille e che, però, a fronte di questa situazione, si sono impegnati allo spasimo pur di fornire risposte ai propri cittadini? Tutto questo, se lo guardiamo dal punto di vista dei ragusani amministrati dalla Giunta Cassì, sembra illogico. Verrebbe da chiedersi: non è che si pensa ad accumulare tesoretti che devono essere utilizzati, poi, nella parte finale del mandato per la campagna elettorale? La risposta straordinaria che la collettività si attendeva non è arrivata. E questa è l’unica verità incontestabile di cui, purtroppo per noi ragusani, bisogna prendere atto”.

di Stefano Ferrera08 Giu 2020 11:06
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