A cosa servono le mascherine

Sappiamo tutti dell’impegno di Don Giorgio Occhipinti direttore della Pastorale della Salute. Oggi ci da alcune indicazioni interessanti scaturite da un video che viene distribuito ai fedeli. I consigli vengono dati dal dott. Giuseppe La Guardia, medico di Morlupo,ordinario di Igiene all’Università La
Sapienza di Roma e primario dell’unità operativa Igiene e tecnica dell’ospedale
Sant’Andrea di Roma,.

Il tema questa volta è quello delle mascherine che spesso creano dubbio e contraddizioni sul loro uso.
“In realtà – dice  La Guardia nel video – non c’è nessuna contraddizione. Il motivo per cui
è stato detto a tutti di indossare le mascherine è perché con il passare delle settimane
si sta dando sempre più importanza alla contagiosità dei soggetti in incubazione ed
ancora più all’insidiosa contagiosità dei soggetti asintomatici. Il coronavirus è tra noi,
nelle persone che incrociamo al supermercato, in edicola, in farmacia: potremmo
essere noi stessi a liberarlo nell’aria, i malati non sono sempre gli altri. Si stima che
una persona contagiata possa infettarne altre 18 solo nel periodo di incubazione.
Immaginiamo che cosa possa accadere nel caso di un soggetto asintomatico per tutta
la durata della patologia. Ecco perché è importante sapere che il virus sopravvive e si
diffonde nell’aria solo all’interno di goccioline di saliva. Ne esistono due tipi: un
aerosol molto fine emesso con la respirazione che evapora dopo pochi secondi,
uccidendo qualsiasi coronavirus al suo interno; le goccioline più grandi emesse con
un colpo di tosse o parlando che percorrono una distanza di circa un metro, un metro
e mezzo prima di depositarsi a terra per gravità. Dunque, è evidente che il rischio
risulta essere molto alto nel caso in cui una persona malata sia a una distanza ridotta
tale per cui le particelle emesse possano raggiungere direttamente e rapidamente le
nostre mucose orali, olfattive o oculari. Per questo motivo sono due le precauzioni
che ci hanno chiesto di rispettare: evitare gli assembramenti in modo tale che
l’aerosol fine evapori prima di raggiungere chi abbiamo davanti o di fianco; e in tutte
le altre situazioni rispettare la distanza interpersonale di un metro, un metro e mezzo
in modo che anche le particelle più grandi emesse cadano a terra prima di raggiungerci”. “Riteniamo che occorra fare tesoro di questi consigli e continuare a rispettare tutte le prescrizioni che ci sono state impartite
dagli esperti nel tentativo di limitare il più possibile il diffondersi della contagiosità”.

di Direttore31 Mar 2020 12:03
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